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La NATO e la destabilizzazione mondiale

di Daniele Perra - 01/07/2022

La NATO e la destabilizzazione mondiale

Fonte: Daniele Perra

Ho dato un rapido sguardo al “nuovo concetto strategico” della NATO uscito dall'incontro di Madrid. In esso si legge: <<La Federazione Russa ha violato le norme e principi che hanno contribuito a un ordine di sicurezza europeo stabile e prevedibile […] I nostri concorrenti mettono alla prova la nostra resilienza (termine assai caro alle élite atlantiste) e cercano di sfruttare l'apertura, l'interconnessione e la digitalizzazione delle nostre nazioni. Interferiscono nei nostri processi democratici e istituzionali […] conducono attività dannose nel cyberspazio e nello spazio, promuovono campagne di disinformazione, strumentalizzano le migrazioni, manipolano i rifornimenti energetici e impiegano la coercizione economica. Questi attori sono anche in prima linea in uno sforzo deliberato per minare le norme e le istituzioni multilaterali e promuovere modelli autoritari di governo>>.
Andiamo con ordine. Secondo la NATO la Russia ha violato le norme e principi che contrinuito a un ordine di sicurezza europeo. A questo proposito, già nel 2007, Vladimir Putin affermò: <<Io penso sia chiaro che l'espansione della NATO non abbia alcuna relazione con la modernizzazione dell'alleanza stessa o con le garanzie di sicurezza in Europa. Al contrario, rappresenta una seria provocazione che riduce il livello della reciproca fiducia. E noi abbiamo diritto di chiedere: contro chi è rivolta questa espansione? E cosa è successo alle assicurazioni dei nostri partner occidentali fatte dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni? Nessuno nemmeno le ricorda. Ma io voglio permettermi di ricordare a questo pubblico quello che fu detto. Gradirei citare il discorso del segretario generale della NATO Wörner, a Buxelles, il 17 maggio 1990. Allora diceva: “il fatto che noi siamo pronti a non schierare un esercito NATO fuori dal territorio tedesco offre all'Unione Sovietica una stabile garanzia di sicurezza”. Dove sono queste garanzie?>>
Di fatto, siamo ancora una volta di fronte a due modelli geopolitici totalmente opposti: uno (quello che potremmo definire “orientale”) che ricerca spazi vitali di sicurezza; l'altro (quello “occidentale”) che li nega in toto a prescindere. L'unico scopo dell'allargamento della NATO è solo questo. Senza considerare che suddetto allargamento, come anticipato a suo tempo da Brzezinski (che pure ne fu l'artefice), comporta non pochi problemi in termini di coesione ed efficacia se non viene accompagnato dalla riforma dell'art. 5 e dall'eliminazione del diritto di veto da parte dei Paesi membri (che spesso e volentieri hanno scarso rispetto per gli obblighi dell'alleanza). Lo stesso Brzezinski, paradossalmente, era convinto che la deterrenza militare dovesse essere accompagnata dalla ricerca del dialogo. In un discorso al Wilson Center del 2014, ad esempio, affermò che fosse necessario mettere nero su bianco il fatto che l'Ucraina non sarebbe mai dovuta entrare nella NATO per evitare un conflitto che, nonostante gli sforzi occidentali per armare Kiev con sistemi difensivi  e per minare l'economia di Mosca, avrebbe potuto garantire alla Russia evidenti vantaggi territoriali.
Continuiamo. Nel documento NATO si legge che i nemici interferiscono nei processi istituzionali e democratici degli Stati membri. Detto da un'organizzazione che fonda la sua esistenza sulla sovranità limitata dei propri membri eccetto uno, suona in modo piuttosto beffardo (basti pensare alla costante ingerenza nordamericana nei processi politici italiani, magari anche alla “strategia della tensione” e così via).
Sorvolo per pietà sul “promuovono la disinformazione” vista la propaganda tamburellante al quale siamo costantemente sottoposti su qualsiasi argomento.
Andiamo direttamente al passaggio in cui si afferma che i nemici della NATO “strumentalizzano le migrazioni”. Ad onor del vero, campione in questo settore è la Turchia (membro NATO e secondo esercito dell'alleanza) fresca di un accordo attraverso il quale Finlandia e Svezia si sono letteralmente calate le braghe per entrare in un'alleanza che garantirà loro la sicurezza di avere missili russi ai loro confini.
I nemici della NATO utilizzano la coercizione economica. Qui si sfiora il ridicolo. Cuba è sottoposta ad embargo da 60 anni; l'Iran a regimi sanzionatori più o meno intensi da oltre 40 anni; il Ceasar Act contro la Siria sta facendo più vittime della guerra; i soldi della banca centrale afghana, trasferiti dai governi fantoccio filo-occidentali negli Stati Uniti, sono stati congelati impedendo al Paese di utilizzarli per alleviare la crisi alimentare o per intervenire nelle aree recentemente devastate dal terremoto.
A ciò si aggiunga che la NATO ha dichiarato, per la prima volta, la Cina come “sfida alla sicurezza” in relazione alla sua cooperazione strategica con Mosca ed al suo sviluppo tecnologico.
La risposta cinese non si è fatta attendere. Il portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian ha infatti affermato che la NATO “deve cambiare la sua mentalità da Guerra Fredda di creare nemici immaginari e farsi dei nemici. La Nato ha già sconvolto l'Europa. Non dovrebbe cercare di destabilizzare l'Asia e il mondo”.