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La negazione ai palestinesi ciò che è concesso a ogni altro Popolo

di Sergio Caruso - 28/12/2025

La negazione ai palestinesi ciò che è concesso a ogni altro Popolo

Fonte: Sergio Caruso

L’arresto di Mohamed Hannoun, esponente della comunità palestinese in Italia, non è una vittoria della sicurezza né un successo dello Stato di diritto. È, piuttosto, un segnale inquietante di criminalizzazione del dissenso politico, applicato selettivamente a chi rappresenta un popolo sotto occupazione.
Un principio dovrebbe essere ovvio in una democrazia: non si arrestano le persone per ciò che pensano, per ciò che denunciano o per la causa nazionale con cui si identificano. Se questo principio viene meno, allora il problema non è più Hannoun, ma il sistema che consente simili scorciatoie repressive.
Il popolo palestinese vive da decenni sotto un’occupazione militare che l’ONU ha più volte condannato come illegale. In questo contesto, esprimere solidarietà alla propria resistenza nazionale, rivendicare autodeterminazione, denunciare l’occupazione e i crimini di guerra non è un reato, né può diventarlo per decreto politico o pressione internazionale.
Colpire un rappresentante della diaspora palestinese significa trasformare il diritto penale in uno strumento di controllo ideologico. È una deriva pericolosa: oggi riguarda i palestinesi, domani può riguardare chiunque metta in discussione assetti geopolitici protetti da rapporti di forza, non dal diritto.
C’è poi una contraddizione che grida vendetta. Sul piano internazionale, anche i più cinici architetti di piani di pace ammettono una realtà elementare: nessuna tregua, nessuna stabilizzazione, nessun processo politico è possibile ignorando chi esercita un controllo reale sul territorio palestinese. Nei fatti, l’interlocuzione esiste. Nei tribunali europei, invece, si finge che ogni riferimento politico o solidaristico sia automaticamente criminale.
Questo doppio standard non rafforza la legalità: la svuota. E soprattutto nega ai palestinesi ciò che è concesso a ogni altro popolo: il diritto di avere una propria narrazione politica, anche radicale, anche scomoda.
Se esistono prove concrete di reati specifici, queste vanno valutate da un giudice, non anticipate da titoli mediatici o da operazioni simboliche. Ma arrestare un uomo per la sua attività politica, per la sua appartenenza nazionale o per la sua solidarietà al proprio popolo non è giustizia. È repressione mascherata.
Colpire Hannoun non renderà nessuno più sicuro. Renderà solo più evidente una verità scomoda: in Europa la libertà di espressione è sempre più condizionata, soprattutto quando riguarda la Palestina. E uno Stato che punisce le idee, prima o poi, finisce per temerle.