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La nuova morale e la finestra di Overton

di Francesco Petrone - 15/07/2025

La nuova morale e la finestra di Overton

Fonte: Francesco Petrone

Gli studi sulla psicologia delle folle, sulla comunicazione di massa e sull’eventuale possibilità della manipolazione dell’opinione pubblica, se non addirittura delle coscienze, sono stati molteplici. Lo psicologo francese Gustave Le Bon scrisse una serie di saggi inerenti la psicologia delle folle, sottolineandone il lato emozionale e spesso umorale. Anche Sigmund Freud scrisse un saggio di psicologia sul medesimo argomento intitolato “Psicologia delle masse”. Nel 1901 lo scienziato russo, il fisiologo Ivan Pavlov fece il suo famoso esperimento sul condizionamento, coronamento di suoi studi precedenti, avvenuti già sul finire del XIX secolo. L’esperimento fu condotto su alcuni cani in cui vennero studiati i loro riflessi attraverso la salivazione. Pavlov arrivò a dimostrare che uno stimolo, come quello legato al cibo, può essere abbinato ad uno stimolo neutro come quello di un suono. Quando il cibo scompariva, era solo il suono del campanello a provocare la salivazione come se fosse presente il cibo. Questo esperimento dimostrò che un organismo può associare stimoli ad eventi generando risposte che possono essere controllate. Nel 1907, lo scrittore Robert Hugh Benson scrisse “Il padrone del mondo” nel quale descrisse un futuro di grande progresso tecnologico mirato al grande progetto del trionfo dell'Umanitarismo, un’ ideologia umanitaria ma secolare che diviene un autentico totalitarismo. Il romanzo distopico sembra riecheggiare alcuni concetti dell’Anticristo del filosofo russo Solov'ev.  Nel 1948, lo scrittore George Orwell scrive il suo romanzo distopico “1984” che sembra più uno studio sul controllo sociale di un potere esercitato proprio tramite il condizionamento mentale. In un suo saggio di due anni prima , del 1946, intitolato “”La politica e la lingua inglese “, Orwell attacca l’uso impreciso della lingua usato nella politica. Svela che la prosa vuota e ambigua e studiata per occultare la verità e per rendere accettabili azioni immorali. Orwell spiega che esiste una diretta connessione fra la qualità della lingua e del pensiero e sostiene che una lingua corrotta è causa di pensieri confusi perché la lingua non è altro che la comunicazione del pensiero. Vorrei accennare di sfuggita anche al film “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick che tratta del condizionamento mentale e dell’utilizzo del metodo dell’associazione di idee. Recentemente gli studi sull’argomento hanno fatto progressi e abbiamo avuto il saggio del sociologo americano Joseph Overton intitolato, appunto “La finestra di Overton” uno studio sulla manipolazione delle masse. La sua opera è uscita postuma perché purtroppo l’autore è precocemente scomparso precipitando col suo ultraleggero ad appena 43 anni. Nei suoi studi, Overton, dimostra come un potere possa rendere, tramite la manipolazione delle masse, accettabile qualsiasi idea ritenuta inaccettabile, poi accettata e infine legalizzata. Verranno utilizzate tecniche di esperti di pubblicità e marketing e applicate in modo globale per orientare una parte dell’opinione pubblica. Oggi questa operazione è resa molto più facile a causa della massiccia diffusione del media dato che la società sembra diventata il regno degli influencer. Overton ricorda simbolicamente la fiaba del Pifferaio Magico. Il sociologo dimostra che ogni idea, anche la più assurda, può trovare la sue “finestra” di opportunità. Non esistono limiti all’assurdo, ogni idea se saputa veicolare dal mainstream può diventare dominante. Ciò che era inaccettabile può diventare la regola condivisa. Ma come si può arrivare a tanto? Overton lo spiega con metodo. In un primo momento la consuetudine e la morale condivisa ritengono alcuni atteggiamenti impresentabili se non addirittura vietati a causa del comune senso del pudore e della decenza. La tattica consiste nel cominciare a parlarne, solo a dissertare quasi innocentemente. Poi inizia il discorso della provocazione intellettuale. La cosa continua a non essere accettata ma si permette ad una minoranza, una trasgressione, il famoso sasso nello stagno che desta curiosità. Poi subentra un discorso di una logica disarmante “Io non lo farei ma perché impedirlo ad altri?”. L’opinione pubblica assume posizioni meno rigide o addirittura possibiliste, più relative. Poi si comincia a diffondere l’opinione che in fondo non c’è nulla di male, è umano. Nasce il consenso “politico” e appaiono testimonial come cantanti, attori, influencer, intrattenitori, scrittori, finti “anticonformisti” sulle orme del mainstream. La cosa può far creare consensi, e si trasforma in un nuovo conformismo. Un regista russo, Nikita Mikhalkov, ispirandosi alla “Finestra di Overton", ha voluto, in modo provocatorio e ironico, attualizzare la tecnica in modo ipotetico sulla pratica del cannibalismo. Pensa che verrebbero denominati mangiatori di carne umana col metodo del politicamente corretto, si dovrebbero indicare costoro come antropofagi che si trasformerebbero in antropofili. Poi verrebbero fatte ricerche storiche sulle abitudini alimentari dei nostri antenati e sarebbe ricercata e trovata una giustificazione culturale o rituale. Questo per provare che spostando la finestra si potrebbe paradossalmente fare passare qualsiasi enormità di fronte ad un’opinione pubblica completamente disarmata. Il regista, in seguito, non avendo condannato le azioni di Putin è stato inserito nell’elenco dei soggetti a cui è vietato l’ingresso in Europa e gli sono stati congelati i beni depositati nelle banche occidentali. Anche questa è una finestra di Overton, un assurdo a cui siamo stati abituati e che ci lascia indifferenti. Secondo Overton il passaggio è il seguente: prima una determinata cosa è ritenuta inconcepibile, poi solamente estrema per divenire accettabile o addirittura ragionevole, poi diviene diffusa e infine legalizzata. Sembra proprio che non esistano, nella mente umana, linee di demarcazione su alcun principio. Il pensatore Chomsky avverte che in nome del progresso sono passanti i peggiori attentati alla libertà della persona. Questa è una semplice descrizione del metodo, ma esiste veramente chi, potendo, può mutare il nostro pensiero, la nostra morale, il nostro gusto e tutto quello che ci illudiamo essere deciso da quello che pensiamo essere nostro libero arbitrio? Esistono coloro che hanno il potere di indicare di cosa dobbiamo indignarci e di cosa dobbiamo rimanere indifferenti? Sembra un obbligo sociale adeguarsi alla moda del momento. Forse aveva ragione Charles Baudelaire che affermava essere la moda e la modernità caratterizzate dalla transitorietà e dal cambiamento, un adeguamento delle persone, un pegno per poter vivere in comune.