La Prima alla Scala dei soliti noti

di Andrea Zhok - 09/12/2019

Fonte: Andrea Zhok

L'Opera lirica è una componente importante della cultura nazionale e internazionale (e per quel che conta, io l'adoro).

La "Tosca" di Puccini è una delle più belle opere mai scritte.

E tuttavia ad ogni Prima della Scala mi chiedo quanto questa profusione di mondanità e consumo ostentato non contribuisca a fare dell'Opera (e della musica classica in generale) un gagliardetto di classe, che allontana sempre di più la gente comune da queste forme culturali (decretandone così nel lungo periodo l'estinzione).

E vedere poi ripresa insistentemente dai TG la standing ovation al presidente Mattarella da parte del pubblico della Prima, facendola apparire quasi come una "manifestazione resistenziale", non fa che alimentare questa sensazione.

Dopo tutto, per dirla un po' crudamente con vecchie, ma sempre ottime, categorie di classe, quello che abbiamo visto è semplicemente l'altissima borghesia che si applaude addosso, riconoscendo nel presidente della Repubblica (ultras dell'europeismo) il fermo difensore dei propri interessi.

E così, fa una strana impressione vedere Cavaradossi, fucilato sui bastioni di Castel Sant'Angelo per la liberazione dell'Italia a venire e per la sovranità popolare (gli ideali della Repubblica Romana), mentre altri oggi cedono quella sovranità, duramente conquistata, come fosse cosa loro, ripristinando poteri oligarchici.