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Nella sfera di cristallo

di Pierluigi Fagan - 27/06/2020

Nella sfera di cristallo

Fonte: Pierluigi Fagan

Prima che di quelle del FMI sull'economia mondo 2020, parliamo di previsioni per i sistemi molto complessi in generale. Queste sono imprecise in via di principio (per una serie di ragioni diciamo “scientifiche” ossia certe su cui qui sorvoliamo) e tuttavia prevedere è forse la funzione mentale che ci portò fuori dal ramo degli Hominini che condividevamo con scimpanzé e bonobo. Potrà sembrare un po’ forzata questa attribuzione di specialità umana alla facoltà previsionale, eppure e di nuovo per molte ragioni su cui dobbiamo transitare per ragioni di spazio, gli scavi del tempo profondo questo sembrano mostrarci. 
Due milioni e mezzo di anni fa, nostri primi antenati, andarono in gruppo in una pietraia a più di dodici chilometri di distanza, presero ingenti quantità di sassi, li portarono dove risiedeva il loro gruppo sociale, li lavorarono assieme, producendo una quantità di punte e sassi con bordi taglienti che non avevano nessun utilizzo immediato, erano in “previsione di …”. Questo significa che tale processo è stato simulato prima mentalmente e da questo spazio mentale staccato dall’azione, nasce l'umana facoltà “pensante”. Altri animali mostrano facoltà di azione in previsione di (formiche, castori etc.)  ma lì la facoltà è specifica e già presente geneticamente. Noi, geneticamente, venivamo invece da una tribù che non mostrava  e non mostra tale attitudine che in noi non è legata ad un solo compito specifico.  
Veniamo così alle rumorose previsioni FMI sull’andamento mondiale dell’economia planetaria per il 2020 ed il 2021. Prima della pandemia, FMI aveva previsto un ottimista +3,5% di crescita per l’economia mondiale. Di solito, FMI non ci prende e non ci prende per eccesso. Ad aprile, aveva previsto un -3%. Ieri è scesa a -4,9% forse perché dire 5% faceva brutto (“Avere punti decimali nelle previsioni è prova che gli economisti hanno un senso dell'umorismo" chiosa il capo economista di UBS).
Le previsioni per il 2021 che sono oltre la linea di orizzonte come tutte le previsioni, ma lo sono di molti chilometri quindi cieche al lavorio di un gran numero di variabili che agiscono le une sulle altre, ad aprile erano su un +5,8%, ieri sono scese ad un  +5.4%. La previsione mondo per il 2020 vede un severo -8.0% per noi mondo avanzato mentre per emergenti ed in via di sviluppo va un po’ meglio con un -3.0%. Anche l’aspettato rimbalzo 2021 per noi segna un ipotetico +4.8% che praticamente recupera solo in parte la caduta di questo anno (per altro tutta dovuta a 10 mesi e non 12 e perciò anche più severa di quanto appare nella media anno), mentre per loro segna uno squillante +5.9%. Sembra quindi che gli andamenti tra primo e secondo-terzo mondo (per quanto queste categorie siano datate) siano ormai decorrelati e sembra che la traiettoria di questi due anni divergerà ancor di più i destini di queste due parti (West vs the Rest) dello sviluppo economico lungo l’asse di quella “Grande convergenza” dei valori economici e poi di peso geopolitico di cui abbiamo qui spesso parlato.
Molto incerto lo statuto di queste cifre. FMI soprattutto nel caso di eventi non lineari e depressivi tende a non prenderci più del consueto. La pandemia tutta occidentale ad aprile ora è americana ed un po’ asiatica e meno europea. Tra tre mesi non si sa se ci sarà, con che intensità, dove e quanto a lungo. Ma come già segnalato in precedenti post, i fatti duri della pandemia sono relativamente  correlati con la mentalità umana e sociale che presiede ai comportamenti economici finali, gli acquisti e gli investimenti produttivi, che sono l’imbuto in cui termina tutta l’esagitata dinamica economica soprastante. Il “consumo” è spensierato e l’”investimento” è fiducioso nel futuro, la paura inibisce e lo “stato di paura” ci mette presto ad insorgere ma ci mette poi molto ad andar via come sanno coloro che curano gli stress post-traumatici. E’ una nostra difesa adattativa selezionata nel tempo lungo della specie o forse addirittura a livello di classe dei mammiferi. 
Il debito pubblico mondiale salirà al 101% (era l’87% l’anno scorso), i posti di lavoro persi saranno diverse decine di milioni, le diseguaglianze aumenteranno tra paesi e nei paesi, le regioni in via di sviluppo soffriranno ancor di più del solito producendo guerre e migrati,  i giovani già con futuro problematico lo vedranno annuvolarsi ulteriormente. 
Questa disgrazia, interviene in un processo precedente che ha caratteri misti di economia e geopolitica. FMI si occupa di economia non di geopolitica, quindi gli viene facile suggerire di “curare le condizioni di sistema” dove il sistema è mondiale. Quindi cooperazione multilaterale, sospendere diatribe competitive tra parti del sistema, prestarsi i soldi gli uni con gli altri, promuovere all’unisono alcune “escape strategy” nei campi tecnologici e climatico-ambientali, inventarsi qualche locomotiva che traini il sistema impantanato, livellare le diseguaglianze ed altro buonsenso sistemico. 
Ma questa logica confligge con quella della fase geopolitica che va da tutt’altra parte. Un dato su tutti: previsioni (2020) USA -8%, CINA +1% | (2021) USA +4,5% - CINA +8.2%. A fine 2021 quindi, il saldo dinamico comparato del biennio dovrebbe essere circa -3.5% USA, +9.2% CINA (in realtà trattandosi di percentuali il conteggia sarebbe un altro ma siamo in un post non in un articolo), il che significa che il rapporto tra il volume complessiva dell’economia cinese rispetto  quella americana passerebbe dal 67% circa del 2019 al 75% (cifre indicative) del 20121 ovvero da circa 2/3 a circa 3/4. Un bel salto in avvicinamento, proprio ciò che gli americani volevano contrastare con tutte le loro forze per non dover condividere ampie porzioni di potere sul mondo che ritengono una loro esclusiva. Tant'è che abbiamo registrato la lunga sequenza di ritiri degli USA dalle istituzioni multilateriali mondiali perché "far l'America great again" significa forse fare meno guerre armate ma molti più conflitti di altro tipo, con più o meno tutti, con effetti finali impredicibili ma in ipotesi anche più letali. Anche il conflitto a debole intensità USA vs EUROPA aggiunge attrito, quindi calore, quindi meltdown economico che poi porta a quello sociale. 
Se l’Occidente era già ben avviato lungo il rischio del fallimento adattivo al mondo nuovo, la disgrazia in corso rischia di aumentare di molto tale rischio e di accorciare i tempi dei suoi effetti. Gli effetti saranno di grande disordine, le società umane soffrono il disordine come loro malattia endemica e ontologica (le società umane nascono per produrre adattamento, ordine funzionale e prevedibilità), al disordine si reagisce reclamando ordine a qualsiasi prezzo. Gli spacciatori di ordine in genere non mancano mai e se il mercato dei bisogni chiama quello, quello verrà dato. Sulla probabile natura di quell’ordine dovremo fare un altro post.
Ma tutto ciò è solo nella premessa sfera di cristallo, basta agitare la sfera e magari si mette a nevicare manna dappertutto. 
Per tornare alle premesse, noi agiamo sempre in base a previsioni, anche rifiutare quelle FMI o OCSE significa farne di altre, fondate come, poi, è tutto da vedere.