Nuova pandemia? La recidiva dei marxisti
di Riccardo Paccosi - 11/09/2025
Fonte: Riccardo Paccosi
Come potete leggere nello screenshot sottostante, Ursula von der Leyen ha affermato che “siamo sull’orlo, se non all’inizio, di una nuova crisi sanitaria globale”.
La presidente della Commissione Europea, dunque, se ne esce fuori in tempo di guerra con l’annuncio d’uno stato d’emergenza ulteriore, proprio nel momento in cui la struttura eurofederale ch’ella dirige giunge al più elevato grado d’impopolarità di tutta la sua ingloriosa storia. Se questa non è un’espressione di disperazione, davvero non saprei dire cos’altro potrebbe essere definito tale.
Per quanto lo scenario d’una nuova emergenza pandemica appaia per molti motivi improbabile, però, non va neppure dimenticato come i tempi disperati possano portare le personalità di potere a mosse disperate.
Ad ogni modo, assumendo per assurdo che l’auspicio della signora Ursula si realizzi, nella mente mi sorgono interrogativi su come tale situazione verrebbe accolta. Il punto è che suddetti interrogativi non riguardano la massa né i nemici di classe, bensì come si rapporterebbero gli “amici” a cinque anni dalla precedente pandemia: nello specifico, quegli amici che, al pari del sottoscritto, sono a vario titolo definibili come d’impostazione marxista.
Mi chiedo, insomma, se dinanzi a una nuova pandemia costoro cambierebbero approccio rispetto a quello avuto nel 2020 o se, invece, sarebbero recidivi.
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L’interrogativo riguarda le seguenti categorie di persone:
1) i rossobruni che vedevano, nel lockdown del 2020, una società finalmente disciplinata; senza i capelloni per strada e le cartacce per terra tipiche della decadenza occidentale;
2) i marxisti-leninisti ortodossi, nostalgici dell'URSS, che nel fatto di far guadagnare miliardi a Pfizer e Astrazeneca ci vedevano il trionfo del socialismo perché nel socialismo ci si vaccina punto e basta, quindi va benissimo farlo anche tramite le multinazionali americane;
3) i vetero-piccìsti che vedevano, nel seguire le norme di una OMS controllata dalle multinazionali private, l'eroica difesa della Sanità Pubblica nata dalla Resistenza;
4) gli intellettuali post-operaisti sostenenti che non si dovessero menzionare uomini come Klaus Schwab e Bill Gates o istituzioni come il World Economic Forum: siccome “il capitalismo è impersonale” – dicevano – in esso non ci sono elementi identificabili, non ci sono volontà o strategie, ma solo meccanicismi astratti;
5) gli intellettuali post-post-operaisti sostenenti che bisognasse "tagliare i rami secchi" - ovvero superare il retaggio troppo scientista del marxismo - ma poi, a pandemia conclamata, davano del terrapiattista a chiunque nutrisse dubbi sul fatto che la verità di stato si stesse auto-certificando come verità scientifica;
6) gli intellettuali marxisti-sovranisti che recensivano il libro di Klaus Schwab "Il Grande Reset" per sottolineare che si trattava d'un normalissimo libro di economia, uguale a tanti altri; insomma, protestavano l'innocenza di Zio Klaus di fronte ai rozzi plebei complottisti che, invece, sostenevano senza motivo ch'egli fosse una persona cattiva;
7) i post-strutturalisti tardo-deleuziani, sostenenti che il fatto di denunciare il venir meno dell'habeas corpus esprimesse una visione "neoliberista" e che accogliere le decisioni di OMS, Pfizer e multinazionali fosse, al contrario, connessione biopolitica col Bene Comune;
8 ) gli anarco-insurrezionalisti, gli autonomo-disobbedienti e tutto il cucuzzaro antagonista che, all'ingresso degli spazi okkupati, affigevano la scritta "si entra solo col Green Pass";
9) i lavoratori dipendenti dotati di contratto a tempo indeterminato che - di fronte alle proteste di commercianti e baristi che durante il lockdown si erano ritrovati senza soldi per mantenere le famiglie – qualificavano questi ultimi come egoisti e, ovviamente, “di destra”;
10) gli intellettuali marxisti pro-lockdown, pro-distanziamento sociale, lancianti scomuniche e improperi contro la plebaglia no-vax per un anno di fila che poi però, tutt’a un tratto e all'improvviso, hanno cambiato casacca: senza dare spiegazioni per questo a nessuno e, naturalmente, senza scusarsi con alcuno.
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Il fatto ch’io mi ponga interrogativi di tal fatta, mi rende una brutta persona? Chissà, forse un po’ sì…