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Oggi le vere cause della guerra in Palestina non si possono dire

di Paolo Borgognone - 15/10/2023

Oggi le vere cause della guerra in Palestina non si possono dire

Fonte: Paolo Borgognone

Oggi le vere cause della guerra in Palestina non si possono dire, perché il mainstream ha travolto ogni possibilità di dibattito con la furia di chi obbedisce, da suddito più realista del re, a precisi ordini di scuderia. Così come a febbraio 2022 non si poteva dire che la NATO si era allargata a Est in aperta provocazione anti-russa, oggi non si può parlare delle condizioni sociali disperate in cui Israele ha confinato la Striscia di Gaza, coi suoi 2.500.000 abitanti, da decenni a questa parte. Le cause reali dei conflitti, se non coincidono con gli interessi delle classi dominanti occidentali, sono rimosse dal dibattito pubblico e sostituite con il ricorso all’emotività, al sensazionalismo, al moralismo strumentali a giustificare la costruzione del nemico e del conflitto. Ecco che il passato diventa scomodo e indicibile, va negato e rimosso, se stride con gli interessi dei ceti imperialisti. Il passato viene ricordato solo laddove l’uso della memoria è strumentale a giustificare la promozione degli interessi delle classi dominanti. Per ora è così. Per ora le cause del conflitto Israelo-palestinese sono volutamente occultate e sostituite da slogan come “animali umani”, “maiali”, “è giusto tagliare acqua, luce e gas a quelle bestie”, “Israele non è tenuto a rispettare il diritto internazionale”, “non esistono civili innocenti a Gaza”, ecc. (Quest’ultima frase, tra l’altro, è perfettamente compatibile con l’intento di giustificare uno sterminio poiché se i 2.500.000 abitanti di Gaza, tra cui il milione e duecentocinquantamila bambini presenti nella Striscia, non sono innocenti dunque sono colpevoli, è perfettamente legittimo e giustificato punirli). Le urla che chiamano sangue sono funzionali a suscitare emotività nell’opinione pubblica occidentale e, di conseguenza, a indurla a schierarsi dalla parte dell’imperialismo. Nello stesso tempo, queste urla coprono le voci di chi, in modo oggettivo e distaccato, vorrebbe parlare delle cause reali del conflitto poiché solo dalla rimozione di queste cause (oppressione, colonizzazione della Palestina, imperialismo, nazionalismo etnico, liberalismo) si otterranno la de-escalation e la pace. Ma gli Stati Uniti e Israele non vogliono la pace. Vogliono la guerra totale e non perdono occasione per ribadirlo. E vogliono che noi, i popoli della Terra, ci schieriamo dalla loro parte (volenti o nolenti). Tra pochi mesi, anche in riferimento allo scenario israelo-palestinese e mediorientale, si scoprirà che “i complottisti avevano ragione” (come del resto l’avevano sull’11/9, sulle benedizioni, sul conflitto russo-ucraino, ecc.). Per ora, siamo nella fase sanguinaria del dibattito. La fase che serve alle classi dominanti per fare la guerra, per tentare di giustificarla e per silenziare (in futuro anche reprimere con la forza?!…) gli oppositori del colonialismo occidentale (Inghilterra, Stati Uniti, Israele).