Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Oggi, sulla base di cosa possiamo condannare i campi di concentramento?

Oggi, sulla base di cosa possiamo condannare i campi di concentramento?

di Paolo Desogus - 24/07/2025

Oggi, sulla base di cosa possiamo condannare i campi di concentramento?

Fonte: Paolo Desogus

Gli Israeliani vengono spesso indicati come gli eredi dei sopravvissuti dei campi di sterminio nazisti e, a seconda del punto di vista, questo fardello viene usato per criticare o difendere lo Stato ebraico. Inutile ribadire la mia posizione che è di assoluta condanna verso le brutali pratiche colonialiste dei sionisti.
Mi preme piuttosto osservare che anche noi europei abbiamo un’eredità, peraltro condivisa con gran parte del resto del mondo, tra cui USA, Russia e Cina. Abbiamo ereditato dalla seconda guerra mondiale il diritto internazionale e le agenzie dell’Onu. Abbiamo ereditato il principio dell’autodeterminazione dei popoli e gli ideali di democrazia, che tra le tante cose riguardano anche la separazione tra stato e religione.
Queste eredità hanno avuto grandi riflessi su alcuni principi umanitari, tra cui quello che condanna l’uso della fame come arma di guerra o di oppressione. Tale principio è stato violato esplicitamente da Israele.
Ora, dal 1945 ad oggi questi principi sono stati più e più volte violati. Non si contano le trasgressioni compiute dagli Stati Uniti. Tuttavia l’impianto generale dell’ordine successivo alla seconda guerra mondiale non era mai stato veramente messo in discussione nelle sue fondamenta.
Oggi ci troviamo davanti a una svolta. I crimini di Israele sono così grandi, così plateali, così efferati e allo stesso mondo l’immobilismo della comunità internazionale è così vigliacco, così complice, così visceralmente ingiusto che quelle eredità si sono letteralmente dissolte.
Questo comporta una serie di conseguenze pesantissime. La vita umana non ha più un valore universale. Affamare, terrorizzare, umiliare e in definitiva annientare anche sul piano fisico un essere umano e la sua comunità è legittimo. L’Europa (mi riferisco soprattutto a lei perché sono italiano), seppure in modo ipocrita, ha accettato il crollo della sacralità della vita umana.
Altra conseguenza è il crollo dei principi diplomatici regolati da leggi generali miranti alla convivenza pacifica. Contano ormai solo i rapporti di forza. Le stesse alleanze tra stati, come la NATO, non si fondano su un qualche ideale, al massimo sbandierato per placare le coscienze di qualche imbecille, ma solo sulla nuda volontà di potenza.
Ora, vorrei osservare che non sta scritto da nessuna parte che l’ordine giuridico e i principi umanitari nati dalla fine della guerra e dalla sconfitta del nazismo debbano restare ancora in piedi. La direzione che sta prendendo la storia è però mossa da una forza che trascura totalmente le volontà dei paesi democratici. Il genocidio in Palestina si sta svolgendo in contrasto con la volontà popolare europea. Gli stati del nostro continente hanno voltato le spalle ai loro popoli. Il nuovo ordine emerge senza il minimo coinvolgimento delle realtà democratiche.
È un fatto davvero inquietante. Proprio mentre viene meno il principio universale della sacralità della vita umana, anche la democrazia crolla. Parallelamente viene anche meno il rapporto positivo col passato. Oggi, sulla base di cosa possiamo condannare i campi nazisti? Quali criteri morali e giuridici abbiamo per dire che la Germania nazista è un esempio di barbarie da contrastare attraverso un modello politico e culturale opposto?