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Aspetta e spara

di Marco Travaglio - 03/04/2022

Aspetta e spara

Fonte: Il Fatto quotidiano

Quando le cose parevano volgere al meglio, ecco abbattersi sulla
resistenza ucraina una catastrofe che potrebbe esserle fatale: Bernard
Henri-Lévy, per gli amici BHL. Che non è un corriere espresso, ma lo
stagionato nouveau philosophe (a proposito: la qualifica ha una data di
scadenza, come gli yogurt, o è vitalizia?) dell’Armiamoci & Partite.
Decollato dalla tour Eiffel a bordo dei colletti all’insù tipo strega di
Biancaneve, s’è paracadutato su Odessa rischiando di incontrare Giletti.
E ora annuncia su Rep l’imminente “ritirata di Putin” perché “il suo
esercito si sta afflosciando”, “l’ora del declino è scoccata” e manca un
pelo alla “vittoria ucraina”: basta “un incremento minimo degli aiuti”.
I pappamolla vorrebbero trattare per evitare inutili stragi, ma “il
momento non è ancora arrivato”. Ci farà sapere lui. Intanto lasciamoli
sterminare ancora un po’ e sbavagliamo Biden, che trova sempre le parole
giuste (“ha detto pane al pane”): purché “difenda ogni centimetro” di
Ucraina che – sorpresa! – è un “santuario della Nato” (quindi ha ragione
Putin). “L’America sta tornando” e ci sono ottime speranze per la terza
guerra mondiale. Del resto Pupetto Montmartre di Champs-Élysées è un
grande fan delle guerre col culo degli altri. Non se n’è persa una.
Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria: allons enfants!
Purtroppo porta sempre malissimo a chi appoggia. Memorabile, nel 2011,
la missione a Bengasi per reclutare ribelli anti-Gheddafi, promuovere a
partigiani della libertà capitribù e tagliagole, proporsi come mediatore
tra loro e la Nato, spingerla a bombardare tutto fino alla
sodomizzazione e all’assassinio del rais. “La Libia entra nella
democrazia, sono fiero”, esultò al rientro. Risultato: 11 anni di guerra
civile. Nel 2020, ancora fiero, atterrò a Misurata per il meritato
premio. E la popolazione glielo tributò volentieri, come raccontò lui
stesso in uno straziante reportage su Rep (all’inizio s’era spacciato
per inviato del WSJ, che però l’aveva smentito): “Libia, sputi e spari.
Così mi hanno dato la caccia nel deserto”. Salvato dal linciaggio, fu
rimpatriato con l’ordine di non mettere più piede in loco. L’anno
scorso, lacrimante per l’indecorosa fuga americana da Kabul, si
aviotrasportò in Panshir chez Massoud jr. per scongiurare la pace dopo
appena 42 anni di guerra e annunciò su Rep che la disfatta talebana era
vicina. Risultato: talebani al potere e Massoud jr. scappato in
Tagikistan. Se aggiungete che, nelle sue molte vite, il délabré
philosophe ha sposato Trotzky, Mao, Mitterrand, Cesare Battisti, Sarkozy
e pure Renzi e Calenda, potete ben comprendere la nostra trepidazione
per gli ucraini. Nella vita ci si può salvare da tutto, persino
dall’armata russa. Da BHL no.