Il caso di Elisa Esposito offre un esempio perfetto per esprimere la mia distanza dal pensiero liberale e dai filosofi come Corrado Ocone ( https://www.nicolaporro.it/elisa-esposito-perche-do-ragione-alla-maestra-di-corsivo-su-tiktok/?utm_source=app&utm_medium=link&utm_campaign=telegram), che qui arriva ad una logica ma allo stesso tempo paradossale presa di difese della Maestra di corsivo.

Secondo Ocone la famosa influencer avrebbe ragione nel rispondere ai suoi critici che l'hanno bersagliata con frasi del tipo "vai a lavorare ecc". Sempre Secondo Ocone la Esposito avrebbe messo Ko i suoi haters rispondendo: "È colpa vostra se guadagnate 1300€ al mese, non mia o dello Stato". Questo tipo di risposta, difesa dal filosofo, offre un esempio perfetto di sintesi del pensiero liberale: "Sei libero di fare ciò vuoi e se non ce la fai è colpa tua". Si entra in un selciato molto scivoloso e da Platone in poi il dilemma tra libertà individuale ed etica pubblica non ha mai trovato soluzioni. Democrito, in un dialogo riportato con Socrate, sintetizzava così la questione: "È inutile continuare a discutere, o si è per Platone o contro", traducendo ai nostri giorni: o si è per la società regolata da un'etica e da valori indicati dallo Stato (Hegel), oppure per la libertà individuale".

Messo con le spalle al muro, sceglierei sicuramente la seconda, e il perché è dato proprio da esempi alla Esposito o tutti quegli imbecilli che sono riusciti a fare successo su tit tok ed Instagram: si pensi a Chiara Ferragni, una che non sa articolare un discorso di senso compiuto e che nella sua vita ha fatto solo selfie.

Ocone riprende il discorso sostenendo che l'economia e l'etica sono due campi distinti e separati, e anche se produce degrado culturale e si veicola imbecillità di massa, questo risponde alle esigenze del mercato. Il filosofo liberale non sa dire se questo sia giusto da un punto di vista etico e lascia la questione nel limbo.

Dal mio punto di vista invece, la questione etica e valoriale è indissolubilmente legata a quella economica, e la prova ne è il successo di gente decerebrata che diffonde idiozia e degrado umano a profusione. È giusto secondo voi che una come la Esposito o la Ferragni, per non parlare del fenomeno delle "modelle" Only fans, guadagnino più di uno che ha 2 lauree o parli quattro lingue? Il libero mercato e l'individualismo anodino, se lasciati a se stessi e non direzionati verso modelli positivi, producono annichilimento, frustrazione ed ingiustizia sociale (da qui i vari improperi alla Esposito).

La domanda fondamentale da porsi è quindi: deve uno Stato non dico imporre, ma veicolare modelli positivi e nobilitanti per l'individuo e la società, oppure lasciare che ognuno faccia ciò che desidera con ricadute culturali ed economiche su milioni di persone? Tornando alla questione di partenza, è giusto che una semi pornostar, che stravolge l'italiano e degrada l'intelletto umano, abbia la libertà di fare ciò che vuole, perché tanto a decidere è il mercato? La risposta non la da nemmeno Ocone, ma lui come altri non possono esimersi dall'ignorarla. Ecco quindi perché non sono e mai sarò un liberale, e per me un individuo intellettuale superiore o che emerge attraverso doti ed impegno personale, deve avere nella società maggiore rispetto e considerazione di qualsiasi persona che si mostri in abiti discinti o che si spari selfie a ripetizione.

C'è un'altra questione poi, che non può essere ignorata: siamo sicuri che il mercato sia neutro e che in questa apparente società liberale, non ci sia la volontà di far prevalere modelli e valori specifici? A ben guardare il trend generale, direi proprio di no.

Un esempio classico è quello dell'industria Hollywoodiana, che ha imposto dall'alto i suoi modelli valoriali, producendo "l'americanizzazione del mondo", per usare una espressione del filosofo Alain De Benoist, che è stata dal dopoguerra in poi, il principale strumento di dominio sugli altri popoli da parte dell'Impero a stelle e strisce. Le società cosiddette liberali, non sono mai libere fino in fondo, ed anche se lo fossero commetterebbero solo disastri non meno che i regimi propriamente totalitari.

Chi mi dice, che l'alternativa al modello democratico-liberale, sarebbe la Bielorussia di Lukashenko o peggio, la Korea del Nord, rispondo che educare una società o i singoli individui a valori nobili e positivi, non significa proporre il "Platone di esecuzione" come scrisse ironicamente M. Veneziani. Veicolare modelli e proponimenti costruttivi volti ad elevare l'individuo, esattamente come fa un buon padre di famiglia, che osservando suo figlio lo indirizza verso attività o percorsi in conformità al suo carattere, ma sempre rispettando la sua LIBERTÀ di scelta, non si traduce necessariamente nel mettergli un mitra dietro le spalle, come facilmente qualche provocatore contesterebbe! Inoltre, gli esempi di finta libertà nei regimi liberali, l'abbiamo sperimentata drammaticamente in due anni di finta pandemia, dove è superfluo ripetersi, per non parlare della violenza del politicamente corretto e del nuovo puritanesimo woke che nascono all'interno delle culture liberal.

La tensione tra Libertà individuale e etica pubblica è irriducibile e non sarò certo io risolverla, dal memento che non sono riusciti a farlo i maggiori esponenti di tutta la storia della filosofia, ma se devo scegliere un modello di Stato, ne scelgo uno che proponga e non imponga si badi! modelli POSITIVI. Su ciò che si intenda per positivo, è ovvio che qui si aprirebbe un altro tema che richiederebbe una trattazione a parte. Per concludere quindi, libero mercato ed etica, non sono due concetti disgiunti, ma comunicanti, ed in continua tensione dialettica. A chi obietta che ognuno è libero (ammesso che lo sia, ma non lo è per mille fattori: sociali, ambientali, individuali, ecc) di fare e scegliere ciò che vuole, anche di drogarsi, ammazzarsi, prostituirsi, non lamentiamoci se poi però la società produce le Esposito e le Chiare Ferragni che guadagnano più di uno che ha studiato e si è impegnato una vita, e che ciò che è peggio, inducono milioni di giovani ad imitarli.