Pluriverso
di Martino Mora - 16/08/2025
Fonte: Martino Mora
Dalla caduta del comunismo sovietico, la geopolitica degli Stati Uniti d’America ha mirato costantemente a due obiettivi principali: il primo è l’isolamento o “contenimento “della Russia, circondata gradualmente dalle basi della Nato aperte a getto continuo nei Paesi dell’ex Patto di Varsavia; il secondo é la destabilizzazione sistematica dei Paesi nordafricani e medioerientali non allineati a Israele.
Per realizzare questi due obiettivi, la plutocrazia a stelle e strisce non ha disdegnato di utilizzare i più improbabili alleati: il jihadismo più feroce e il nazionalismo (a volte anche il neonazismo) antirusso.
Le rivoluzioni “colorate” e i colpi di Stato sono spesso serviti per realizzare entrambi gli obiettivi di cui sopra.
Poiché crediamo che questa politica del Caos sia stata ingiusta, distruttiva e abbia anche fortemente contribuito all’invasione migratoria nelle nostre società, auguriamoci che finisca presto.
E che il primo passo, almeno per ciò che attiene al superamento dell’isolamento della Russia, venga proprio dall’incontro Trump-Putin in Alaska.
La speranza è che da un mondo unipolare, dominato dall’impero del dollaro e dalla sua componente sionista, si passi ad un mondo multipolare, basato su grandi spazi di civiltà.
Ciò forse sancirebbe il passaggio dal livellante e nichilista universalismo della “civilizzazione”mondiale americanomorfa, orgiastica, mercantile, etnocida e arcobalenata, al puralismo organico e comunitario delle civiltà.