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Postumi

di Andrea Zhok - 15/06/2023

Postumi

Fonte: Andrea Zhok

Ciò che lascia davvero perplessi nei postumi della morte di Silvio Berlusconi non c'entra con Silvio Berlusconi, ma ha molto a che fare con la nostra società.
Ciò che colpisce, e preoccupa, è il duplice "vilipendio di cadavere"che sta avvenendo, sia da parte di chi lo avversa che da parte di chi lo osanna.
Già, perché tutto si può dire di S.B. ma certamente non che sia stato un pupazzo: è stato per decenni una presenza imgombrante e una soggettività difficilmente addomesticabile per chiunque, amici e nemici.
Fino ad un minuto prima della sua morte Berlusconi era temuto e visto con inquietudine ad ogni latitudine politica.
Gran parte dei "compagni di cordata" che oggi si sperticano in lodi spesso imbarazzanti erano in verità fino a l'altrieri terrorizzati di qualunque sua esternazione (che avrà detto su Gheddafi? e su Putin? e sulla Germania? Quando la smette?).
E gran parte degli avversari storici temevano di aprire la bocca contro un personaggio comunque potente e temibile, che aveva imposto la sua agenda per anni lasciando tutti a giocare di rimessa.
Oggi, che, come sempre accade per i mortali, la "livella" ha trasformato un soggetto in oggetto, una persona in un corpo alla mercé di tutti, oggi si scatenano le forze della manipolazione.
In quanto oggetto per altri S.B. non può più replicare né agli attacchi né ai tentativi di strumentalizzazione, non può più opporsi né a chi d'un tratto rinfaccia a muso duro i mali fatti (mali spesso indistinguibili da quelli prodotti dai suoi avversari, ma prodotti in modo più sfacciato - e perciò anche meno menzognero), né può opporsi a chi d'un tratto lo trasforma nel proprio inestimabile eroe (quando fino a ieri lo considerava come un inaffidabile e pericoloso alleato).
Viene alla mente quella scena in cui dopo la morte di King Kong, e la sua caduta dell'Empire State Building, arrivano frotte di paparazzi, postini, poliziotti, impiegati, varia umanità a farsi le foto accanto, o sopra, il corpaccione del "mostro".
Ecco questo è l'aspetto che mi pare più rilevante in questa vicenda: coerentemente con un'epoca - e un paese - in cui nessuno più ha il coraggio di affrontare la realtà presente e sfidarne le minacce, in cui vigono la passività, l'inerzia, il disorientamento più capillari, in cui accettiamo ogni giorno senza batter ciglio ciò che il giorno innanzi era inaccettabile, coerentemente con questo scenario, siamo disposti a combattere le nostre battaglie - pro o contro - soltanto con i morti.