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Powell e la Fed: le capriole contro corrente

di Fabrizio Pezzani - 23/09/2025

Powell e la Fed: le capriole contro corrente

Fonte: Fabrizio Pezzani

Lo scontro tra Trump e Powel governatore della Fed ha portato ad una riduzione dei tassi di interesse dello 0,25, troppo poco per le richieste del Presidente . In realtà lo scontro tra Fed e Trump è iniziato poco dopo l’elezione di Trump che ha messo in piedi l’azione dei dazi ai paesi che hanno rapporti commerciali con gli Usa e poi ha avviato lo scontro per un insistente richiamo a Powell perché si attivasse nella riduzione dei tassi di interesse.  
La posizione della Fed è sempre stata giustificata da Powel che una riduzione sarebbe stata possibile solo in presenza di un calo dell’inflazione e della crescita dell’occupazione ma nonostante le riserve enunciate di fronte ad ogni intimidazione sembrava che non ci potesse essere spazio per una riduzione che curiosamente avviene ora che l’inflazione sta salendo e la disoccupazione sta aumentando insomma un quadro esattamente opposto alle dichiarazioni  che bloccavano ogni azione sui tassi ; i giochi della finanza non finiscono mai e noi li subiamo in silenzio .
Proviamo a capire cosa sta succedendo negli Usa a partire dal debito monstre che sembra spingersi verso i 38.000 mld/$ quasi quadruplicato rispetto a quello del 2010 e gli interessi sul debito in quattro anni sono passati da 500mld /$ a oltre i 1000 mld/$ più della spesa della difesa per la prima volta nella loro storia. 
Le azioni di Trump sono state quelle di provare a ricavare entrate fiscali tramite i dazi anche per ridurre lo storico deficit commerciale degli Usa che hanno prodotto alcuni problemi sull’occupazione e sulla bilancia dei pagamenti. Ma gli Usa stanno incassando meno di quello che spendono ed il rapporto previsionale sul rapporto debito /pil mostra una costante ascesa verso l’alto con la previsione del 130 % già a partire dal 2026 il rapporto mostra con evidenza come l’indice abbia una crescita costante è chiaro che una riduzione dei tassi riduce la spesa per interessi passivi come emerge dal seguente grafico:                
Ma la politica di stampare all’infinito carta moneta si sta scontrando con la minore appetibilità dei TBUSA  che trovano maggiore difficoltà nella collocazione e quanto più si rende necessario stampare carta moneta tanto più elevato diventa lo stock dei TBUSA da collocare in un mercato sempre più rigido ; inevitabilmente il mercato si muove se si alzano i tassi come sta succedendo e questo va contro l’abbassamento dei tassi stessi.
Inoltre la debolezza del dollaro che si sta lentamente svalutando sotto la pressione dei mercati internazionali che scontano la debolezza del paese ed in particolare per la politica di dedollarizzazione avviata dai BRICS che riduce il vantaggio da sempre avuto dal dollaro come principale moneta di scambio contribuisce ad un innalzamento dell’inflazione che sembra non essere dovutamente osservata.
Il tasso di inflazione che era 2,9 in luglio è sceso a 2,4 in agosto ma è dato in crescita a 2,6 , quindi sta salendo ; le manovre di Trump sui dazi hanno spinto all’acquisto all’estero dei beni da mettere in magazzino prima dell’entrate dei dazi infatti gli acquisti si sono alzati nei primi mesi dell’anno fo a  marzo per decrescere poi come si può vedere nel seguente grafico:                    
Mora i beni oggetto di scambio per colpa dei dazi hanno aumentato i prezzi a discapito di una minore capacità di acquisto della classe media e delle altre , per questo l’inflazione sta salendo e probabilmente non si fermerà specie nel settore agroalimentare  dove gli occupati in gran parte non sempre regolari per paura di essere espulsi hanno abbandonato il lavoro . In California che produce il 30% dei beni in questione il 70 % dei lavoratori si sono allontanati e i beni non vengono raccolti e così arrivano alla vendita prezzi ancora più alti alzando il tasso inflattivo con la perdita dei produttori che rischiano il fallimento. L’agroalimentare per sua natura è vincolato all’economia reale ed a differenza dei titoli tecnologici non può vivere di bolle ma deve mantenere i piedi per terra , la Tesla capitalizza 75 volte gli utili attesi e Oracle ancora di più gonfiato in un giorno per commesse sulla AI e sulle aspettative che però non sono conoscenze ma questo è il gioco ingannevole della finanza.
D’altro canto gli Usa sono prigionieri della loro supponenza e l’operazione di delocalizzare tutta la manifatture per ridurre i costi e favorire gli aumenti dei titoli in borsa da fare esplodere con ipercapitalizzazioni li obbliga a continuare nella catena di approvvigionamento verso paesi stranieri con l’inutile illusione di riportare la manifattura in patria contro l’evidenza che un processo durato 35 anni , a partire dai primi anni novanta  rende impossibile nel breve tempo una sua riconversione e crea potenziale disoccupazione che sembra crescere come si può vedere nel grafico seguente :      
Le azioni della Fed che ha cercato, forse , di imbonire Trump si muovono su un terreno estremamente scivoloso e contradditorio in un contesto di alta imprevedibilità che lascia pensare che le operazioni di Trump possano diventare un boomerang sia per l’occupazione che per gli interessi troppo condizionati da politiche orientate a farli andare in direzione opposta a quella voluta.