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Premio Nobel all’ingegneria della vita: un enorme "passo avanti" per l'umanità o la tecnocrazia e le multinazionali?

di Anna De Nardis - 31/12/2020

Premio Nobel all’ingegneria della vita: un enorme "passo avanti" per l'umanità o la tecnocrazia e le multinazionali?

Fonte: Comedonchisciotte

La notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la chimica alle ricercatrici Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna è stata accolta dalla stampa con toni trionfalistici: si veda, ad es., Le Scienze (Edizione italiana di Scientific American) del 7 ottobre 2020, che parla di “rivoluzione del CRISPR” e spiega che le genetiste “hanno sviluppato uno strumento molecolare che può essere usato per effettuare incisioni precise nel materiale genetico, rendendo possibile cambiare con facilità ed esattezza il codice della vita”.

L’articolo sottolinea “l’elevata efficienza e precisione con cui i sistemi CRISPR – Cas9 tagliano il codice genetico, che permetterebbe agli scienziati di utilizzarli per manipolare il DNA delle cellule”, in quanto possono programmare “in modo da poter tagliare qualsiasi molecola di DNA in un sito predeterminato”.

Nella stessa rivista Anna Meldolesi spiega che “la tecnica di editing genomico CRISPR ha rivoluzionato le scienze della vita, e le sue applicazioni crescono a ritmo accelerato, così come gli studi e le sperimentazioni spaziando nei campi più vari e cambiando per sempre la ricerca biologica di base”.

La notizia merita una attenta riflessione, per capire se tanta enfasi sia giustificata e, più in generale, quale sia il senso dell’attribuzione del premio.

L’espressione usata nell’articolo, cambiare con facilità il codice della vita fa pensare, a un profano come chi scrive, di essere di fronte a un delirio di onnipotenza, da parte di chi considera gli esseri viventi come oggetti da possedere e manipolare.

Per questo è opportuno un confronto critico con il pensiero di chi segue un’impostazione ecologica della conoscenza in tema di salute e agricoltura.

Vandana Shiva, la scienziata che ha dedicato la vita a combattere i guasti che l’agricoltura industriale provoca alla salute, all’economia e alla vita, soprattutto delle popolazioni non occidentali, nel suo libro Il pianeta di tutti (Feltrinelli, 2019) riporta che “uno studio pubblicato dalla rivista “Nature Methods” ha rivelato che il CRISPR ha indotto centinaia di mutazioni non volute nel genoma dei topi.

Gli autori hanno scoperto più di 1500 mutazioni mononucleotidiche e oltre 100 cancellature e inserimenti ancora più consistenti. Nessuna di queste mutazioni del DNA era stata prevista dagli algoritmi informatici che vengono ampiamente utilizzati dai ricercatori per effettuare lo screening del genoma di un organismo alla ricerca di potenziali effetti collaterali […]. Come rileva Franziska Fichtner, “nel sistema dei mammiferi la Cas9 è causa di un’elevata quantità di effetti collaterali indesiderati” (1).

premio nobel all'ingegneria della vitaVandana Shiva (al centro)

Ora, è possibile che negli anni più recenti siano state apportate delle correzioni ai metodi di ricerca, ma rimangono alquanto discutibili gli assunti epistemologici su cui queste ricerche si basano.

Secondo Vandana Shiva l’errore insito nel CRISPR è l’idea che i cambiamenti delle funzioni dei geni possono avere un carattere discreto e circoscritto. La nozione di un editing preciso di un genoma, tale da produrre un esito biologico predeterminato, dipende essenzialmente dal presupposto secondo cui i geni producono risultati meccanici […]. Sta di fatto, però, che un percorso predefinito discreto o semplice dal gene a un determinato tratto probabilmente non esiste. […]. I genetisti e i biologi molecolari, però, sin dai tempi di Gregor Mendel, si sono dedicati a scoprire o a creare sistemi sperimentali artificiali in cui le fonti di varianti ambientali o di altro tipo vengono ridotte al minimo in modo da non distrarre dalla più “importante” questione della scoperta genetica. […]. Il loro paradigma tende a minimizzare le enormi complessità con cui le informazioni vengono trasmesse (in entrambe le direzioni) tra gli organismi e il loro genoma”  (2).

In altri termini, gli organismi vengono studiati in laboratorio al di fuori del loro ambiente e i geni vengono considerati al di fuori dell’organismo nella sua interezza e complessità.

Ma, avverte la scienziata, “sostenere che i geni siano l’elemento primario è più ideologia che scienza. I geni non sono entità indipendenti, bensì parti integranti di – e dipendenti da – un insieme che consente loro di funzionare. Tutte le parti della cellula interagiscono, e nella costituzione di un organismo le concatenazioni di geni sono importanti almeno quanto gli effetti dei geni singoli. I geni hanno molteplici effetti e la maggior parte dei tratti dipende da più di un gene. Eppure, si resta aggrappati alla causalità lineare e riduzionistica del determinismo genetico” (3). Altrove, sostiene che “La debolezza del potere teorico ed esplicativo del riduzionismo è compensata dal suo potere ideologico e dal sostegno politico ed economico che gli viene riservato” (4). Pertanto mette in guardia su “quanto siano inaffidabili gli assunti e le proiezioni di tecniche di editing del genoma come il CRISPR, e di come siano inaffidabili coloro che rassicurano sulla loro precisione, prevedibilità e, quindi, sicurezza, sostenendo che non necessitano di regolamentazione”(5).

In realtà “le questioni etiche legate al CRISPR sono significative. In un articolo del New York Times si legge:

“Gli scienziati temono che questa tecnologia possa essere usata per alterare i geni negli embrioni, negli spermatozoi o negli ovuli umani, in forme che potrebbero trasmettersi di generazione in generazione.”

Tuttavia, sembra che una sola prospettiva non inquieti le classi dirigenti: “Ricardo Steinbrecher fa notare che in alcuni paesi il CRISPR trova un vuoto legislativo totale”  (6).

Ma, oltre alle considerazioni di carattere scientifico, bisogna farne altre sul valore politico che l’assegnazione di questo premio Nobel contiene.

nobel all'ingegneria della vitaEmmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna

Non è da oggi, infatti, che il Nobel viene influenzato dalla politica economica predominante e, a sua volta, contribuisce a costruire o rafforzare le ideologie:

“la configurazione strutturale e cognitiva della biologia nel paradigma riduzionista è stata grandemente favorita dalla potenza economica della Fondazione Rockefeller […]. L’entità dei finanziamenti [25 milioni di dollari dal 1932 al 1959] è stata tale da orientare le tendenze della biologia molecolare. A partire dal 1953 (l’anno in cui è stata definita la struttura del DNA), il Premio Nobel è stato attribuito per dodici anni consecutivi a studiosi di biologia molecolare del gene, e tutti questi Nobel – a parte uno – erano sostenuti almeno in parte dalla Fondazione Rockefeller sotto la direzione di Weaver” (7).

Il Nobel conferito quest’anno, non solo rafforza il paradigma dell’ingegneria genetica che

“sta distruggendo gli ultimi resti dei paradigmi ecologici, ridefinendo gli organismi viventi e la biodiversità come creazione degli uomini”

[Vandana Shiva, Bioterapia, p.39],

ma accoglie e sancisce la mercificazione della scienza: dalle informazioni fornite da Vandana Shiva, si può evincere che anche le ricerche premiate quest’anno non hanno come finalità prioritaria il miglioramento della condizione umana – sul piano del benessere psicofisico o dell’arricchimento culturale – ma sono rivolte al profitto.

Infatti: Bill Gates e altri tredici soggetti hanno investito 120 milioni in una nuova società incentrata sul CRISPR, la Editas, fondata da Feng Zhang, ricercatore del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e del Broad Institute […]. L’investitore principale è una società creata di recente chiamata bng0 […]. Gates finanzia anche Jennifer Doudna [proprio lei!, ndr], cofondatrice di Carbon Biosciences, che lavorava sugli utilizzi sperimentali della tecnologia CRISPR – Cas 9 e, più di recente ha creato Intellia Therapeutics per i trattamenti medici. Doudna ed Editas sono impegnate in una battaglia per la proprietà dei brevetti delle tecnologie CRISPR. Per Gates, che finanzia entrambe le parti in causa, comunque sarà un successo, dato che finirà per essere tra i detentori dei brevetti sul CRISPR”  (8).

Il sistema dei brevetti è il mezzo attraverso cui il lavoro di ricerca diventa “proprietà intellettuale” e acquista “valore di scambio” da spendere sul mercato.

Tra l’altro, come Vandana Shiva fa notare, comporta modelli scientifici predefiniti ed è quindi funzionale alla affermazione del paradigma riduzionista, prevalente in questo periodo storico:

I diritti di proprietà intellettuale, così come vengono intesi negli accordi internazionali, quali il GATT e la Convenzione della biodiversità, o come vengono imposti unilateralmente dalla clausola speciale 301 dalla legge USA sul commercio estero, [….] sono uno strumento utilizzato per esportare in tutto il mondo il sistema dei brevetti USA, che comporta necessariamente un impoverimento intellettuale e culturale perché elimina gli altri strumenti conoscitivi, gli altri obiettivi della creazione del sapere e gli altri modi di condivisione della conoscenza. Il Protocollo sui diritti di proprietà intellettuale previsto dal GATT si basa su un concetto molto restrittivo di innovazione […].

  • La prima restrizione deriva dalla trasformazione dei diritti comuni in diritti privati. Nel preambolo del Protocollo si afferma esplicitamente che i diritti di proprietà intellettuale sono riconosciuti solo in quanto diritti privati […].
  • La seconda restrizione dei diritti di proprietà intellettuale è legata al fatto che vengono riconosciuti solo quando la conoscenza e l’innovazione generano profitto […].

Secondo l’articolo 27.1 del Protocollo, l’innovazione, per essere riconosciuta come diritto di proprietà intellettuale, deve potersi sviluppare in applicazioni industriali”  (9).

In tal modo, l’ingegneria genetica ed i brevetti sulla vita diventano“l’espressione più compiuta di quella commercializzazione della scienza e di quella mercificazione della natura che sono cominciate con la rivoluzione industriale”  (10).

Inoltre, la brevettabilità negli organismi viventi porta con sé due tipi di violenza. Primo, le forme di vita sono trattate come fossero semplici macchine, negando loro la capacità di organizzarsi. Secondo, consentendo di brevettare le future generazioni di piante e animali, viene negata agli organismi viventi la capacità di autoriprodursi”  (11).

Si comprende quindi come il riduzionismo scientifico premiato con il Nobel, è legato alla commercializzazione dei saperi e porta in sé una chiara connotazione di controllo e di potere.

In tal modo risulta funzionale alla politica delle multinazionali, che orientano la ricerca in modo da esplorare sempre nuovi campi da monopolizzare e sfruttare. E’ quanto ha affermato Bill Gates:

Sul piano della proprietà intellettuale quello che noi facciamo è semplicissimo. Finanziamo la ricerca e creiamo concretamente, noi ed i nostri partner, una proprietà intellettuale, ragion per cui tutto quello che viene inventato con il denaro della fondazione viene distribuito nei paesi più ricchi e finisce per produrre un ritorno economico  [Ginevra, 16 maggio 2011] (12)”.

Con il sistema dei finanziamenti, si influenzano pesantemente gli orientamenti scientifici, non solo determinando i campi di ricerca, ma anche scegliendo i modelli teorici da adottare.

Questo interesse “ideologico” Gates l’ha dimostrato sostenendo il progetto di insegnamento “Big History”, una ricostruzione storica che, secondo Vandana Shiva,

“non è altro che narrazione meccanicistica, riduzionistica e tecnocratica del potere e del controllo (13).

Con questi stessi termini, si può definire il progetto complessivo in cui si inquadrano le attuali scoperte di biologia molecolare.

Di questo progetto, si possono dare alcune linee:

Bill Gates è il capofila di quei miliardari “emersi negli ultimi 20 anni [che] stanno creando le loro strategie di investimento e le loro economie fondate su rendite accumulate grazie alle royalty provenienti dai brevetti: sulle sementi, sul software, sugli algoritmi per processare la grande massa dei dati (14)”. In tal modo influenza le politiche economiche, agricole e sanitarie in tutto il mondo. Oltre a sostenere Monsanto, DuPont e Bayer attraverso una varietà di iniziative a loro favore, la Fondazione Gates investe in compagnie dell’agribusiness come Archer Daniels Midland, Kraft, Mondelez International, Nestlè e Unilever. Tra le compagnie chimico – farmaceutiche in cui Gates investe spiccano Basf, Dow Chemicals, GlaxoSmithKline, Novartis e Pfizer (15).

Tutto questo potere economico gli permette di esercitare il controllo, e condizionare la vita delle persone e le politiche degli stati.

Gates sta ora impiegando il suo potere economico per estendere al mondo vivente il suo impero fondato sui brevetti, per privatizzare i beni comuni biologici e cognitivi mediante brevetti e biopirateria. Sta tentando di assicurarsi il controllo delle sementi attraverso il controllo delle banche dei geni in cui è immagazzinata la biodiversità del mondo; sta cercando di piratare e brevettare varietà vegetali resilienti al clima sviluppate dagli agricoltori; sta provando, con l’impiego di strumenti digitali, ad accaparrarsi brevetti genomici sulla biodiversità e l’agricoltura; sta tramando per privatizzare i nostri beni comuni alimentari imponendo cibi Ogm” (16).

nobel ingegneria della vitaBill Gates

In un periodo in cui ascoltiamo continui appelli alla “responsabilità verso gli altri” perché “ci si salva insieme o non ci si salva”, è bene considerare anche alcune delle ricadute sociali che la politica dei brevetti sulle forme di vita produce a livello globale e analizzare non solo le sue conseguenze – in termini di controllo e possibile nocività – nel mondo industrializzato, ma soprattutto gli effetti devastanti che devono subire le comunità del Terzo Mondo.

“Come con la colonizzazione della terra, la colonizzazione dei processi vitali avrà un grosso impatto sull’agricoltura del Terzo Mondo: indebolirà il tessuto etico e culturale delle società basate sull’agricoltura”, trasformando gli agricoltori in “fornitori di materie prime gratuite” e rendendoli “totalmente dipendenti dalle industrie per input vitali come i semi” [Vandana Shiva, Bioterapia, pag.72].

Ma … Stoccolma è lontana dal Terzo Mondo!!

premio nobel ingegneria della vitaEmmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna, Nobel per la Chimica 2020

Di Anna De Nardis, ComeDonChisciotte.org

Anna De Nardis, saggista, già insegnante di fisica, ha unito la ricerca di modalità di indagine della natura allo studio del simbolismo religioso. È una delle maggiori conoscitrici di Momolina Marconi e della sua vasta produzione.

NOTE

(1) = Vandana Shiva, Kartikey Shiva Il pianeta di tutti, Come il capitalismo ha colonizzato la Terra, p.121, Feltrinelli, 2019

(2) = Ibidem, pp.121-2

(3) = Ibidem, p.79

(4) = Vandana Shiva, Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi indigeni, p.44, CUEN srl, 1999

(5) = Ibidem

(6) = Vandana Shiva, Kartikey Shiva Il pianeta di tutti, Come il capitalismo ha colonizzato la Terra, p.122/125, Feltrinelli, 2019

(7) = Vandana Shiva, Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi indigeni, p.42, CUEN srl, 1999

(8) = Vandana Shiva, Kartikey Shiva Il pianeta di tutti, Come il capitalismo ha colonizzato la Terra, p.123 Feltrinelli, 2019

(9) = Vandana Shiva, Biopirateria. Il saccheggio della natura e dei saperi indigeni, p.21/22, CUEN srl, 1999

(10) = Ibidem, pag.38

(11) = Ibidem

(12) = Vandana Shiva, Kartikey Shiva Il pianeta di tutti, Come il capitalismo ha colonizzato la Terra, p.142, Feltrinelli, 2019

(13) = Ibidem, p.151

(14) = Ibidem, p.52

(15) = Ibidem, pp.139/141

(16) = Ididem, p.99

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org