Rutte
di David Nieri - 11/12/2025

Fonte: David Nieri
È di oggi l’ennesima dichiarazione di Rutte, secondo il quale la Russia starebbe preparando un attacco alla NATO. A tal proposito, una parola è troppa e due sarebbero poche.
Mi limito a qualche considerazione, ovviamente personale.
Kiev ha perso la guerra, o, meglio, non può vincerla. Mosca ha vinto la guerra, o, meglio, non può perderla. Al netto di tutte le considerazioni sull’aggressore, l’aggredito, l’invasore e l’invasato, la situazione, ormai è evidente, è questa. Kiev non potrebbe avere la meglio neanche se la NATO decidesse di rifornirla di alabarda spaziale, raggi gamma e doppi magli perforanti.
L’Ucraina ha perso la guerra, l’Europa ha perso la faccia. La NATO è in balia delle decisioni del Biondo, al quale interessa poco della pace e molto degli affari. E qui si aprirebbero parentesi infinite.
È ovvio che le condizioni per la pace le stabilisce soprattutto il vincitore. Ci sono i territori contesi. Mosca li vuole, l’Europa e l’invasato giramondo dicono no, sarebbe una resa, serve una pace giusta. Pace giusta, per l’Europa e per lo screanzato, significa ritiro immediato delle truppe russe e poi nemici come prima. Grandi statisti, i “volenterosi” (che nome a bischero), grandi politici. Lungimiranti.
Il pericolo russo serve. Perché “bisogna difenderci da soli” significa alimentare l’industria bellica per creare un apparato militare degno della guerra fredda. Significa poter riconvertire alla produzione di armi interi settori “improduttivi”. È l’ultima frontiera del capitalismo, insieme all’emergenza sanitaria e al cambiamento climatico (benintesi: di origine antropica). Armi, vaccini ed economia green.
Nel frattempo, il nostro welfare non esiste più, ma va tutto bene. Siamo sempre più poveri, ma va tutto bene. Ad Atreju (povero Ende) vanno pure Carlo Conti e Mara Venier, perché Sanremo è Sanremo e un “bello della zia” è nazionalpopolare e adatto a tutte le stagioni, ci fa sentire meno soli.
In Ucraina, però, si continua a morire. Perché i volenterosi stanno violentando l’intelligenza e anche quel poco che rimane del vecchio continente. In questa prospettiva, ha davvero ragione il Biondo: siamo destinati all’estinzione. Perché, come sosteneva il grande Arnold J. Toynbee, “le civiltà muoiono di suicidio, non di assassinio”.

