Se gli Stati Uniti dovessero entrare direttamente in guerra
di Daniele Perra - 17/06/2025
Fonte: Daniele Perra
Se gli Stati Uniti dovessero entrare direttamente in guerra le soluzioni sono due. 1) Uno scenario in stile Iraq 1991 - il regime politico iraniano rimane in sella in cambio di una capitolazione su tutta la linea in politica estera; tessuto economico del Paese distrutto e ulteriori sofferenze per il popolo. 2) Il cambio di regime, ed al momento l'obiettivo di Israele è quello. Difficile che arrivi per sollevazione popolare, una speranza riposta molto male (ho seri dubbi sul fatto che gli iraniani vogliano farsi governare da Ciro Pahlavi o Maryam Rajavi). Dunque, in questo caso, il conflitto potrebbe protrarsi a lungo, trasformandosi in una nuova "guerra imposta". E se si protrae a lungo (nonostante la superiorità tecnologico-militare del duo USA-Israele), Netanyahu perde e si gioca la sua sopravvivenza politica come leader in pectore dell'Occidente (sì, è lui che comanda e la presidenza Trump, sotto questo aspetto, si sta mostrando anche più debole di quella Biden).
Se l'Iran cade, Russia e Cina possono dire addio al multipolarismo. Soprattutto la Cina (e con essa il Pakistan, che non a caso rimane l'unico Paese ad avere assunto una posizione forte sul conflitto) si ritroverebbe con la Nuova Via della Seta monca, privata di un suo ramo fondamentale. Il Pakistan, dal canto suo, perderebbe un alleato fondamentale nella lotta contro i gruppi terroristici del Balucistan. E finirebbe esso stesso nel mirino sionista come "prossimo della lista". La Russia avrebbe il suo fianco meridionale ulteriormente scoperto, ma non può assumere una posizione troppo marcata a causa del milione e passa di russofoni che vivono in Israele (molti dei quali con doppia cittadinanza). In una guerra di logoramento prolungata, l'Iran potrebbe contare su canali di rifornimento via terra proprio attraverso il Pakistan. Israele dovrebbe fare i conti con l'assenza di profondità strategica ed il rischio che le sue infrastrutture critiche vengano prese di mira dai missili iraniani. In altre parole, non può fare a meno dell'intervento diretto USA, a prescindere dal "dominio sui cieli" sbandierato da Netanyahu (lo stesso che dopo un mese di operazione a Gaza aveva affermato di aver distrutto Hamas, che invece è ancora lì dopo due anni quasi). Se gli USA intervengono direttamente, infine, aumentano le possibilità di chiusura dello Stretto di Hormuz con tutto ciò che implica in termini di crisi energetica globale (soprattutto per un'Europa già disastrata ed ancora una volta incapace di esprimere una posizione minimamente ragionevole).