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Sovranità Nazionale :il problema delle Basi statunitensi in Italia

di Federico Dal Cortivo - 05/05/2025

Sovranità Nazionale :il problema delle Basi statunitensi in Italia

Fonte: Federico Dal Cortivo

 
Con il trattato di pace di Parigi del 1947, era sancita la fine della sovranità politica ed economica dell’Italia. Sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale  da Stati Uniti e Gran Bretagna, per l’Italia si aprivano scenari di totale sudditanza agli Stati Uniti, mentre la Gran Bretagna spossata da una guerra durata ben sei anni in parte cedeva il controllo di questa aerea del Mediterraneo  all’alleato d’oltre oceano.
Le truppe statunitensi  erano sbarcate in Sicilia nel luglio del 1943, con la complicità della Mafia e della Massoneria (1) e da allora non lasceranno più il territorio italiano, installando comandi militari, basi aeree, terrestri e navali, depositi logistici e centri di controllo radar.
Il 4 aprile 1949 nasceva la Nato che nelle intenzioni avrebbe dovuto difendere l’Europa Occidentale dalle mire dell’Unione Sovietica e poi in seguito dal  Patto di Varsavia costituito nel 1955. Ve tenuto presente che l’Unione Sovietica , assieme agli Stati Uniti  si era spartita l’Europa con il Trattato di Yalta nel 1945, le zone d’influenza e occupazione militare erano ben delimitate  e tali rimarranno fino  all’implosione dell’Unione Sovietica.
Sulla carta quindi si trattava di un’ alleanza militare tesa a difendere le democrazie occidentali, nei fatti si trattò di uno strumento in mano alla potenza egemone statunitense, che la comandano e ne dirigono i settori più importanti, secondo le necessità della politica estera di Washington. Le recenti guerre lo dimostreranno in maniera eloquente.
Tra le principali basi   sul territorio italiano abbiamo:
Aviano nell’Italia Nord Orientale,unica base aerea Usa a Sud delle Alpi, sede del 31°Fighter Wing su F 16.La missione principale del 31° Wing , che fa parte del 5° Allied Tactical Air Force con sede a Vicenza(ITA), è quella di condurre operazioni aeree nel Sud Europa , anche strike nucleari, ad Aviano sono custodite le bombe tattiche atomiche. La base ha fornito appoggio aereo durante l’attacco  Nato alla Serbia nel 1999.
Ghedi, Base dell’Aereonautica Militare Italiana situata in Lombardia è la seconda base aerea che ospita bombe nucleari sotto il diretto controllo Usa.
Caserma Ederle di Vicenza, sede della SETAF -Army Southern European Task Force e Africa.
Come importante supporto logistico per le forze militari Usa nel Mediterraneo abbiamo Camp Darby , tra Pisa e  Livorno. E’ l’unica base logistica statunitense al di qua delle Alpi ed è cruciale per il controllo del Mediterraneo ed ospita siti di stoccaggio di munizioni e materiali di ogni genere.
A Sud in Sicilia vi è la Naval Air Station di Sigonella,il suo compito fornire supporti di comando,logistici e amministrativi avanzati per la VI Flotta e le forza Usa e Nato. La sua posizione è strategica a sostegno del CENTCOM-United States Central Commad che sovraintende all’attività nel Vicino Oriente.
Altre installazioni più o meno grandi sono distribuite su tutto il nostro territorio nazionale.

Extraterritorialità basi Usa
Le basi statunitensi pongono un problema non solo politico ,ma anche giuridico perché  sono sottratte, di fatto, alle leggi italiani e  coprono le attività in esse svolte  con  segreto militare e di Stato. Gli stessi militari statunitensi non possono essere processati da tribunali italiani, ma solo da quelli militari delle loro Forze Armate.  Gli “accordi SOFA- Status of Force Agreement” “ sono stipulati tra gli Stati Uniti e il Paese “ ospitante”e consentono l’impunità nei confronti delle leggi locali e non consentono nemmeno di verificare l’arrivo e la partenze delle truppe Usa. I dati riferiti a prima dell’11 settembre 2001 danno ben 93 accordi SOFA  sottoscritti nel mondo ,ma il numero odierno è sconosciuto(2), certamente quelli stretti con nazioni sconfitte nella II Guerra Mondiale sono stati imposti senza nessuno potere negoziale da parte dei vinti.(  Un  episodio su tutti, la strage del monte Cermis del 3 febbraio 1998,quando un velivolo dei Marines EA 6B Prowler volando al di sotto della quota di sicurezza trancia i cavi della funivia  che da Cavalese porta al monte Cermis. Nello schianto muoiono 20 persone  di varie nazionalità europee. I processi farsa che seguono negli Stati Uniti ai membri dell’equipaggio si risolvono  con condanne lievi scagionati dall’accusa di omicidio plurimo. In  questo caso,oltre al danno vi fu anche la beffa. Un accordo tra l’allora governo D’Alema e Clinton, nel quale l’Italia impegnò l’Italia a non richiedere nessun risarcimento politico ,in cambio del rilascio dell’attivista di sinistra Silvia Baraldini detenuta in Usa  per rapine, evasioni, associazione a delinquere  e condannata a 43 anni di carcere, ora in Italia già rimessa in libertà nel 2006 grazie all’indulto).
L’attività all’interno delle basi è regolato dall’accordo bilaterale-segreto-del 1954 conosciuto come “ Accordo ombrello”(3) stipulato dall’allora Ministro degli Esteri Giuseppe Pella e dll’Ambasciatrice Usa  Clara Boot Lucee , seguito poi il  memorandum d’intesa del 1995- Shell Agrement,ma il vero cardine  è l’accordo del 1954. Per capirne la portata basta osservare le attività svolte sul suolo italiano.
Se in ambito Nato è prevista la cooperazione militare tra gli Stati membri e la mutua cooperazione ( Art 3), non rientra minimamente l’obbligo di dare in uso  una base,eppure in Italia fra strutture grandi e piccole queste superano le cento unità. Si dice che il territorio dove sorge la base è italiano e quindi c’è una “giurisdizione italiana sulle basi Usa, dando poteri precisi al comandante della base che deve essere italiano, mentre quello operativo è statunitense, inoltre il comando Usa dovrebbe avvertire in anticipo quello italiano per quel che riguarda le operazioni in atto o in programma. Questo sempre sulla carta ovviamente...
Il distinguo che si fa tra basi Nato e basi Usa in l’Italia, ma vale anche per la Germania è labile, le prime sarebbero interforze con settori dedicati alle forse Usa, ma se  il loro utilizzo avviene per mezzo di un accordo bilaterale mantenuto segreto, quali garanzie vi possono essere sul reale controllo italiano? Nessuna, perché semplicemente esso discende direttamente da clausole stabilite dopo la sconfitta del 1945 e che vedono gli Stati Uniti potenza occupante e quindi in grado di dettare regole e pretendere spazi aerei, marittimi e territoriali. Come non serve invocare l’Art 11 della Costituzione italiana che “vieta all’Italia di condurre una guerra d’aggressione” e l’Art 5 della Nato, che prevede l’intervento dell’Alleanza in caso di aggressione di uno dei suoi membri, per giustificare le basi sul suolo italiano e le limitazioni alla nostra sovranità Nazionale. “Non vanno dimenticati   i costi , l’Italia paga ogni anno circa il 37% delle spese delle basi e del personale militare Usa. Il metodo di contribuzione è denominato “burden-sharing” ovvero condivisione del peso, in virtù del fatto che gli Usa migliorarono il nostro territorio dal punto di vista logistico e comunicativo”…( ForzeItaliane.it)
Con le cosiddette- “missioni di pace” o contro il “terrorismo internazionale”, in  Bosnia, Iraq, Afghanistan ,Serbia- la Nato si è messa ben al di fuori di quelli che erano gli obiettivi dichiarati alla nascita, eppure nulla è cambiato nel dispiegamento di Us Air Forces-Us Navy e Us Army. Da un rapporto del Consiglio d’Europa si apprende che la base di Aviano e quella di Ramstein (Germania) sarebbero state usate per operazioni di -extraordinary renditions -procedura extra giudiziale cattura e deportazione illegale. L’individuo catturato sarebbe stato poi consegnato ad un paese dell’altra sponda del Mediterraneo e sottoposto a tortura.(4)
Per quanto riguardale le “armi nucleari”, il numero esatto non è dato a sapere  ma  si ipotizza dovrebbe aggirarsi sui 50 ordigni tra Ghedi e Aviano ( da poco sono arrivate le nuove bombe B61-12),nonostante l’Italia abbia aderito al Trattato di non Proliferazione Nucleare, esse sono saldamente in mano statunitense con l’escamotage del sistema della doppia chiave( possesso e controllo Usa  e uso solo con consenso italiano…), creato per aggirare l’ostacolo del TNC-Trattato di non Proliferazione Nucleare- che vieta la fabbricazione e detenzione di testate nucleari.

Fonti:
 1) Arrivano i nostri di Alfio Caruso. Ed Longanesi
2)Status Of Force Agreement (SOFA) di Chalmers Johnson
3) Eurasia Rivista di Studi Geopolitici
4) Senato della Repubblica Servizio Studi Affari Internazionali-Giugno 2007