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Io, di sinistra, difendo Marcello De Angelis. È vero, quel verdetto sulla strage di Bologna è tutto sbagliato

di Andrea Colombo - 07/08/2023

Io, di sinistra, difendo Marcello De Angelis. È vero, quel verdetto sulla strage di Bologna è tutto sbagliato

Fonte: Il Giornale

Andrea Colombo, noto giornalista già al Manifesto e a Liberazione, difende la libertà di pensiero in relazione alla vicenda che ha interessato Marcello De Angelis e le sue esternazioni sulla strage di Bologna. Colombo ha anche scritto più di un libro sugli Anni di Piombo, sui Nar, sugli eccidi di quegli anni e i segreti della nostra storia repubblicana.

La sinistra tutta ha domandato le dimissioni a Marcello De Angelis perché ha scritto un post sulla strage di Bologna, un post considerato negazionista.

«Tutta questa storia mi sembra gravissima e anche assurda, quasi surreale. Marcello De Angelis ha esercitato un diritto costituzionale: quello di esprimere un suo pensiero. Ha detto le cose che ha detto Francesco Cossiga, che è stato presidente della Repubblica, anni fa. Le stesse che hanno sostenuto importanti magistrati come Rosario Priore. Pensa che la sentenza sia sbagliata. La presunzione che si possano chiedere le dimissioni per un pensiero corrisponde a un attentato alla libertà di espressione e di parola».

Secondo lei la verità giudiziaria su Bologna fotografa davvero ciò che è accaduto?

«Secondo me, è il mio parere, e conosco la vicenda, le sentenze e la verità in questo caso non hanno niente a che vedere. Tutte le sentenze di questa storia sono profondamente sbagliate, dato che non si basano su una prova. Quindi non è una parte di verità che va cercata. Ma tutta».

Sembra che si sia entrati in una fase di giustizialismo narrativo: o quella tesi o si è fuori dai giochi.

«Esatto: giustizialismo narrativo. Queste reazioni sono assurde e gravissime. Un fenomeno che sostiene che non si possa esprimere un pensiero diverso da quella che è la verità giudiziaria. Si chiama così - giudiziaria - per un motivo. Persino nel termine è insito il fatto che possa non essere vera. Loro si attaccano a un motivo: De Angelis è il portavoce del presidente della Regione Lazio, dunque è un rappresentante delle istituzioni. E quindi non può dire quello che pensa? Ma perché? Non capisco perché. Io penso che la sentenza sia sbagliata, e penso che ci siano stati dei depistaggi».

Da dove nasce il modus operandi di questo scontro?

«La verità su Bologna è stata battaglia di sinistra fino al 2008. Non esisteva che non si potesse discuterne. E per sentirsi di sinistra non bisognava essere colpevolisti per forza, come oggi invece si pensa. Esistono colpevolisti che non conoscono le carte e il processo. La visione della destra e della sinistra, che devono essere diverse, hanno assunto tratti tribali. L'antifascismo, che è una cosa seria, non è una cosa etnica. Siamo tornati a un rapporto puramente tribale, senza differenze sostanziali. Tribù contro tribù nemica. Non è il modo corretto di interpretare la battaglia politica. Ed è un modo nato con l'antiberlusconismo ma sopravvissuto all' antiberlusconismo».

In che senso era una battaglia di sinistra?

«Il primo a dire che i Nar erano innocenti è stato Luigi Cipriani, un deputato di Democrazia proletaria nel 1995. Il comitato «E se fossero innocenti» era composto in gran parte da esponenti di sinistra, direi al 90%. Il Manifesto, ora ha cambiato idea, ma ha fatto una battaglia campale sulla verità sulla strage. E ricordo le posizioni di Rossana Rossanda in materia, certo non una neofascista».