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Sul ponte sventola la bandiera bianca (quando c’è la salute c’è tutto)

di Inessa Armand - 17/03/2020

Sul ponte sventola la bandiera bianca (quando c’è la salute c’è tutto)

Fonte: Frontiere

 

Parto da una domanda piuttosto facile: Era prevedibile, in Italia, il propagarsi di un’epidemia scoppiata in Cina e resa nota già dai primi di dicembre?

Per rispondere è necessario fare alcune considerazioni preliminari ed esaminare alcuni numeri che possano aiutare la comprensione del quesito ed agevolarne la risposta.

In Italia sono presenti più di 300000 cinesi regolari e residenti; le aziende cinesi sul territorio sono più di 55000, il numero più alto in Lombardia, Toscana e Veneto, mentre le aziende italiane presenti in Cina, ossia inscritte alla Camera di Commercio italiana in Cina, sono oltre 500. Tali numeri meritano un’attenzione particolare, perché significano, evidentemente, spostamenti frequenti e continuati tra un paese e l’altro per esigenze lavorative; a questi vanno aggiunti gli spostamenti per esigenze familiari, in periodi particolari come durante le vacanze natalizie, per esempio e, sottolineo che, in quel momento, il propagarsi dell’epidemia in Cina, la sua pericolosità e le modalità del contagio era già dati ben noti.

Nessun provvedimento fu preso

Schengen non fu sospeso, i voli diretti da e per la Cina sono stati bloccati solo il 31 gennaio, il controllo sanitario agli aeroporti è stato messo in piedi, dal governo, solo l’8 febbraio; nel lasso di tempo intercorso, tra i diversi provvedimenti tampone, non sappiamo quante persone infette, magari portatrici asintomatiche, siano potute transitare od entrare in Italia, non solo dalla Cina ma anche da altri paesi, non solo europei, in cui il virus era presente e di cui, magari, non avevamo neanche casistiche accertate, come nel caso di molti paesi orientali o paesi africani in cui vi è una massiccia presenza cinese.

 A questo va aggiunto che, proprio perché all’irresponsabilità non c’è mai fine, gli sbarchi di clandestini, sono continuati sia a dicembre che a gennaio, nonostante quanto detto sopra e, solo a partire da febbraio, è iniziata la messa in quarantena di chi arrivava dai così detti barconi. Sorvolo sulla sorveglianza nei centri di prima accoglienza, i CARA (Centri di Accoglienza per i Richiedenti Asilo) …

Alla luce di tutto questo, viene spontaneo rispondere alla domanda iniziale con un secco Si.

Era possibile prevedere il propagarsi di una epidemia, era possibile attuare delle misure almeno al fine di ridurre al minimo le possibilità di contagio: non occorre essere scienziati od esperti per affermare questa incontrovertibile verità, occorre semplicemente un po’ di buon senso, lo stesso buon senso che avrebbe dovuto portare a non sottovalutare i rischi evidenti della mondializzazione selvaggia ed incontrollata. Occorre invece oggettiva incoscienza, oltre a pericolosa, vuota e colpevole propaganda ideologica per continuare a difenderla o creare slogan come "Abbraccia un cinese".

Questo governo è stato irresponsabile ed assolutamente non all’altezza della situazione ecco perché si è arrivati a tutto questo, ecco perché sono usciti convulsamente 3 decreti uno dopo l’altro, senza alcuna opera di riflessione profonda, senza scuse, dovute, per i disagi subiti dalla popolazione per la loro incompetenza ed il loro pressapochismo politico. Tre decreti che sono un panno caldo che limitano esclusivamente le libertà individuali in modo totalitario e becero senza prevedere alcuna sostanziale proposta politica, sociale e sanitaria certa. Nessun protocollo nazionale, nessuna task force, nessun provvedimento rapido, la mancanza assoluta di un ‘unità di interventi.

Nessuna forma di aiuto concreto o sostegno alle aziende, nessuna forma di sostegno o aiuto concreto a coloro che non possono recarsi a lavorare, nessuna forma di aiuto o sostegno per le famiglie di chi, avendo figli a casa, è, invece, costretto a lavorare, nessuna strategia di alcun tipo; mancano i mezzi basilari di protezione per chi lavora al pubblico, non solo il personale medico e paramedico, e questo è già di per sé vergognoso in un paese che si vorrebbe civile, ma anche tassisti, lavoratori dei mezzi di trasporto, commercianti, personale dei supermercati… Tutte categorie che devono provvedere da sé a procurarseli

In tutto questo, ad oggi, nessuno può prevedere quali saranno i nocumenti sulla psicologia delle persone: questa generazione non sa, realmente, cosa sia una pandemia, cosa significhi, quali siano i rischi e quali implicazioni abbia.

All’improvviso, per decreto, si vedono costretti in casa, senza possibilità di reali rapporti sociali se non con i conviventi e l’eccezione, conferma solo la regola, quindi è anodina.

Eravamo già chiusi nella bolla virtuale, già bloccati in quella pericolosa irrealtà dei mezzi di comunicazione di massa, asfittici, limitanti ed impersonali, dove la maschera e l’anonimato regnano sovrani, così come la finzione. Questa società, già liquida ed alienante, è diventata gassosa, formata da gas nobili che, non per loro stessa natura, ma perché manipolati, fino alle estreme conseguenze, non possono e non sanno stringere legami.

Ora, questi stessi gas nobili, già relegati e chiusi nei mezzi di comunicazione sociali, grazie a questo decreto, non possono coltivare neanche quei fondamentali rapporti sociali reali che erano sopravvissuti alla tabula rasa voluta dalla mente malata del pernicioso neoliberalismo e dalla catastrofica reazione di un sinistrismo inutile ed altrettanto dannoso, sull’effetto del quale, per ora, sorvolo, perché potrebbe portarmi fuori tema.

Nessuno può essere in grado di fare serie previsioni su come ne usciremo, su cosa accadrà, questo è il solo dato di fatto certo, eppure… eppure, è bene ribadirlo, lo spettro della matrigna Unione Europea si aggira, indisturbato, anche su questo che è il grado più alto di controllo sulle persone perché perpetrato attraverso il sommo vincolo esterno, la salute, il bene più prezioso; prove tecniche erano già state fatte con l’obbligo vaccinale, questo aveva già evidenziato il funzionamento del divide et impera e la scientocrazia come dominio: l’attuale stato delle cose ha amplificato il concetto a livelli abnormi, perché ora siamo tutti potenziali bersagli.

 Un po’ come può accadere in una città preda dell’azione di un imprevedibile serial killer di cui non si conosca ancora la strategia e sembri colpire vittime casuali, la paura è stata irresponsabilmente propagata attraverso l’azione ripetuta e continuata dei mass media, così come delle istituzioni, entrambi sembrano partecipare ad una ignominiosa gara per propagare bollettini di guerra fatti di cifre e dati imprecisi e contraddittori usciti da non si sa bene quali calcoli.

Nessuna certezza sembra essere la sola certezza, nessuna informazione precisa sembra essere la sola informazione, nessuna opinione sembra essere la sola opinione, voci diverse che urlano verità diverse.

 In questo caos totale, in cui il distopismo è l’unica realtà percepita, brilla solo la stella dell’assenza totale delle istituzioni, di reali e ragionate, oltre che ragionevoli, scelte politiche e della responsabilità di governo.

Purtroppo non credo al caso, credo agli appuntamenti e questo appuntamento era fin troppo prevedibile, semplicemente nulla è stato fatto per evitarlo e ci hanno spinti ad accettarlo come ineluttabile, ma l’ineluttabilità è solo frutto della loro incapacità e della loro cieca ubbidienza a nefasti parametri sovranazionali.

Siamo governati da irresponsabili servi sciocchi, che operano decisioni solo quando l’UE gliele mette in agenda ma incapaci, ormai da anni di addestramento alla sottomissione, di agire autonomamente, di prendere decisioni anche quando ne va della sorte dell’itero paese…

Resta una sola ultima domanda, assolutamente lapalissiana: un politico è colui che prende decisioni autonome per il bene del paese o chi si limita a ratificare decisioni prese altrove esclusivamente per tutelare gli interessi economici di entità sovranazionali?