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Sull'esito di un voto

di Fabio Falchi - 29/10/2019

Sull'esito di un voto

Fonte: Fabio Falchi

Capisco perfettamente che ci si dolga dei gravi limiti "strutturali" della "destra populista". Tuttavia, stracciarsi le vesti per l'insuccesso di certe forze politiche, come il partito comunista di Rizzo, è una ulteriore dimostrazione dell'infantilismo, dell'immaturità e del disordine mentale che caratterizzano la cosiddetta "aerea non liberale" che continua ad impiegare categorie (geo)politiche obsolete e incapacitanti.
Difatti, da un lato vi è chi rimpiange il comunismo, dall'altro vi è chi rimpiange il fascismo, o addirittura chi mescola comunismo e fascismo pensando di capire come "va il mondo" con il solito complottismo da bettola (geo)politica. E' come pretendere di capire come funziona un motore, la cui potenza è espressa mediante il numero di cavalli, studiando equitazione.
Insomma, non è solo l'élite neoliberale che ha perso il contatto con la realtà!
Invero, il declino dell'Europa e il diffondersi della barbarie neoiberale non dipendono dalla mancanza di una forza politica progressista (non è forse proprio l'ideologia progressista che contraddistingue il neoliberalismo? E si può ancora "credere" al Progresso con la P maiuscola anziché distinguere tra diversi tipi di "progresso"? E non è forse anche necessario "conservare", difendere e tutelare la nostra radice terranea?), ma dalla mancanza di una forza politica caratterizzata da una visione disincantata e realistica del mondo, ossia capace di difendere un "socialismo sovranista di mercato", sia pure strutturato secondo i principi della cultura e della civiltà europea. Un socialismo comunitario che sia cioè espressione di un nuovo nomos della terra, incentrato sul legame comunitario, sulla "parità dei distinti" (individui o popoli che siano ) e sulla sovranità dello Stato in quanto necessaria cerniera (geo)politica tra l'individuo, la comunità e i grandi spazi.