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Teorema del dubbio

di Pierluigi Fagan - 22/09/2019

Teorema del dubbio

Fonte: Pierluigi Fagan

Gli americani hanno vinto più del 60% dei premi Nobel dati per lo sviluppo di teorie economiche da quando è stato istituito quindi dal 1969. Ma l’intelligenza economica di stampo americano è ben maggiore in quanto tra gli altri 40%, se la nazionalità anagrafica era di un qualche Paese per lo più europeo, quella culturale in quanto possesso di cattedra, vita concreta, pubblicazioni e ambientazione culturale, era americana di fatto. Si presume che tale intelligenza economica discenda dalle straordinarie performance del sistema economico americano, straordinarie performance, straordinario pensiero, ovvio. Sia che il pensiero sia dedotto dai fatti, sia che i fatti siano prodotti ricorrendo alle performance del pensiero.

Ma gli Stati Uniti d’America sono stati in questi decenni anche il Paese che ha investito una quantità esorbitante di denaro pubblico nel settore degli armamenti, un settore che quanto ad industria e servizi, ha un peso decisivo nella composizione diretta ed indiretta della salute del sistema economico. Investimenti tra l’altro finalizzati ad alimentare la macchina bellica operativa, non la funzione militare astratta. Macchina bellica operativa per altro brillantemente coadiuvata da un complesso sistema di servizi segreti e non solo, atti a manipolare gli eventi politici ed economici planetari, creando condizioni di possibilità per lo sviluppo di potenza, quindi anche economico, degli americani.
Per il 93% del loro tempo storico, gli Stati Uniti d’America, sono stati coinvolti in una qualche forma di conflitto. Degli occasionali 21 anni su 239 della loro breve storia in cui non lo sono stati, solo un segmento di cinque anni dice di una astensione voluta e programmata, gli anni dell’isolazionismo che fruttò loro la Grande depressione dal 1935 al 1940. Quando non sono stati in guerra, hanno avuto l’economia molto depressa. Potremmo allora forse evincerne che la correlazione tra le loro straordinarie performance economiche ed il coinvolgimento in conflitto mostri un effetto di causazione? Vedendo la quantità di dollari direttamente investiti in sviluppo armamenti da parte dello Stato centrale e considerando anche tutto l’indotto trascinato da questo potente keynesismo costante, verrebbe il dubbio.
Ma allora verrebbe anche il dubbio: il Nobel a chi lo danno? Sono gli economisti forse dei novellieri prezzolati produttori di un pudico velo di falsa coscienza che dia lustro intellettuale ad un successo economico principalmente trainato dallo Stato e non dal mercato, a fini industriali e terziari volti a fornire materiali ad una ipertrofia bellica che non ha interruzioni dalla fine della Seconda guerra mondiale?
Sarebbe questa la vera descrizione della punta più avanzata dell'avanzata civiltà occidentale, punto più avanzata dello sviluppo della specie sapiens? Dopo quattromilatrecento anni di evoluzione culturale, il cuore segreto del nostro sistema adattivo principe è ancora quello di Sargon di Akkad?