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Ue e Usa. I nuovi scenari che potrebbero aprirsi con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca

di Tiberio Graziani - 13/01/2021

Ue e Usa. I nuovi scenari che potrebbero aprirsi con l’arrivo di Joe Biden alla Casa Bianca

Fonte: Insider trend

Quale è l’atteggiamento dell’Unione europea nei confronti degli eventi negli Stati Uniti d’America, tenuto conto anche dell’ultimo grave episodio dell’attacco a Capito Hill da parte dei sostenitori del presidente uscente Donald Trump?

Riguardo al recente attacco al Campidoglio a Washington a opera dei sostenitori di Trump, i leader europei hanno espresso pubblicamente tutto il loro stupore e hanno criticato quell’azione. A livello nazionale, i capi politici dei principali partiti, anche di quelli considerati euroscettici, nazionalisti e populisti, hanno gridato allo scandalo, sostenendo che l’attacco fosse un attacco alla democrazia tout court.

Le affermazioni, fondamentalmente unanimi sull’equiparazione attacco al Campidoglio = attacco alla democrazia, dei leader europei e dei politici delle varie nazioni membri dell’Unione europea meritano almeno due riflessioni.

La prima di carattere generale: i leader europei non riescono a concepire un tipo di democrazia diverso dal modello liberaldemocratico, cioè da quel modello che gli Usa hanno diffuso ed esportato a partire dal 1945 in gran parte del Pianeta e che costituisce la sovrastruttura, a un tempo ideologica e operativa, del cosiddetto «Occidente a guida statunitense».

Dal punto di vista della cultura politica, tale incapacità appiattisce le classi dirigenti europee e le decisioni assunte dai loro politici in materia di politica economica e sociale interna nonché di politica estera, sulle posizioni e sugli interessi esclusivi di Washington.

Tutto ciò si traduce in scelte politiche che, oltre a non tenere nella giusta considerazione le variegate identità culturali e gli interessi specifici del Vecchio continente, nel medio e lungo periodo potrebbero rivelarsi negative ai  fini dell’implementazione della stessa integrazione europea e dell’evoluzione dell’Unione europea in senso unitario.

Un’altra riflessione, più attenta alle circostanze attuali, concerne invece l’interesse pratico di Bruxelles, e in generale delle classi dirigenti europee, volte a compiacere la nuova amministrazione Usa, che dal prossimo 20 gennaio sarà presieduta dal democratico Joe Biden.

Quali saranno le conseguenze della situazione politica negli Usa sulle relazioni tra e due sponde dell’Atlantico?

Nel lungo periodo non ci saranno conseguenze degne di nota, a meno che non si verifichino dei cambiamenti, al momento non prevedibili, nell’attuale leadership dell’Unione europea.

La politica di Bruxelles, invece, potrebbe subire influenze dal posizionamento di alcuni governi nazionali. In particolare, in riferimento all’Europa centroccidentale, si dovrà prestare molta attenzione alla Francia e, in certa misura, alla Germania, questo per quanto riguarda l’implementazione delle singole politiche estere di questi due paesi verso la Cina, la Russia e l’Iran.

la sintonia manifestatasi in alcune occasioni tra Parigi e Berlino riguardo ai loro interessi verso Pechino e Mosca potrebbe infatti riflettersi anche su alcune future decisioni di Bruxelles nei confronti delle due potenze euroasiatiche, per altro strategiche per la loro evoluzione; Washington, ovviamente, ostacolerebbe tale eventualità.

Per quanto riguarda l’Europa orientale, la situazione sembra essere meno chiara a causa degli effetti che le iniziative ambigue e contrastanti di Budapest e di Varsavia e i loro rapporti con gli Usa potrebbero avere su Bruxelles. L’Ungheria di Orbán, retoricamente critica nei confronti della visione liberaldemocratica di Bruxelles e, in certa misura, più prossima alla “dottrina Trump”, potrebbe subire da parte della nuova amministrazione americana pesanti ritorsioni, anche in considerazione di alcune sintonie tra Budapest e Mosca.

Nel caso di “eventuali ritorsioni” non sono da escludere processi che potrebbero sfociare in una sorta di «rivoluzione colorata» sul modello di quanto sperimentato in Ucraina, volta a eliminare Orbán.

La Polonia, parimenti critica verso Bruxelles come l’Ungheria, permane tuttavia ancora il “migliore amico” europeo degli Usa, per tale ragione non penso che subirà ritorsioni da parte di Biden. Al contrario, la sua funzione antirussa e filoucraina verrà rafforzata dal nuovo inquilino della Casa Bianca.

Le relazioni bilaterali tra Unione europea e Usa cambieranno nel corso della presidenza di Joe Biden? E se sì, in quale misura?

Gli Stati Uniti, anche sotto la presidenza democratica di Biden, non muteranno la loro strategia ormai secolare verso l’Europa. Nel quadro di essa, l’Europa è considerata una testa di ponte gettata sulla massa eurasiatica e sul continente africano, in particolare attraverso l’Italia; pertanto, l’amministrazione Biden si manterrà fedele a tale prospettiva, d’altra parte vitale per la sopravvivenza degli Stati Uniti quale potenza globale.

In considerazione di ci dobbiamo attenderci che la nuova amministrazione sarà ancora più assertiva di quella precedente, repubblicana, sia nei confronti dell’Unione europea che dei suoi singoli Stati membri.

Verosimilmente Biden attuerà azioni ancora più risolute di Trump nel contrastare il progetto russo-tedesco del North Stream o altre analoghe iniziative di partenariato tra Mosca e Parigi.

È inoltre realisticamente prevedibile che Biden ostacolerà le iniziative di partenariato eurocinese, imperniate a vario titolo sul progetto della Nuova via della seta. Alla luce di ciò, la contraddizione tra i reali interessi europei e quelli americani potrà esplodere solo se Germania e Francia condurranno una battaglia comune in nome della rifondazione dell’Unione europea quale attore indipendente nel nuovo scenario globale, apparentemente policentrico.