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Venti di guerra

di Manlio Dinucci - 07/08/2022

Venti di guerra

Fonte: byoblu

La provocatoria visita della presidente della Camera Nancy Pelosi a Taiwan si inserisce nella escalation USA contro la Cina in quello che, nella geografia del Pentagono, è definito l’Indo-Pacifico, ossia la regione che estende dalla costa occidentale degli Stati Uniti a quella dell’India. Qui è in corso la RIMPAC, la più grande esercitazione navale del mondo sotto comando USA, con la partecipazione di forze navali e aeree di 26 paesi.  Essa è diretta contro quella che il Pentagono definisce “l’aggressione cinese”, accusando Pechino di preparare contro Taiwan una operazione militare analoga a quella condotta dalla Russia in Ucraina. In tal modo Washington alimenta, dopo quello in Ucraina, altri focolai di guerra per ostacolare e spezzare il Grande Partenariato Eurasiatico che, proposto dal presidente Putin nel 2015, si sta realizzando con una serie di progetti di cui la Nuova Via della Seta, promossa dalla Cina, costituisce l’asse portante.
 In tale quadro si inserisce il Corridoio internazionale di trasporto Nord-Sud che collega la Russia all’India e altri paesi asiatici attraverso l’Azerbaijan e l’Iran, lungo un percorso molto pià breve, e quindi meno costoso, di quello atlantico e mediterraneo. Vengono così vanificate le sanzioni di USA e UE contro l’export russo di petrolio e gas. Un altro progetto in corso di realizzazione è il Corridoio Economico Cina-Pakistan, che apre all’export cinese l’accesso al Mare Arabico, e potrebbe estendersi all’Afghanistan, paese che USA e NATO hanno cercato invano di controllare attraverso una costosa e sanguinosa guerra durata vent’anni.
 La crescente integrazione economica dell’Eurasia, che incoraggia la risoluzione negoziale dei conflitti e il dialogo interculturale, contribuisce in modo concreto e sostanziale al passaggio dal mondo unipolare al mondo multipolare, che gli Stati Uniti e le altre maggiori potenze dell’Occidente, cercano con ogni mezzo di impedire.