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L´interdipendenza tra ecologia ed economia è oramai compiutamente disvelata.

di redazionale - 06/04/2007

Economia ecologica e informazione balcanizzata
 Ma i media continuano ad ignorarla
Siamo alla balcanizzazione dell’informazione ambientale? Questa è la prima domanda che viene da farsi leggendo i quotidiani. Ormai non è più infatti tanto il problema che non si trovino articoli e riferimenti a notizie che riguardano i temi ambientali, ma quanto il fatto che i flussi di informazione sono veicolati da canali paralleli tra di loro. Anche nei maggiori quotidiani nazionali si dedicano oramai ampi spazi a notizie sui problemi legati alla sostenibilità, ma (dis)unitamente a informazioni che riguardano la crescita economica. E i numeri del rapporto Ipcc non sono mai accostati a quelli del Pil.

Eppure ormai – e anche questa è notizia che la stampa ha ampiamente documentato – le analisi e i pareri che si sono succeduti dal rapporto Stern in poi, hanno messo fortemente in evidenza il nesso ineludibile che esiste tra sostenibilità e economia, nel senso che se l’economia non si riconverte in chiave ecologica, sarà assai difficile - negli anni a venire - registrare spostamenti in senso positivo, nemmeno di qualche zero virgola, della crescita economica.

Esiste quindi un problema (o meglio un metaproblema) che riguarda il sistema dell’informazione e dell’organizzazione del lavoro nelle redazioni, tra chi si occupa più specificamente di ambiente e chi si occupa di economia.

E spesso le notizie che riguardano l’ambiente rischiano di scivolare sulla via del catastrofismo (ma del resto la realtà è spesso peggiore delle previsioni) senza avere dall´altra parte un risvolto positivo in termini di risposte che possono essere mese in atto per evitare che il peggio possa accadere. Risposte che devono venire proprio dal governo dell’economia. Il solo ad essere in grado di far invertire la rotta. E quindi dare il necessario contributo a risollevare le sorti del pianeta.

Altrimenti si rischia di produrre un corto circuito assai pericoloso, che è quello di innescare la percezione diffusa che, siccome siamo destinati tutti a fare una brutta fine, e in termini assai più rapidi di quanto si potesse immaginare sino a poco tempo fa, allora tanto vale lasciar perdere. Niente di più negativo. Soprattutto per il ruolo che invece l’informazione potrebbe e dovrebbe avere nel dare gli strumenti di conoscenza utili a far riflettere e quindi ad agire di conseguenza.

A meno che non si voglia “giocare” proprio sugli aspetti delle previsioni catastrofiche per trarne un elemento di ritorno utile: è il caso di una agenzia immobiliare che ironicamente sta pubblicizzando su alcune emittenti televisive l’acquisto di villette a Sant’Arcangelo di Romagna, smussando l’aspetto che si trovano in collina – e che potrebbe essere visto come un deterrente per un’area così vicina a località balneari - con il fatto che tra breve “grazie” ai cambiamenti climatici in atto, quelle abitazioni saranno ubicate direttamente sul mare. Anche se in questo caso non si può certo parlare di informazione, trattandosi di pubblicità. Ingannevole per lo più.