Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Hai 1 prodotto nel carrello Carrello
Home / Articoli / In Cina parte la "lunga marcia verde"

In Cina parte la "lunga marcia verde"

di redazionale - 10/04/2007

     
 
La "gioventù comunista" passerà le vacanze estive piantando alber. Migliaia di studenti percorreranno il Paese a piedi "Insegneranno alla popolazione come risparmiare risorse naturali"

La lunga marcia verde della cina Additata come una delle maggiori responsabili delle emissioni carboniche che producono il riscaldamento climatico, la Cina vuole dimostrare che affronta sul serio il dissesto ambientale. Pechino lancia la Lunga Marcia Verde, una mobilitazione nazionale guidata dalla gioventù comunista che ricorda le campagne di Mao Zedong. Per decine di migliaia di studenti le vacanze estive quest´anno seguiranno un itinerario tracciato dal governo: 43 università nazionali dal 7 luglio alla fine di agosto manderanno gli studenti a coprire a piedi dieci percorsi attraverso tutta la Cina, per un totale di migliaia di chilometri. La Lunga Marcia Verde, annuncia il comunicato ufficiale, «servirà a promuovere una nuova cultura della conservazione ambientale, da integrare nell´attuale sviluppo economico». Le squadre di giovani «si daranno la staffetta lungo i tracciati per eseguire indagini scientifiche in zone particolarmente sensibili per le riserve naturali». Inoltre l´armata studentesca «insegnerà alla popolazione nuove tecniche per il risparmio di risorse e pianterà alberi in centinaia di città e villaggi in tutta la Cina».

L´iniziativa spettacolare si richiama esplicitamente all´epopea fondatrice della Repubblica popolare, l´impresa della guerra partigiana su cui è costruito il culto di Mao. La Lunga Marcia che tutti i cinesi studiano sui banchi di scuola iniziò il 16 ottobre 1934, quando Mao nella Cina meridionale si mise alla testa dei duecentomila comunisti inseguiti dalle forze nazionaliste di Chiang Kai-shek. Dopo quasi due anni di resistenza, una fuga di diecimila miglia fra le montagne, e pesanti perdite che lo avevano decimato, l´esercito rosso raggiunse gli altipiani del nord-ovest dove poteva ricevere gli aiuti militari dell´Unione sovietica, e proseguire la lotta partigiana anche contro l´invasore giapponese. Oggi il governo per dare solennità alla sua iniziativa ha recuperato una reduce famosa, l´ultraottantene Lin Jiamei, vedova dell´ex presidente della Repubblica Li Xiannan. Lin, che fu una giovanissima partigiana al fianco di Mao, è «richiamata in servizio» come leader onoraria della Lunga Marcia Verde. Il grande viaggio che quest´estate decine di migliaia di studenti intraprenderanno verso le campagne interne evoca anche un´altra eredità del maoismo, ben più controversa: l´esodo forzato nel decennio della Rivoluzione culturale (1966-76), quando licei e università furono chiusi e una generazione di giovani cittadini fu costretta al lavoro nei campi.

Anche le «lezioni di ecologia» che i giovani terranno in giro per il paese ricordano un precedente sinistro, le Guardie rosse sguinzagliate per il paese dalla propaganda maoista. Ma il partito comunista cinese non è più quello di una volta, la Lunga Marcia Verde ha un aspetto bonario, i promotori assicurano che l´arruolamento si svolge su basi «strettamente volontarie».Trent´anni di conversione all´economia di mercato non sono passati invano. Le vacanze ecologiche avranno due sponsor d´eccezione, simboli del capitalismo globale. La merchant bank americana Goldman Sachs e il gigante di Internet Yahoo siedono al comitato d´onore, verseranno qualche milione di dollari per coprire le spese, inclusa la diaria dei ragazzi. Le ricadute d´immagine si proiettano fino alle Olimpiadi di Pechino nel 2008, già ribattezzate dai mass media di Stato come i «primi Giochi Verdi negli annali olimpici».A differenza dei precedenti storici, l´unico vero rischio di questa Lunga Marcia è che non venga presa sul serio dalla popolazione. Del maoismo il regime attuale ha conservato il vezzo di affrontare i problemi a colpi di mobilitazioni nazionali. Ogni anno Pechino annuncia campagne per il risparmio energetico, per la riforestazione delle regioni invase dal deserto, per l´educazione ambientale nelle scuole. Intanto la Cina si avvia a sorpassare entro due anni la produzione di gas carbonici degli Stati Uniti (nel 2006 ha rilasciato nell´atmosfera un miliardo di tonnellate di Co2).
Ogni settimana apre una nuova centrale termoelettrica potente quanto basta a illuminare Roma e Milano; le nuove centrali aggiunte nel 2006 equivalgono a tutta la capacità elettrica esistente in Inghilterra e in Italia. Per oltre il 70% sono a carbone. La Cina brucia più carbone di Stati Uniti, Europa e Giappone messi assieme. Il governo di Pechino si trincera dietro il suo status di «economia emergente» per non aderire agli obiettivi del trattato di Kyoto. Ancora nei giorni scorsi l´ultimo rapporto delle Nazioni Unite sui danni del riscaldamento climatico è stato oggetto di scontri dietro le quinte, con la delegazione cinese e quella americana alleate nel tentativo di ammorbidire le conclusioni degli scienziati.

La Lunga Marcia Verde è però l´ennesimo segnale di una sensibilità nuova che avanza ai vertici del paese. Per quanto sia allergico ai vincoli internazionali di Kyoto, il governo cinese non è cieco di fronte all´evidenza scientifica che indica l´Asia come la vittima principale dei disastri dell´effetto-serra. Il ministero dell´Ambiente riconosce che i costi dello smog urbano, dell´inquinamento dei fiumi, delle piogge acide e del disgelo dei ghiacciai tibetani stanno consumando una parte dei dividendi del boom economico. Anche se i tentativi di varare un indicatore di «Pil verde» sono sfumati, gli investimenti pubblici nelle energie alternative aumentano velocemente. Il deserto del Gobi è già diventato uno dei più grandi territori ricoperti di centrali solari. La Lenovo, numero uno dei computer cinesi, quest´anno è stata premiata da Greenpeace come l´azienda informatica più "verde" del mondo per il riciclaggio dei rifiuti elettronici. Hong Kong prepara un piano d´avanguardia per installare pale eoliche su tutti i grattacieli, col risultato di sostituire un´intera centrale elettrica. Certo per gli studenti cinesi il trasferimento in campagna di quest´estate non sarà solo un pezzo di vita sprecato, o molto peggio, come fu per i loro genitori.