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Contadini condannati per “estorsione”, protestavano contro il “furto” dei loro terreni

di Slowfood - 16/04/2007

Una compagnia petrolchimica li ha derubati della loro terra, eppure un gruppo composto da sette contadini del villaggio di Sanshan è stato condannato a quattro anni di carcere: i dirigenti della ditta sono riusciti infatti a denunciarli per estorsione.

I sette hanno deciso di appellarsi contro la sentenza, emessa il 10 aprile scorso dalla Corte distrettuale di Nanhai (nei pressi di Foshan, nella ricca provincia meridionale del Guangdong), ma non hanno trovato avvocati disposti a difenderli. I tre legali che avevano accettato l’incarico, infatti, sono stati picchiati da “teppisti” sconosciuti.

I contadini sono stati arrestati lo scorso giugno dalla polizia locale a seguito di una denuncia presentata dai dirigenti della compagnia petrolchimica Yingshun. Secondo le accuse, il gruppo si sarebbe recato negli uffici della ditta per chiedere una tangente di 50mila yuan (circa cinquemila euro) in cambio del silenzio sulla requisizione illegale di un ettaro di terreno.

Secondo i contadini, invece, la compagnia aveva promesso un risarcimento agli oltre 200 abitanti di Sanshan, ma si era, in un secondo momento, tirata indietro.

Nel 2005, il governo locale ha deciso di vendere a degli investitori privati un totale di 1.200 ettari di terreno nei pressi di Sanshan. Il problema della requisizione dei terreni in Cina diviene ogni giorno più difficile da gestire. Il governo centrale, infatti, ha emanato leggi e regolamenti interni che impongono alle ditte di risarcire i contadini a cui vengono espropriati i terreni ma queste, con la connivenza dei governi locali, cercano sempre di evitare il pagamento.

Secondo dati del ministero dell’Interno, oltre la metà delle 80mila proteste sociali che avvengono ogni anno in Cina nascono proprio da dispute sui risarcimenti negati o molto inferiori a quanto stabilito dalla legge.

Fonte: http://www.asianews.it