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Morti ma sensibilizzati

di Miguel Martinez - 17/04/2007

 

 

Al circo mediatico, ogni sei mesi circa, si proietta lo spettacolo Emergenza Morti sul Lavoro, con musiche tenebrose, sguardi compunti e Sdegno Incommensurabile espresso da una fila di deputati che, a differenza degli operai, rischiano tutti i giorni di essere rovinati da feroci paparazzi.

Il pezzo più divertente è quando entra in scena il Presidente della Repubblica.

Per i nostalgici del genere, facciamo rivedere la puntata precedente, come ce la raccontano Marino Badiale e Massimo Bontempelli nell'indispensabile La sinistra rivelata. Il Buon Elettore di Sinistra nell'epoca del capitalismo assoluto (Roberto Massari Editore, Bolsena, 2007):

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“La Repubblica” di lunedì 27 novembre 2006 ha ospitato un articolo del sociologo Luciano Gallino, sempre rigoroso nelle sue analisi e sobrio nelle valutazioni, in cui si dice:

“il permanere degli incidenti sul lavoro su quote elevatissime(…) è uno scandalo che non ha attenuanti (…) perché in merito alla causa degli incidenti si sa quasi tutto. La frammentazione pianificata dei processi produttivi in imprese sempre più piccole, collegate da lunghe catene di esternalizzazioni e subappalti, diminuisce progressivamente la sicurezza, e in molti casi la rende tecnicamente inattuabile. L’elevato numero di datori di lavoro che reclutano masse di lavoratori in nero è un altro fattore che fa venire meno il tempo e la stabilità dell’occupazione indispensabili alla formazione della sicurezza. Allo stesso effetto operano i contratti di lavoro atipici, specie quelli della durata di pochi mesi (…). Un fattore che incide nel mantenere elevato il tasso di incidenti sul lavoro è la perenne carenza degli ispettori in servizio effettivo presso il ministero, l’Inail e le Asl”.

Un governo che volesse davvero spezzare la tragica catena delle morti sul lavoro potrebbe dunque farlo con pochi e rapidi provvedimenti: limiti drastici alle esternalizzazioni e ai subappalti, divieto di stipulazione di contratti di lavoro a scadenza breve, aumento immediato e consistente degli ispettori e dei controlli.

Sullo stesso giornale del 27-11-06 in cui Gallino spiega queste cose elementari compare una intervista in cui si chiede al Ministro del Lavoro Damiano cosa intenda fare perché sul lavoro non si continui a morire.

Egli risponde:

“Penso ad una grande campagna di sensibilizzazione. Penso in particolare ad un canale digitale terrestre della RAI-TV dedicato alla sicurezza del lavoro. Penso a rubriche di informazione.”

“E poi?” chiede l’intervistatore a Damiano.

Il ministro risponde:

“Poi stiamo pensando a un numero verde del ministero del lavoro dedicato esclusivamente ai problemi della sicurezza” e, alludendo ad una sua visita ad un liceo artistico di Firenze i cui studenti avevano disegnato materiali  sul lavoro che uccide, aggiunge:

“Ecco, credo che quell’iniziativa debba essere estesa a tutti i licei artistici italiani. I manifesti e gli spot realizzati dagli allievi dovrebbero essere stampati e trasmessi anche in TV”.

Se il lettore pensa che abbiamo riportato, per sbaglio, il pezzo di un giornale satirico, si ricreda.

Queste ricette per combattere i morti sul lavoro, dal numero verde presso il ministero ai manifesti dei licei artistici, sono comparse davvero su “La Repubblica”, nello stesso numero del giornale in cui Gallino spiega gli effetti devastanti delle esternalizzazioni, dei subappalti e dei contratti a termine, e sono state proposte non da un burlone di passaggio, ma dal Ministro del Lavoro della Repubblica Italiana.