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L'ex correntone Ds se ne andrà. Ma quali saranno le scelte economiche di Mussi?

di Carlo Gambescia - 18/04/2007

 

La nascita del Partito Democratico ha provocato uno “smottamento”, che si preannuncia importante anche sul piano elettorale. L’ ex correntone Ds, guidato da Mussi, andrà a ingrossare le file di Rifondazione? Oppure nascerà un terzo partito post-post-comunista? Come si comporterà l’elettorato? Non è facile formulare previsioni
Crediamo però, che per l’elettore di sinistra, un’importante cartina tornasole, per valutare la consistenza politica, di qualsiasi nuovo raggruppamento, possa essere rappresentata dalle scelte economiche di Mussi. Consigliamo, insomma, di non dare troppo peso al folklore politico: alle consuete prese di posizioni contro il Papa, contro la guerra, eccetera, e invece di concentrarsi con attenzione sulle scelte economiche. Perché come si dice impropriamente, lì potrebbe “cascare” l’asino.
Primo esempio. Non basta tuonare, come fa Mussi, contro Tronchetti Provera, ma bisogna lavorare intorno a una legge che impedisca a pochi (furbi) di farsi ricchi alle spalle di molti (gli italiani), e soprattutto a spese dello stato. Una legge che proibisca le concentrazioni economiche. Una sinistra che voglia considerata tale, non può non essere antimonopolista… E invece sembra che pure Mussi, stando ad alcune dichiarazioni, si accontenti di accrescere i poteri delle Authorities. Organismi, i cui vertici, è bene ricordarlo, non sono eletti dal popolo, ma cooptati dai politici. Si tratta di alti dirigenti che provengono, per formazione e frequentazione, dagli stessi ambienti di coloro che devono essere controllati. Inoltre, molti a sinistra hanno “dimenticato” che le Authorities furono una "trovata" dalla Thatcher per rendere "trasparente" la privatizzazione e la post-privatizzazione dell’economia pubblica inglese…
Secondo esempio. L’Italia del “Terzo Millennio” ha bisogno di infrastrutture: scuole, università, ospedali, ferrovie. Sembra incredibile, ma è così. Ebbene Mussi, da ministro, sembra stia parlando un troppo di meritocrazia e di tagli di bilancio. Ma perchè fingere di non sapere che la meritocrazia, ha senso solo se le condizioni di partenza sono uguali per tutti? Un' eguaglianza, che come tutti sanno - meno Mussi, pare - nell’Italia di oggi è ancora un mito… Quanto ai tagli di bilancio, una sinistra seria, dovrebbe imporsi anche a livello europeo, affinché possano essere scorporate, dal computo della spesa pubblica, gli investimenti sociali destinati alle infrastrutture.
Come si vede non si tratta di provvedimenti eversivi. Eppure…
E qui ci fermiamo. Invitando il lettore a riflettere su questi problemi concreti. E non sulle dichiarazioni di amore universale. Sulle quali, e giustamente, il Papa è molto più bravo e credibile di Mussi.