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Roma produce, Pomezia incenerisce.

di redazionale - 22/04/2007

 

E’ questa l’ultima trovata dell’amministrazione comunale romana che ancora una volta pensa bene di risolvere i propri problemi scaricandoli sui comuni vicini. Dopo mesi di discussioni, incontri, finte condivisioni, ipocrite concertazioni, mentre il Ministro dell’Ambiente ancora sta valutando quale sia la migliore tecnologia per la chiusura del ciclo dei rifiuti, e il piano regionale del Lazio di Marrazzo & C non è stato ancora varato … il Comune di Roma con l’Assessore all’Ambiente in testa (!!!) approva una memoria di Giunta nella quale “si dà mandato ad AMA affinché, insieme ad altre aziende pubbliche romane interessate, proceda alle realizzazioni impiantistiche necessarie alla chiusura del ciclo dei rifiuti” (lo riporta il sempre ben informato Corriere della Sera di venerdì 20 aprile). Tradotto dal politichese alla lingua comune, significa che il Comune di Roma dà mandato ad AMA insieme ad ACEA, di realizzare un inceneritore per far sparire i rifiuti che anni di incapacità politica e gestionale non hanno saputo ne ridurre ne riciclare. E per concludere l’amministrazione capitolina spalleggiata da quella regionale si prenda la briga di decidere anche il luogo: un terreno di proprietà di privati nel territorio del Comune di Pomezia, tanto lì il territorio è già compromesso e poi ci sono gli amici di partito che amministrano e non ostacoleranno più di tanto “la soluzione finale” al problema dei rifiuti di Roma !!

Ma dove è finita la politica di condivisione delle scelte importanti con i cittadini, che queste amministrazioni hanno sempre sventolato per abbellire la loro veste democratica ?? Solo una facciata dietro la quale scaltri imprenditori, insieme a politici pavidi ed incapaci, stanno facendo piovere a sud di Roma una gragnola d’impianti insalubri ed inutili a partire dalle centrali Turbogas di Aprilia e di Pontinia, per passare all’inceneritore di Acea/Ama e il magnate dei rifiuti Cerroni ai piedi di Albano e per finire con un altro inceneritore a Pomezia.

Una lobby, quella dei rifiuti, che è riuscita a soggiogare anche il Parlamento non consentendo la definitiva cancellazioni dei sussidi pubblici (con soldi dei cittadini ovviamente !!) agli impianti d’incenerimento, originariamente destinati dalla legge alle energie rinnovabili; gli ormai tristemente famosi CIP 6.

La logica dell’opportunismo economico e della ricerca di soluzioni che non scontentino prima di tutto gli imprenditori, fa ignorare a “lor signori” che costruire nuovi impianti che produrranno, oltre alle ormai famigerate e dannosissime polveri ultrasottili, quantità abnormi di anidride carbonica che andranno a peggiorare ulteriormente il bilancio già catastrofico dell’Italia nei confronti dei patti del protocollo di Kyoto, con pesantissime ripercussioni anche sotto l’aspetto economico senza voler rimarcare quelli già evidenti sul clima.

Se queste saranno le decisioni finali, non rimane che scendere in strada ( e non in campo come fanno i politici ) insieme ai cittadini che non si fanno più abbindolare dalle belle parole coniate ad hoc per disorientare (termovalorizzatori, gassificatori, termocombustori e chi più ne ha più ne metta), e protestare nella maniera più decisa per impedire la costruzione di questi impianti che pregiudicano la salute dei cittadini, l’equilibrio ambientale e il futuro delle nuove generazioni. I comitati cittadini hanno dimostrato di essere già pronti da Pontinia ad Aprilia, da Malagrotta a Civitavecchia insieme ai nuovi che si stanno costituendo a Pomezia e Albano.

Ribadiamo anche in questa occasione che la corretta e moderna strada da seguire e quella della riduzione dei rifiuti a monte, da associare con una raccolta differenziata spinta “porta a porta” che includa tra le varie matrici recuperate la frazione umida che da sola rappresenta oltre il 30 % della quantità totale, da avviare poi ad appositi impianti di compostaggio di qualità (quelli si che devono essere costruiti perché scarseggiano sia nel Lazio che in tutto il sud del paese) per ricavarne in maniera naturale preziosa sostanza organica da destinare ai terreni agricoli. Con queste modalità di gestione del problema rifiuti, si raggiungono punte del 70/75% di raccolta differenziata e per il rimanente si può pensare a vari metodi di trattamento quale il meccanico biologico che recupera ulteriori quantità di materiali riciclabili ed inertizza i rimanenti rifiuti.

In questo preoccupante scenario, ci auspichiamo un intervento deciso del Ministro dell’Ambiente che più volte ha dichiarato la sua volontà di adottare nuove tecnologie per lo smaltimento finale dei rifiuti che facciano abbandonare in maniera definitiva l’antica pratica dell’incenerimento.