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Siccità, sulla soglia del blackout

di redazionale - 24/04/2007


L'allarme dei tecnici riuniti al ministero per lo Sviluppo economico. Il Po mai così basso ad aprile.
Potrebbe scattare l'emergenza nazionale sul fronte della siccità che rischia di mettere l'Italia in difficoltà nei prossimi mesi, anche sul fronte di un blackout elettrico. I tecnici che seguono la vicenda - che oggi si sono riuniti al Ministero per lo sviluppo economico per fare il punto sulla situazione - sarebbero orientati a chiedere al Governo lo stato di crisi prevedendo anche il contingentamento, ma non per gli usi domestici, delle risorse idriche nei prossimi mesi. A pesare -secondo quanto si apprende- sarebbero anche le previsioni di temperature nei prossimi mesi sopra le medie stagionali oltre alla carenza idrica (il lago Maggiore, ad esempio, registra un livello di invaso inferiore di 60 milioni di metri cubi rispetto al 2006).

Nella riunione di oggi, secondo quanto si apprende, si sarebbe discusso dell'ottimizzazione delle poche risorse a disposizione, attraverso dei "rilasci controllati" in modo da evitare sprechi e mantenere il più alto possibile il livello del Po, mai così basso ad aprile. E la predisposizione di misure operative che consentano di ridurre il rischio black out. Non c'é ancora la dichiarazione di stato di emergenza ma, di fatto, il programma per la razionalizzazione della risorsa acqua per far fronte al problema della siccità è già partito. Produttori e gestori di energia, Authority e Regioni, autorità di Bacino e Protezione Civile, nella riunione sul dossier ('Emergenza Estate 2006') che si è tenuta questa mattina al ministero per lo Sviluppo Economico, hanno convenuto - secondo quanto si è appreso - che era necessario definire un programma da subito operativo. Perché le previsioni per i prossimi mesi non consentono di recuperare il deficit idrico accumulato in autunno e in inverno e, dunque, il problema della siccità è ormai una realtà più che un rischio.

Il programma prevede quindi che già da ora vengano effettuati dei rilasci controllati di acqua, sia dai grandi laghi sia dagli invasi alpini, in modo da consentire di ripristinare soprattutto il livello del Po. Un ripristino che, in ogni caso, non consentirà di tornare a livelli abituali, visto che ad oggi il grande fiume ha una portata inferiore anche a quella del 2003, quando vi fu la necessità di intervenire pesantemente con la dichiarazione dello stato d'emergenza e il varo di una cabina di regia nazionale per la razionalizzazione delle risorse a disposizione. Dichiarazione che con ogni probabilità sarà fatta entro la fine del mese di maggio. Intanto il ministero ha convocato un nuovo incontro della task force per il 7 maggio prossimo. Il ministro dell'Ambiente promette che chiederà al Consiglio dei ministri di domani di dichiarare lo stato di crisi. «L'acqua è un bene che, a causa dei cambiamenti climatici in atto - aggiunge il ministro dell' Ambiente - diventa di anno in anno sempre più prezioso e va assolutamente tutelata. Servono provvedimenti analoghi a quelli presi per l' energia che incentivino l'uso efficiente della risorsa e il suo riuso nei processi industriali e di depurazione».