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Magdi Allam e dintorni. La replica di Franco Cardini ai direttori de Il Foglio e Libero

di Franco Cardini - 25/07/2007

Ai sig.ri Direttori

de “Il Foglio”

e di “Libero”

 

 

 

            Cari Amici,

            mi permetto di scriverVi in quanto mi vedo chiamato in causa da due Vostri collaboratori, rispettivamente Renato Farina e Andrea Morigi: che mi rimproverano – implicitamente il primo, che non mi cita; esplicitamente il secondo – in quanto firmatario del “Manifesto” impropriamente presentato come diretto contro Magdi Allam e pubblicato da “Reset”.

            In realtà, come risulta chiaro dalle pagine di “Reset”, si tratta semmai di difendere il nome e la rispettabilità sia scientifica, sia civica dell’amico e collega Paolo Branca, attaccato nel libro Viva Israele di Magdi Allam in un modo che io trovo incomprensibile e ingiustificato; così com’è stato attaccato un altro studioso moralmente e scientificamente irreprensibile, il professor Massimo Campanini. E’ doveroso far del resto notare che non da ieri, ma dall’inizio del 2004 – sulla base di un articolo nel quale, sul “Corriere”, Magdi Allam  prendeva posizione a proposito della versione del Corano uscita per i tipi della Newton Compton a cura della UCOII – si avviò un mio personale tentativo di organizzare un confronto aperto e leale, tra lui ed alcuni studiosi (che erano appunto, guarda caso, Branca e Campanini). Il confronto avrebbe dovuto tenersi nella sede e sotto il patrocinio di un’istituzione prestigiosa, il Consiglio Regionale della Toscana. Esso avvenne, sotto forma di Convegno di Studi, ma in assenza di Magdi Allam, il quale  per ragioni che ignoro declinò l’invito ufficiale. Il Consiglio Regionale toscano ripeté l’invito quando si trattò di presentare gli Atti di quel Convegno (ora editi con il titolo Tradurre, Tràdere, Tradire, a cura di F. Cardini, Firenze, Regione Toscana – Consiglio Regionale, 2006).

            Leggo il giudizio di Farina, incentrato soprattutto sul fatto che il “Manifesto” pubblicato da “Reset” colpirebbe un personaggio oggetto di gravi minacce e per questo, a quel che mi risulta e salvo mia disinformazione, da molto tempo sotto scorta; e che ciò costituirebbe un’obiettiva complicità con chi tali minacce ha formulato.  Credo che Farina non ignori quante persone, oggi, sono state e continuano ad essere oggetto di minacce anche gravi, quante di esse richiedano scorta adeguata e a quante essa venga rifiutata. Se nel caso di Magdi Allam essa è stata concessa, se ne dovrebbe dedurre che le minacce di cui egli è stato oggetto siano particolarmente serie: mi sfugge allora com’egli possa continuar a svolgere intensamente un lavoro che fa in modo costante di lui una publica persona e come il suo continuo apparire in pubblico – che mi fa piacere, in quanto prova che in realtà le apprensioni sue e delle persone preposte alla sua sicurezza si siano in effetti, almeno negli ultimi tempi, diradate – possa conciliarsi con  la necessaria e doverosa prudenza dalla quale la sua situazione non gli consente di allontanarsi. Ritengo d’altronde ch’egli  sia del tutto  consapevole del fatto che, chiunque  scriva e  parli in pubblico perciò stesso accetti le correlative responsabilità: né può privare chi  dai suoi scritti o dalle sue parole si senta leso di reagire nelle forme legittime e adeguate. Non entro in merito all’implicita deduzione che si coglie nello scritto di Farina, che cioè chi non condivida le posizioni di Magdi Allam sia perciò stesso un fiancheggiatore del terrorismo e un “nemico d’Israele”, dal momento ch’essa si commenta da sola.

            Al signor Morigi, non ho niente da dire in quanto sono stato costretto, nel 2004, a sporger querela contro di lui per un articolo a firma sua e di Lorenzo Vidino, dal titolo Happy Anti-Imperialist Campers, comparsi il 21 aprile di quell’anno sulla rivista statunitense “The National Review”, nel quale mi si definiva leader di non precisate “fanatical right-wing organizations that openly support revisionist theses on the Olocaust and blame the world’s evils on a Zionist conspiracy”. Che un personaggio capace di formulare tali calunnie abbia anche l’improntitudine di denunziare il supposto carattere delatorio e calunnioso di posizioni altrui rende difficile qualunque commento. Dal momento che il signor Morigi esorta i lettori del quotidiano “Avvenire”, al quale collaboro, a scrivere al suo Direttore per porgli la questione se il suo giornale sia o meno d’accordo con le mie posizioni in ordine al caso Magdi Allam,  a mia volta chiedo al Direttore di “Libero” se egli avalla e condivide quanto il suo collaboratore ha scritto nei miei confronti sulla rivista statunitense, se fino ad oggi lo ignorasse e se, venendolo ora a sapere, è dell’avviso che il suo giornale possa continuar a giovarsi della collaborazione dell’autore di righe così pesantemente e irresponsabilmente calunniose.

            Cordiali saluti.

 

                                                                                            Franco Cardini