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Il Grande Fratello Bush

di Alessandro Ursic - 16/12/2005

Fonte: peacereporter.net

Dopo l'11/9, gli Usa spiano senza autorizzazione migliaia di americani 
   
 
Preoccupato dalle mancanze dell’intelligence nel prevenire gli attacchi dell’11 settembre 2001, qualche mese dopo gli attentati il presidente Bush ha autorizzato segretamente una delle più grandi agenzie di spionaggio Usa a intercettare le conversazioni telefoniche e le e-mail di migliaia di cittadini statunitensi sospettati di legami con terroristi, senza prima chiedere l’apposita autorizzazione ai tribunali demandati a concederla. Lo rivela oggi il New York Times, al termine di un’inchiesta che il quotidiano era pronto a pubblicare già un anno fa, e che è stata rimandata perché la Casa Bianca aveva chiesto espressamente al giornale di non renderla pubblica, per non dare alcun vantaggio a potenziali terroristi che potrebbero rendersi conto di essere spiati. Mentre alcuni esponenti dell’amministrazione difendono questa pratica sostenendo che ha permesso di sventare possibili attentati, altri ufficiali lanciano accuse di incostituzionalità.
 
Spionaggio all’estero. La National Security Agency (Nsa), una delle più grandi tra le 14 agenzie di intelligence statunitensi, è famosa per la sua ossessione di segretezza (la sua esistenza è stata anche negata, da qui il soprannome di No Such Agency, “non c’è nessuna agenzia”) e la sua missione è di condurre attività di spionaggio solo sulle comunicazioni estere o comunque rivolte verso stranieri. Può legalmente intercettare un’e-mail tra i diplomatici di due Paesi stranieri, per esempio, ma per spiare le telefonate tra un cittadino americano e qualcuno all’estero, lo può fare solo se prima ha ottenuto l’autorizzazione della Corte di sorveglianza sull’intelligence all’estero. Un tribunale creato appositamente negli anni Settanta, dopo gli abusi dell’intelligence su contestatori e pacifisti venuti alla luce durante la guerra del Vietnam.
 
Lista dei sospetti. Secondo i funzionari che hanno parlato al New York Times chiedendo la garanzia dell’anonimato, in ogni momento sono controllate le conversazioni di circa 500 cittadini americani, inseriti nella lista di quelli che hanno potenziali legami con terroristi. La lista viene aggiornata continuamente, quindi è probabile che il numero delle persone monitorate siano qualche migliaio. Fino ad ora il controllo delle comunicazioni interne agli Stati Uniti era competenza dell’Fbi, sempre previa autorizzazione di un organo giudiziario. “Il fatto che a condurre questo spionaggio interno sia ora la Nsa è un enorme cambiamento”, ammette un ex funzionario intervistato dal New York Times. Preoccupata dalle restrizioni burocratiche alle attività di intelligence evidenziate anche dalla Commissione sull’11 settembre, l’amministrazione Bush ha rotto la prassi esistente.
 
I risultati. Gli ufficiali che difendono le nuove attività della Nsa sostengono che il programma di intercettazioni ha portato alla scoperta di un complotto organizzato da Iyman Faris, un cittadino naturalizzato che nel 2003 si è dichiarato colpevole di aver aiutato al Qaeda nel piano per far saltare in aria il ponte di Brooklyn. Altri funzionari credono che la nuova pratica non sia in realtà necessaria, dato che ottenere l’autorizzazione da parte della Corte di sorveglianza è relativamente facile, e poche richieste in tal senso sono state negate.
 
Il controllo sulla manifestazioni pacifiste. Comunque sia, l’inchiesta del New York sembra destinata a far discutere, anche alla luce delle rivelazioni emerse nei giorni scorsi sul controllo che il dipartimento della Difesa ha svolto su manifestazioni pacifiste negli Usa. Secondo un documento ottenuto dall’emittente Nbc, una cinquantina di dimostrazioni organizzate da associazioni contro la guerra sono state classificate come “minacce sospette”: si va dalle proteste contro i centri di reclutamento dell’esercito a riunioni di quaccheri nelle scuole, ma anche a manifestazioni lontane da qualsiasi installazione militare.