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Dittatura mascherata

di Antonello Molella - 21/10/2007

     

 

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Quatto quatto, lo scorso 12 ottobre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Ricky Levi, ha presentato un disegno di legge che imporrebbe ai blog come il nostro di registrarsi al ROC (Registro Operatori Comunicazione). Se il ddl entrasse in vigore, la maggioranza dei siti internet italiani sarebbero costretti a sottoporsi ad assurdi passaggi burocratici e spese per molti insostenibili: certificati, bollo, etc. Anche se fanno informazione senza fini di lucro.
Qualsiasi sito o blog dovrebbe diventare una testata giornalistica, con un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile e una casa editrice a garanzia. Un bel modo per tappare la bocca a tutti quegli italiani che attraverso la Rete esprimono liberamente le proprie opinioni, senza per questo avere il tesserino della corporazione dei pennivendoli.
Vogliono metterci sotto silenzio: si sono resi conto che internet comincia a minare le basi del potere dell’informazione. I partiti, braccio armato degli interessi economici proprietari o inserzionisti dei media tradizionali, non hanno trovato altro modo di imbavagliarci che redigendo una legge indegna come questa. Una legge liberticida la cui giustificazione, in ultima analisi, sarebbe quella di tutelare dalla diffamazione a mezzo stampa. Un po’ come restringere l’uso delle penne perché potrebbero essere usate come armi contundenti. D’altronde, si sa: ne ferisce più la penna che la spada. Figuriamoci le tante, libere penne informatiche.
Così, dopo la tabula rasa, gli oligarchi e i loro scherani potranno finalmente controllare i pochi siti superstiti per mezzo degli editori amici.
E noi saremo costretti a spostarci su server esteri, dove questa truffa chiamata democrazia è meno sfacciata di quella italiana.
Avviso ai naviganti: chi viene ancora a dirvi che l’Italia è una democrazia, ditegli che siamo alla dittatura mascherata. E mandatelo a quel paese.