Iniziazione e Magna Mater
di Gianfranco Bertagni - 08/01/2006
Fonte: gianfrancobertagni.it
LA PROSPETTIVA DI MIRCEA ELIADE
I. LA TERRA, L'AGRICOLTURA, LA FERTILITÀ
Alla semplice constatazione, prima di qualsiasi mitologizzazione della Terra, il dato immediato fu la presenza stessa del suolo. La Terra, poi, per le sue caratteristiche (l'estensione, la solidità, la vegetazione che produce, ...) forma un'unità cosmica, viva e attiva, satura di sacro: reale. Dunque la prima valorizzazione religiosa della Terra fu indistinta: in una sola unità erano confuse tutte le ierofanie: pietre, alberi, acque,... [spiegare "ierofanie"]. Si potrebbe dire che la Terra fu all'inizio intesa come un "Cosmo-ricettacolo di forze sacre diffuse".
Era totalmente assente in queste intuizioni primarie intorno alla Terra la considerazione del suo elemento propriamente tellurico: non vi è distinzione tra ciò che appartiene alla terra e ciò che è soltanto manifestato attraverso di essa: monti, acque, piante... La valorizzazione della Terra da un punto di vista tellurgico avverrà solo nel ciclo pastorale e soprattutto in quello agricolo.
Tra le prime teofanie della Terra in quanto potenza tellurgica vi fu la sua maternità: prima di essere sentita come dea madre, venne intesa essenzialmente come Madre. Poi, con l'inizio dei culti agricoli, si delineò sempre più la figura di una Dea della vegetazione e dei raccolti, facendo scomparire quella più primitiva di Terra Madre. In Grecia, Demetra sostituì Gê.
La terra viene dunque considerata fonte di forza, potenziatrice d'anime e di fecondità. Un'usanza praticata ancora dagli abruzzesi è quella di posare il neonato per terra, appena lavato e fasciato: la stessa pratica la si trova in Germania, in Scandinavia, in Giappone,... Vi sono varie interpretazioni di questo costume: che dice che è un modo di consacrare il bimbo alla Tellus Mater, sua vera madre, chi vede in questo il prendere contatto con la forza magica della terra, chi invece interpreta il rito come avente scopo di dare al bambino un'anima data dalla madre terra.
Si può ricordare inoltre il parto a terra, frequente in molti popoli: anche qui ovviamente il senso originario è la maternità della terra. Questo senso di discendenza tellurgica fu poi sostituito da un'altra idea, cioè quella che fa della terra la protettrice dei bambini, la fonte di ogni forza, e che quindi a lei si consacrano i neonati. Per questo l'usanza della culla ctonia: i lattanti si fanno riposare nei fossi, a diretto contatto con la terra, o con uno strato di paglia preparato dalla madre sul fondo del fosso (la culla ctonia è presente sia nelle società primitive - es. australiani - che in quelle superiori - es. Incas).
Spesso il bambino abbandonato, protetto dagli elementi cosmici, diventa eroe, re, santo: analoghe vicende si ritrovano (imitano?) il mito degli dei abbandonati dopo la nascita (es. Zeus, Poseidone, Attis, Perseo, Atlante, Edipo, Romolo e Remo,...). Anche Mosè fu abbandonato alle acque, come il personaggio del Kalevala. Il bambino abbandonato è ricompensato dalla grandezza mitica dell'orfano, che nella sua assoluta solitudine cosmica e nella sua unicità si trasfigura in bambino primordiale. La sua comparsa coincide con un inizio: creazione del Cosmo, creazione di un nuovo mondo, di una nuova età, di una nuova vita. Incipit vita nova. Il bambino abbandonato alla Terra-Madre, salvato e allevato da lei, non può più dividere il destino comune degli uomini, perché ripete il momento cosmologico dei primordi e sorge tra gli elementi, non in una famiglia.
Abbiamo innumerevoli testimonianze di seppellimenti in posizione embrionale: in questo modo la Terra-Madre può rimettere il cadavere in vita una seconda volta. Inoltre, come si mette il bambino per terra appena nato, così si posano per terra - o si seppelliscono- i malati: questo rito equivale a una nuova rinascita; il seppellimento simbolico, totale o meno, ha lo stesso valore magico-religioso dell'immersione in acqua, il battesimo. L'ammalato, rigenerato, rinasce. In Scandinavia c'è l'usanza di seppellire i bambini gravemente malati, seminando poi del grano e mietendo il raccolto così ottenuto: il malato così rinasce - cioè guarisce - insieme alla vegetazione.
Un altro rito consiste nel far passare il bambino malato attraverso una fessura della terra, una roccia forata, una cavità di un albero: si vuole così trasferire la malattia a uno di questi oggetti, imitando tra l'altro l'atto del parto (il passaggio attraverso un foro). L'idea fondante tutto ciò è sempre quella della guarigione grazie ad una nuova nascita. Nelle credenze indiane l'idea del ritorno alla Madre-Terra è accompagnata da quella di reintegrare l'uomo nel Cosmo, una restitutio ab integro delle facoltà psichiche e degli organi nell'antropocosmo: il respiro va al vento, l'orecchio va ai punti cardinali, le ossa alla Terra...
Paradossalmente anche la Terra ha bisogno di una rigenerazione periodica delle forze sacre: a questa esigenza risponde ogni rito che, in quanto ricreatore di forza, è ripetizione di un atto primordiale, cosmogonico, avvenuto ab initio. Il sacrificio di rigenerazione è una ripetizione rituale della creazione. Il mito cosmogonico prevede la morte di un gigante primordiale dal corpo del quale si forma la realtà. Il rituale rifà la Creazione.
L'uomo primitivo ha il timore continuo che le forze che lo circondano si esauriscano: il sole potrebbe non più sorgere dopo il solstizio invernale, la vegetazione può scomparire, e così anche la luna,... La potenza, nel suo manifestarsi, può incutere timore, ma è fonte di inquietudine anche la possibilità che tale potenza si esaurisca. E simile angoscia si accresce quando l'esaurimento della forza sembra dovuto all'intervento dell'uomo: il raccolto, la mietitura,... sono violenze recate alla terra. Per risolvere queste crisi si offrono sacrifici: i rituali così riconciliano l'uomo con le forze ctonie e gli permettono di consumare i loro frutti senza rischi.
L'anno diventa così un'unità; il tempo perde la relativa omogeneità tipica nelle società preagrarie: non c'è più la semplice divisione delle stagioni, ma è delimitato in unità circoscrivibili. L'anno vecchio è altra cosa rispetto all'anno nuovo. La rigenerazione delle forze della vegetazione si estende nella sua efficacia alla rigenerazione della collettività mediante il rinnovamento del tempo (un tempo che è sempre nuovo perchè sempre originario). L'espulsione dell'anno vecchio coincide con l'espulsione dei malanni, dei peccati, delle crisi. La stessa teoria genera la speranza di una rigenerazione spirituale mediante l'iniziazione.
Inoltre, in connessione con queste credenze, si trovano innumerevoli rituali dell'orgia, simbolo (cioè riattualizzazione) del caos primordiale, reintegrazione nell'unità precedente alla Creazione. Come i semi perdono la loro identità nella fusione sotterranea, e diventano un'altra cosa, così gli uomini perdono la loro individualità nell'orgia, fondendosi in una sola unità. Si esperimenta in questo rituale lo stato primordiale, caotico, per promuovere (secondo le leggi della magia simpatica) la fusione dei germi. Inoltre l'orgia, nella sua riattualizzazione del caos mitico e mistico, ripete la creazione: l'uomo regredisce al suo stadio caotico e amorfo, per poi rinascere con maggior vigore. L'orgia, come l'immersione nell'acqua, annulla la creazione e nel contempo la rigenera. Nella dialettica vita quotidiana-orgia identifichiamo il ritmo azione-sonno, nascita-morte, e la ciclicità del Cosmo tipica di molte religioni, per cui l'universo, nato dal caos, ad esso fa ritorno, in alternanze continue. Ogni festa, nella sua struttura, ha la vocazione orgiastica.
Ma ogni creazione, ogni rigenerazione, non si compie senza sforzo. La rigenerazione si compie mediante gesti magici, per mezzo della Grande Dea, grazie alla presenza della donna, per la potenza dell'eros, con la collaborazione degli elementi,... E tutto questo è possibile solo perché ripetizione del gesto primordiale. Si può guadagnare nuova vita solo lavorando, cioè agendo in conformità con le norme (ripetizione dei gesti primordiali). Quindi le esperienze religiose dell'uomo della civiltà agricola sono orientate verso il gesto, l'atto.
Il destino dell'umanità fu deciso dalla teoria che l'uomo elaborò scoprendo l'agricoltura: essa ha rivelato l'unità fondamentale della vita organica. Da questa scoperta venne anche uno dei motivi principali della speranza soteriologica: come il seme nella terra, anche il morto può tornare alla vita sotto nuova forma. Ma dall'altra parte, l'agricoltura è anche origine di visioni pessimistiche, scettiche: l'uomo è debole come un arbusto.
II. L'INIZIAZIONE
La mestruazione, segno della maturità sessuale, necessita un passaggio. Questo passaggio, per essere valido, deve essere vissuto come una rottura rispetto a tutto ciò che era stato prima. La ragazza viene quindi strappata alla sua famiglia. Mentre per i ragazzi l'iniziazione è collettiva, per le ragazze, seguendo immediatamente la prima mestruazione, è individuale. La durata varia dal tipo di cultura: 3 giorni in Australia e India, 20 mesi in Irlanda, anni in Cambogia. Più il periodo di segregazione è lungo e più le ragazze finiscono per formare dei gruppi, e la loro iniziazione è celebrata dunque collettivamente, sotto la direzione di donne (parenti anziane in India, donne anziane anche non parenti in Africa). L'oggetto dell'iniziazione è l'introduzione ai segreti della sessualità, della fecondità, i costumi della tribù, una parte delle tradizioni religiose (quelle cioè accessibili alle donne). La ragazza viene iniziata alla sacralità femminile, preparandosi perciò nell'assumere il suo modo d'essere peculiare - quello di creatrice - nella società e nel Cosmo.
La segregazione avviene in una foresta o in una particolare capanna. Il loro simbolismo evoca quello dell'aldilà, della morte, delle tenebre della gestazione nel ventre materno. Spesso le ragazze devono rimanere in un angolo oscuro dell'abitazione, a volte non devono vedere il sole: tale tabu è spiegabile attraverso la solidarietà mistica tra la donna, la terra e la luna. Alcune società dell'America del Sud hanno l'interdizione di toccare il suolo; è uno degli innumerevoli paradossi del sacro: il contatto con esso può potenziare le proprie forze e quindi auspicabile, ma può anche essere assai pericoloso, essere causa di crisi, squilibri, ...
La conclusione della segregazione è caratterizzato da cortei, acclamazioni delle donne, danze collettive (simbolo dell'esperienza primordiale, ma anche riconoscimento reciproco ragazza-società). La ragazza viene presentata solennemente alla comunità: è divenuta adulta ed è pronta ad assumere il modo d'essere tipico della donna.
La rivelazione di essere creatrice è per la donna un'esperienza religiosa particolarmente intensa. Il rituale del parto assume a volte una tipologia che ha in sé le tracce di un mistero. E gli assembramenti rituali di donne in occasione del parto tendono a trasformarsi in associazioni segrete.
Nei riti femminili di pubertà le iniziande imparano anche certi mestieri tipicamente femminili: li filatura, la tessitura, ... Questi mestieri sono altamente simbolici: nelle culture più evolute diverranno principi esplicativi cosmologici: es. la luna fila il tempo, tesse le vite umane, le dee del destino sono delle filatrici. Vi è una solidarietà occulta tra le creazioni periodiche (concezione derivata dalla mitologia lunare), il tempo, e il lavoro notturno, femminile, segreto, nascosto al sole. La filatura è mestiere pericoloso: vi ci si può dedicare solo in particolari condizioni (speciali strutture, in certi periodi, in determinate ore,...). A volte è capitato che si sia rinunciato alla filatura a causa del suo pericolo magico.
Gli uomini, nel periodo del loro percorso iniziatico, devono prendere coscienza di realtà invisibili, imparare storie sacre che non sono evidenti nell'esperienza quotidiana. Le ragazze invece hanno con l'iniziazione rivelazioni sul senso segreto di fenomeni apparentemente naturali: la loro maturità sessuale, il parto, la creatività, ... Queste rivelazioni utilizzano una serie di immagini-simbolo: penetrazione nel ventre della Terra Madre, nel corpo di un mostro marino, d'un animale, l'abitare in una capanna (come già detto), ... Il materiale concernente questo tipo di rivelazioni lo si può dividere in due gruppi: nel primo, il regressus ad uterum è un'operazione religiosa che, come ogni atto religioso, comporta un certo rischio, ma comunque non grave; nel secondo, invece, il regressus ad uterum va di pari passo con il pericolo di morire, fatto a pezzi dal mostro (es. la vagina dentata della Terra Madre) e d'essere digerito nel suo ventre. Nel primo, l'iniziazione è vissuta in maniera più ottimistica, dando particolare peso al passaggio dallo stato vecchio e quello nuovo; nel secondo, l'iniziazione è vissuta drammaticamente, nella consapevolezza che essa include il pericolo della morte. In altre parole: il simbolismo della morte permane sempre, ma a volte ad esso si aggiunge il timore di una morte reale, fisica, non solo simbolica, alchemica.
Il regressus iniziatico di tipo drammatico lo si ritrova in diverse varianti: nei miti che parlano di un eroe inghiottito da un mostro marino e della sua uscita vittoriosa dopo averlo sventrato da dentro, nei racconti dei viaggi degli sciamani che in estasi penetrano nel ventre di un pesce enorme, nei miti di discesa dell'eroe in una grotta che conduce all'altro mondo, nei miti riguardanti i passaggi paradossali tra due macine in perpetuo movimento, su un ponte stretto come un filo, ... La pericolosità della prova è compensata dal premio, che a volte è addirittura l'immortalità.
Il tema iniziatico del ritorno allo stato embrionale si ritrova anche nelle culture superiori: es. le tecniche taoiste. Con esse l'adepto cerca di imitare la circolazione del sangue e del respiro dalla madre al bambino e viceversa. Nel T'ai-si k'eu kiue ('Formule orali della respirazione embrionaria') c'è scritto: "Tornando alla base, tornando all'origine, si scaccia la vecchiaia, si ritorna allo stato di feto". Stesso motivo torna negli alchimisti occidentali: Paracelso scrive che "colui che vuol entrare nel Regno di Dio deve prima di tutto entrare con il suo corpo nella madre, e qui morire". La Madre è simbolo della Natura allo stato primordiale, la prima materia degli alchimisti. La sacralità primordiale delle grotte, che tanta importanza hanno avuto nelle iniziazioni preistoriche, è riscontrabile nelle successive pratiche iniziatiche, nelle varie modificazioni semantiche.
Tutti questi documenti religiosi propri di culture ed età diverse si articolano in un sistema. Ridiventando seme o embrione, l'iniziato può: 1) ricominciare l'esistenza con la somma intatta delle sue possibilità (scopo della respirazione embrionaria e delle varie tecniche arcaiche); 2) immettersi nella sacralità cosmica della Grande Madre; 3) accedere ad uno stato superiore d'esistenza o prepararsi alla partecipazione al sacro; 4) fondare un diverso modo d'esistenza, trascendente, simile a quella divina (obiettivo delle varie alchimie), o ottenere la liberazione (buddhismo). Ciò che accomuna tutto ciò è il fatto che l'accesso al sacro è rappresentato comunque dalla gestazione embrionale e da un nuovo parto.
Un mito polinesiano evidenzia la pericolosità del regressus iniziatico. Dopo una vita avventurosa, l'eroe maori Maui torna in patria presso la nonna, la Grande Signora. Trovandola addormentata, Maui penetra nel suo corpo gigantesco; trovandosi però ancora con metà del corpo fuori dalla bocca della nonna, gli uccelli scoppiano a ridere per la stranezza dell'evento. A causa del rumore delle risate, la Grande Signora si sveglia, stringe i denti e taglia Maui in due, uccidendolo. Questo è il motivo per cui, secondo i Maori, l'uomo è mortale (il mito fonda la realtà); se Maui fosse riuscito dal corpo della nonna, gli uomini sarebbero immortali.
La nonna di Maui è la Madre Terra, entrarvi vuol dire discendere vivi nelle profondità ctonie, negli inferi. La struttura di questa tipologia di miti è la medesima: si scende agli inferi, si affrontano mostri infernali; ciò equivale a una prova iniziatica. Questo mito, come tutti i miti, "rivela" - scrive Eliade - "completamente il desiderio profondo, spesso inconscio, dell'uomo religioso" Il corpo della Dea ctonia, come il ventre del mostro marino, rappresenta le viscere della Terra, il regno dei morti, gli inferi. Nella letteratura medievale gli inferi sono spesso immaginati come un enorme mostro, il cui prototipo è il Leviathan. Chi scende agli inferi e ne ritorna, non teme più la morte, ha conquistato l'immortalità, scopo di tutte le iniziazioni eroiche da Gilgameš in poi.
Il mondo ultraterreno è anche il mondo della saggezza, della conoscenza. Il Signore degli inferi è onnisciente, i morti conoscono il futuro. A volte, l'eroe scende agli inferi per ottenere conoscenze ignote agli uomini: Vainamoinen (l'eroe saggio del Kalevala), non riuscendo a completare una barca creata con un procedimento magico, va a trovare lo stregone Antero, un gigante immobile da molti anni. Vainamoinen cade nella bocca del gigante, ma una volta che è nel suo stomaco, l'eroe si forgia un costume di ferro e minaccia lo stregone di restare lì fino a quando non conoscerà le tre parole magiche per finire la barca. Vainamoinen affronta fisicamente ciò che gli sciamani vivono in trance: il loro spirito, lasciato il corpo, visita l'altro mondo.
III. ELEMENTI INIZIATICI DALLA GRECIA AL RINASCIMENTO
Nell'epoca storica, in Grecia, i riti di pubertà si presentano all'interno della normale educazione civica, mancando dunque la drammaticità dell'introduzione del giovane all'interno della vita religiosa cittadina. Tuttavia i complessi mitico-rituali che accompagnano questi eventi conservano elementi di religiosità arcaica. Per es. molti elementi propri della figura e della storia di Teseo sono tipicamente iniziatici: il tuffo rituale nel mare (cioè il viaggio nell'aldilà), l'entrata nel labirinto, il combattimento con il mostro (tipico delle iniziazioni eroiche), e il ratto di Arianna (epifania di Afrodite), in cui Teseo conclude la sua prova iniziatica con una ierogamia.
Anche certe prove di Achille sono interpretabili come iniziatiche: è stato allevato dai Centauri (cioè iniziato nella foresta da maestri mascherati da animali), ha subito il passaggio del fuoco e dell'acqua (prove iniziatiche classiche ), è vissuto per un certo tempo tra ragazze, vestito come loro (come in certe iniziazioni di pubertà).
Anche in Efesto sono stati individuati elementi iniziatici: Efesto è gettato in mare e vi rimane nove anni, ha i tendini tagliati (mutilazioni tipiche di certe iniziazioni), impara il suo mestiere nell'officina sotterranea del suo servo o nella grotta di Eurinome (la Morte) che lo riceve nel suo seno (e ciò equivale a un mutamento della personalità).
Sappiamo poco sull'iniziazione delle ragazze nella Grecia antica. Comunque possiamo rilevare il significato degli antichi riti di pubertà nel raggruppamento di fanciulle attorno a Saffo: le novizie erano sotto la direzione di Saffo fino al matrimonio, ricevevano l'iniziazione ai lavori tipicamente femminili (tessitura,...), imparavano il "galateo"; questa istruzione aveva un modello mitico. Anche i rapporti omosessuali tra istruttori e novizi sono attestati nelle società primitive.
I misteri di Eleusi, il dionisismo e l'orfismo mantengono riti e credenze estremamente arcaici: nessuno di questi culti iniziatici è di creazione greca, avendo le radici nella preistoria. L'iniziazione a Eleusi proviene da un rituale agrario che ha come tema la morte e la resurrezione di una divinità della fertilità dei campi. Il bull-roarer delle cerimonie orfico-dionosiache è oggetto tipico delle culture dei cacciatori. I miti dello smembramento di Dioniso, di Orfeo o di Osiride richiamano i precedenti australiani e siberiani.
Dice Eliade: "Il fatto che certi elementi arcaici permangano nei misteri greci e greco-orientali dimostra [...] la loro importanza per la vita religiosa dell'umanità. Si tratta di esperienze religiose primordiali e insieme esemplari". Il miste si sottopone all'iniziazione per trascendere la sua condizione umana e per ottenere un modo d'essere sovraumano. I più importanti di questi riti segreti erano in relazione con la morte e la risurrezione mistica del neofita. Apuleio parla di "una morte volontaria", e "accosta il regno della morte" per ottenere il "giorno di nascita spirituale". È probabile che nei misteri della Dea Madre frigia, e anche altrove, il miste fosse sepolto in una tomba. Firmico Materno scrive che veniva considerato moriturus. Scrive Sallustio che nel rito frigio gli iniziati "erano nutriti di latte come se fossero rinati" (De Diis et Mundo, 4).
L'importanza dei misteri greco-orientali è soprattutto nel fatto che essi rivelano la necessità di un'esperienza religiosa personale, che abbracci l'esperienza totale dell'uomo: la sua vita e il suo stato post-mortem. Mentre nelle culture primitive le iniziazioni erano al tempo stesso occasione di rigenerazione totale, sia della collettività che del cosmo, nell'epoca ellenistica il successo dei misteri evidenzia la rottura tra la religione di Stato e quella di élite, rottura che il Cristianesimo evidenzierà maggiormente.
I Misteri mostrano la perennità dei temi tradizionali d'iniziazione e la loro capacità di essere arricchiti di nuovi valori. Ritroviamo la stessa situazione in mondi culturali anche molto lontani tra loro: "è come se gli scenari dell'iniziazione fossero indissolubilmente legati alla struttura stessa della vita spirituale" (Eliade).
L'insieme delle immagini legate ai misteri è stato utilizzato da una vasta letteratura filosofico-spirituale. Per es., nel pitagorismo e nel platonismo la filosofia è considerata come iniziazione. La maieutica era usata da Socrate per far nascere un uomo nuovo, ed aveva il suo prototipo nel lavoro dei maestri di iniziazione delle società tradizionali. Inoltre il parto iniziatico arcaico torna con il tema della paternità spirituale: Paolo chiama 'figli spirituali' gli uomini che ha rigenerati con la fede.
Molti filosofi e teosofi hanno dato interpretazioni allegoriche dei riti iniziatici. Spesso si sono volute vedere nelle varie prove le tappe successive che l'anima deve attraversare nell'ascensione a Dio. Queste interpretazioni hanno percorso tutta la spiritualità sincretistica successiva. Le varie gnosi hanno attinto da esse i simboli, le immagini, le ideologie,.... E così la valorizzazione propria dei Misteri dell'esperienza della caduta e della rinascita dell'anima si è diffusa in Europa e in Asia. Certi aspetti misteriosofici sono sopravvissuti nel Medioevo, per poi rinascere rinvigoriti attraverso la riscoperta del neoplatonismo nell'Italia rinascimentale.
La lettura che Eliade fa del culto di Cibele e Attis non presenta delle particolari differenze rispetto alle interpretazioni che abbiamo conosciuto durante il corso di quest'anno. Alcuni elementi vanno però ricordati:
- da una certa data in poi, i misteri di Cibele e Attis promettevano agli iniziati l'immortalità: è probabile che si tratti di una influenza cristiana; di fronte al successo del Cristianesimo, i teologi dei misteri avrebbero sottolineato con particolare insistenza l'idea dell'immortalità, conseguente alla redenzione compiuta da Attis. E' certo che soprattutto gli ultimi Antonini abbiano dato vigore al culto frigio con la speranza di arrestare la fortuna della missione cristiana;
- l'automutilazione avrebbe due funzioni: quella della castità assoluta, dono totale alla divinità; funzione di risposta alla nostalgia dell'androginia primordiale; accrescimento della propria riserva di forze sacre mediante un'infermità insolita (quindi diversa da tutto ciò che è profano); infine la volontà di sentirsi espulso dalle strutture della società mediante una imitatio dei;
- gli elementi propri del culto di Cibele e Attis significano la riscoperta dei valori religiosi della sessualità, della sofferenza fisica, del sangue, delle trances che liberavano dalle norme convenzionali, e quindi del valore sacrale della piena libertà; tutti valori religiosi propri delle società arcaiche.
- la fossa scavata in cui stava il futuro tauroboliato è paragonata agli inferi. Il rito del taurobolio farebbe quindi rivivere la discesa agli inferi (paragonabile al regressus ad uterum) delle religioni tradizionali.