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Da commerciante a commerciante: parliamo di SCEC

di Nello de Gennaro* - 19/06/2008

 

 

 

Con questa lettera  voglio soprattutto rivolgermi ai miei colleghi commercianti, artigiani, liberi professionisti, e chiunque svolga un lavoro autonomo.

 

Noi lavoratori commercianti dobbiamo uscire dalla logica del  “ Tutto e Subito”,  dobbiamo costruire una strategia comune, soprattutto guardando al consumatore  ( non dimentichiamo che lo siamo anche noi ) come un alleato, e non un pollo da spennare

 

La strategia che mira ad imbrogliare il cliente, alzare i prezzi, avere dipendenti al nero, risparmiare sulla sicurezza,  trascurare la qualità,

ecc, non paga. 

Lo dicono i tanti morti sul lavoro, le tante cause di fine rapporto, l’inflazione  causata dall’aumento dei prezzi per compensare il calo di vendite,    ( che si ripercuote su di noi ) e soprattutto la chiusura di oltre 370 mila piccole attività commerciali, insieme ai piccoli produttori locali che li rifornivano, che hanno ceduto il passo   ai grandi ipermercati, quasi tutti a capitale straniero, che impoveriscono sempre di più il nostro territorio, denaro che va via dal nostro circuito economico locale, per migrare molto spesso in quelli finanziari.

 

Questa  grande distribuzione organizzata, ribadisco ORGANIZZATA si è vista moltiplicare i propri profitti,  togliendoli alla piccola distribuzione, quest’ultima  molto DISORGANIZZATA.

 

Forse è il caso di uscire dai soliti schemi dell’economia del debito, qualcosa sta cambiando nel mondo del lavoro, se lo capiamo in tempo riusciremo a trovare le giuste soluzioni.

 

Porto come esempio la mia esperienza, 25 anni d’impresa, dove ho visto aumentare solo il tempo che devo dedicare al mio lavoro per sopravvivere, togliendo ore di vita alla mia famiglia, ai miei amici, ai miei hobby, insomma alla mia felicità,  tempo che nessuno mi darà più, che non potrò comprare con nessuna moneta, uno schiavo moderno, che ha vissuto nell’illusione che il mega TV, il cellulare e una bella auto fossero sinonimi  di benessere e libertà.  Molti di noi si sono ritrovati al capolinea con montagne di debiti, o addirittura perseguitati dagli usurai, da equitalia, gestline, banche, finanziarie, e quant’altro, trattati come vere e proprie vacche da mungere, fino all’ultima goccia, fino a che respiri, portandoti via, casa, lavoro, beni, e a volte distruggendo le persone fino a portarle al suicidio

 

Le grosse aziende hanno la loro parte di responsabilità, soprattutto nel sud dell’Italia, subappaltando lavori che a loro fruttavano fior di quattrini, e a noi neanche  il necessario per vivere, quello che succede adesso nei paesi poveri del mondo, grazie alla delocalizzazione, cioè andando a sfruttare manodopera a buon mercato in altri paesi.  Questo succede per tutti i rami delle attività lavorative, più o meno con gli stessi meccanismi, loro si accaparrano il grosso della ricchezza, e a noi le briciole.

 

Le banche hanno fatto il resto prestando denaro a tassi bassi, incoraggiando anche false documentazioni e bilanci truccati, attraverso consulenti compiacenti. Per poi cambiare totalmente atteggiamento, aumentando  i tassi, e costringere migliaia di aziende all’insolvenza. Per non parlare del credito al consumo che ha favorito l’indebitamento di milioni di persone, facendoci illudere che potevamo permetterci una vita al di sopra delle nostre possibilità, plagiando addirittura le persone con pubblicità che incitavano ad indebitarsi,  quinto del quinto dello stipendio e altre porcherie analoghe.

 

Ma la colpa è anche nostra, se invece di farci una spietata ed inutile concorrenza tra di noi, pensassimo ed agissimo come un unico grande corpo, allora ci accorgeremmo di avere una forza enorme, una forza che con gli strumenti giusti, può vincere qualsiasi guerra. Un’alleanza tra consumatori, produttori e commercianti, unica nel suo genere, che può rivoluzionare il modo di intendere l’economia

 

Insieme a questa alleanza, ci servono appunto strumenti e valori rivoluzionari, questi ultimi sono quelli che guardano al mondo non come qualcosa da sfruttare e inquinare, ma come risorse da rispettare e salvaguardare con cura, il nostro territorio, l’acqua, il clima, avendo cura di lasciare ai nostri figli un mondo pulito, e poi il valore più importante e prezioso che abbiamo, la vita, non solo la nostra e quella dei nostri cari, ma di tutta l’umanità, quindi valori che sono contro qualsiasi guerra, perché la vita è unica e sacra.

 

Gli strumenti che abbiamo a disposizione oggi non sono molti, ma uno è potentissimo, perché assolve la funzione di moneta, rende possibile cioè gli scambi commerciali soprattutto sul nostro territorio, favorendo le nostre attività, avvantaggiando il consumatore, il quale risparmia e ritorna da noi.

 

Questo strumento si chiama SCEC, sono quei buoni che molto spesso vedete nelle mani dei vostri clienti,  che passano nelle vostre mani, e che voi dovreste passare in quelle degli altri, questo semplice modo di fare, apporta a tutti noi dei vantaggi enormi, se ci pensate abbiamo aumentato in un colpo solo, stipendi, pensioni, paghette dei nostri figli,  di almeno un 10 - 20%, senza danno alcuno per noi, perché possiamo rispenderli,  e questa percentuale potrebbe aumentare sempre più, in misura direttamente proporzionale alla fiducia che riponiamo in esso.

 

Io li prendo molto volentieri, hanno aumentato la mia clientela, con essi pago il mio commercialista, l’architetto che mi fa la progettazione, l’impresa edile alla quale subappalto le opere edili, la pizzeria nella quale pranzo, la libreria dove compro libri, i miei dipendenti che oltre allo stipendio in euro prendono anche una piccola parte aggiuntiva di SCEC, e potrei citare altre decine di esempi dove li uso, e non ho mai pensato di aumentare i miei prezzi, semmai la percentuale di accettazione di SCEC, perché è questo che mi permette di essere competitivo sul mercato.

 

Inoltre se il commerciante accetta che il suo cliente abituale usi gli SCEC nel suo negozio,  avrà un ottimo ritorno in pubblicità, di valore sicuramente superiore allo sconto del  10 - 20 %, infatti egli sarà ben felice di farci pubblicità, attraverso il passa parola, tra amici, conoscenti, parenti ecc.

*Lettera aperta di Nello de Gennaro Presidente dell’Ass.ne Masaniello di Napoli