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Mare d inverno 2006: la plastica conquista il primo posto

di Fare Verde - 30/01/2006

Fonte: fareverde.it

 

Mare d inverno 2006: la plastica conquista il primo posto tra i rifiuti raccolti sulle spiagge. Ci vuole il vuoto a rendere.

ecologia e volontariato
ecologia e volontariato ecologia e volontariato ecologia e volontariato
ecologia e volontariato I contenitori in plastica in tutte le loro forme (bottiglie, flaconi, contenitori e prodotti usa e getta, ecc.) costellano le spiagge italiane e conquistano la palma del -flagello d’Italia-.
E’ questo il dato più evidente dopo la giornata di pulizia organizzata da Fare Verde nell’ambito della quattordicesima edizione de “Il mare d’inverno” tenutasi oggi, nonostante il freddo pungente in tutta Italia. In alcune spiagge (tra cui Genova, Viareggio, Follonica e molte spiagge calabresi) proprio a causa del maltempo l’operazione è stata rinviata a domenica prossima.
Questa mattina i volontari, indossati sciarpa e guanti, armati di sacchi e rastrelli hanno proceduto alla raccolta e censimento dei rifiuti presenti sulla battigia di oltre 50 litorali italiani.
Cosa si trova sulle spiagge d inverno, quali sono i rifiuti più diffusi e le cause che ne provocano l’abbandono sui litorali? A queste domande ha cercato di dare risposta l’operazione odierna che dal 1992 vuole soprattutto ricordare che il mare e le spiagge (e l’inquinamento che li colpisce) esistono dodici mesi l’anno e non solo con l’arrivo della stagione balneare quando balzano agli onori della cronaca per esigenze soprattutto turistiche quando un po’ tutti reclamiamo spazi puliti per prendere il sole e fare il bagno.
La plastica regna incontrastata su tutte le spiagge, in tutte le sue forme: soprattutto bottiglie e tappi, piccoli, insidiosi, difficili da raccogliere e presenti in numero addirittura maggiore rispetto alle bottiglie. A Bari sono stati trovati veri e propri tappeti di bottiglie di plastica accumulati dalle maree. Molte delle bottiglie trovate a Bari recavano addirittura scritte in arabo, albanese, serbo, croato e turco! Tra i rifiuti in plastica, novità di quest’anno sono le siringhe monodose per l’insulina, ritrovate in notevole quantità ad Ostia.
Anche quest’anno si è avuta la conferma del fatto che il mare viene utilizzato come pattumiera dalle attività economiche legate alla pesca, al trasporto via mare e anche all’agricoltura praticata in prossimità di fiumi e litorali: a Brindisi sono stati trovati teloni usati sulle navi cargo che solcano l’Adriatico, a Ravenna reti in plastica utilizzate per la pesca di molluschi, ovunque polistirolo derivante dalle cassette utilizzate dai pescatori, a Caserta contenitori di prodotti chimici utilizzati in agricoltura.
Ancora presenti, a volte in quantità notevoli e soprattutto sui litorali laziali e campani, i bastoncini nettaorecchie che, erroneamente gettati nel water, non vengono trattenuti dai depuratori (che anzi ne vengono danneggiati) e finiscono in mare che li restituisce sulle spiagge.
In particolare, le località a fianco delle foci di fiumi importanti subiscono la “restituzione” degli oggetti erroneamente gettati nei water domestici: Ostia in particolare continua a ricevere dal Tevere tutto ciò che pensiamo sparisca nel water (in realtà tutto ricompare a chilometri di distanza dopo un viaggio che attraversa depuratori, fiumi e mare): assorbenti igienici per donna, contenitori per deodoranti da water, blister di medicinali vuoti e tanto, troppo, altro ancora…
Infine, anche dove esiste un servizio gratuito di ritiro dei rifiuti ingombranti, sono state riscontrate mini-discariche abusive di elettrodomestici, mobilio, pneumatici o addirittura carcasse di automobili.
Per combattere il problema della dispersione nell’ambiente di enormi quantitativi di plastica usa e getta, Fare Verde propone il vuoto a rendere e, in generale, la prevenzione dei rifiuti prima ancora che la loro raccolta differenziata e riciclaggio.
L’introduzione della cauzione sui vuoti delle bottiglie limiterebbe drasticamente l’abbandono di contenitori (sia in vetro che in plastica) nell’ambiente. In molti paesi europei (Germania, Austria, Olanda, Danimarca, Austria ed altri ancora), cauzioni di 15- 20 centesimi di euro sui vuoti (soprattutto, anche se non solo, per la birra) consentono la restituzione di oltre il 90% dei contenitori venduti (una percentuale che nessuna raccolta differenziata riesce a raggiungere); in Italia la cauzione è quasi scomparsa e anche per questo le bottiglie finiscono abbandonate sulle spiagge (ma anche nei boschi, ai bordi delle strade ecc.).
Per Fare Verde un primo prodotto da sottoporre a vuoto a rendere con cauzione è il latte per l’infanzia, per assicurare meno chimica e meno rifiuti nel futuro dei nostri figli.
Per sostenere questa sua richiesta, Fare Verde ha lanciato una raccolta di firme subito dopo essersi verificato il problema dei contenitori in Tetrapak contaminati da ITX: è possibile firmare anche on line sul sito www.fareverde.it