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Strage di Bologna: An vuole trovare i colpevoli nella resistenza palestinese

di Fabrizio Di Ernesto - 01/08/2008

 

An vuole trovare i colpevoli nella resistenza palestinese



Sabato prossimo, il 2 agosto, per l’ennesima volta si rinnoverà il dolore provocato dalla commemorazione della strage di Bologna, il più grave e sanguinoso atto terroristico avvenuto in Italia durante gli anni di piombo.
La magistratura, in due distinti procedimenti giudiziari, ha individuato tre colpevoli: Valerio ‘Giusva’ Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, ovvero i Nar per la più fascista di tutte le stragi secondo i giudici e l’opinione pubblica.
La colpevolezza dei tre non ha mai convinto chi non si accontenta di una semplice verità di comodo, ben sapendo che troppi misteri d’Italia sono rimasti insoluti. Una timida sponda è stata trovata in Francesco Cossiga, che in più di una occasione ha sostenuto la tesi dell’innocenza di Fioravanti e della Mambro, che peraltro hanno sempre respinto ogni addebito pur avendo confessato i molteplici delitti di cui si sono macchiati.
Tenta ora di scalfire questa granitica certezza, ma in modo goffo e poco funzionale, una pattuglia di parlamentari di Alleanza nazionale, capitanata dal deputato bolognese Enzo Raisi che, a 28 anni di distanza da quella tragedia chiede, con una lettera inviata al Guardasigilli Angelino Alfano, di riprendere le indagini e l’inchiesta ripartendo anche dagli “sconvolgenti” (sic) retroscena emersi dal lavoro della passata, inutile, commissione Mitrokhin.
I post fiuggini in questa nuova crociata per la verità sembrano aver già individuato il nuovo colpevole di comodo: ovvero la resistenza palestinese.
Gli scenari ipotizzati dagli alleanzini convergono tutti verso il nuovo capro espiatorio.
Raisi e soci riportano le tante dichiarazioni del picconatore, convinto che la strage sia stata causata da un semplice incidente di percorso accorso alla resistenza palestinese, che sarebbe stata solita far transitare i propri ordigni esplosivi sul territorio nostrano. (Ma che omette di ricordare come nessun medio-orientale sia rimasto tra le vittime dell’esplosione “non voluta”).
Il politico sardo filo-israeliano, in una intervista rilasciata recentemente al Corriere della sera, ad una precisa domanda sull’eccidio nella città felsinea ha rilanciato: “La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della resistenza palestinese che, autorizzati dal lodo Moro a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese, si fecero saltare consapevolmente una o due valigie di esplosivo”.
Altro teste utilizzato dagli ex missini per avvalorare la loro tesi è Ilic Ramirez Sanchez, detto Carlos, il resistente palestinese rinchiuso nel carcere di Poissy ben noto ai lettori di Rinascita.
In una intervista rilasciata al Corriere milanese nel novembre del 2005, Carlos, partendo dai risultati della commissione Mitrokhin che tirava in ballo un certo Thomas Kram, nome su cui gli uomini di via della Scrofa sembrano aver deciso di puntare tutte le loro attenzioni nonché personaggio legato al Fronte popolare di liberazione palestinese, senza indugi dichiarava: “È vero, a Bologna c’era un compagno ma a colpire furono la Cia e il Mossad”. Con gli uomini di Fini che per evitare contrasti con l’ingombrante alleato subito precisano che in quel caso questi servizi stranieri avrebbero fatto esplodere l’esplosivo trasportato dalla resistenza palestinese.
Le somme che tentano di tirare i neoatlantici di An appaiono però sconclusionate, anche se forse su un punto hanno ragione: la strage di Bologna va inquadrata in un contesto internazionale e non circoscritto ai nostri confini.
Il periodo che precede quella tragedia vede infatti il compiersi di atti terroristici in Italia, Turchia e Germania, ovvero i tre paesi europei che separavano l’occidente dal mondo arabo e quello comunista, ossia i più esposti nella guerra fredda; inoltre appare davvero impensabile che il nostro Paese, visto il totale asservimento a chi ci ha invaso oltre 60 anni fa, potesse fare accordi con la resistenza palestinese senza subirne poi violente conseguenze.
Più semplice immaginare che Cia e Mossad potevano muoversi tranquillamente, non a caso a piazza Annibaliano, nel cuore di Roma, fu ucciso Wael Zwaiter, poeta palestinese, il cui nome figurava nella cosiddetta lista di Golda, ovvero l’elenco delle persone considerate, da Israele, responsabili o comunque mentori di Settembre nero durante le Olimpiadi di Monaco 1972, e quindi da eliminare una ad una ovunque si trovassero.
Raisi ed il gotha di An però sembrano aver deciso che il colpevole vada individuato nella resistenza palestinese, possibilmente nella persona di Thomas Kram, e invitano anche gli inquirenti che si sono occupati della vicenda ad ascoltare Carlos, convinti che con le sue parole si potrà fare finalmente luce sulla vicenda. Richiesta giusta, per carità, vorremmo però sapere da che parte andrebbero a parare i post fiuggini quando il guerrigliero venezuelano confermerà quanto detto di recente all’Ansa.
Intervistato dalla più importante agenzia di stampa italiana circa un mese fa Carlos ha infatti ribadito: “L’attentato contro il popolo italiano alla stazione di Bologna rossa, costruita dal Duce, non ha potuto essere opera dei fascisti e ancora meno dei comunisti. Ciò è opera dei servizi yankee, dei sionisti e delle strutture della Gladio. Non abbiamo riscontrato nessun’altra spiegazione.
Accusarono anche il Dottor Habbash, nostro caro Akim, che, contrariamente a molti, moriva senza tradire e rimanendo leale alla linea politica del Fplp. Vi erano dei sospetti su Thomas K., nipote di un eroe della resistenza comunista in Germania dal febbraio 1933 fino al maggio 1945, per accusarmi di una qualsiasi implicazione riguardo ad un’aggressione così barbarica contro il popolo italiano: tutto ciò è una prova che il nemico imperialista e sionista e le sue lunghe dita in Italia sono disperati, e vogliono nascondere una verità che li accusa”.
Di materiale per riaprire le indagini ce ne sarebbe molto, basterebbe avere la volontà di cercare finalmente la verità, quella che gli italiani chiedono da circa 30 anni; anche a costo di fare scoperte sconvolgenti. E di segno assolutamente contrario a quello indicato da Raisi e C.