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Un 11 settembre al giorno

di Emanuele Montagna - 12/09/2008

Fonte: faremondo

 

 

 

Sono passati sette anni ma noi non viviamo di anniversari. Non possiamo. Un 11 settembre accade ogni giorno. L’inganno dei dominanti è una gragnola di colpi sparati da tutti i loro media in ogni angolo del globo. E non c’è tregua, perché la formazione della mente delle moltitudini non è cosa che loro possano permettersi di interrompere. Non dobbiamo provare a pensare, non dobbiamo osare immaginare, cioè non dobbiamo più sperare che da questo mondo si possa uscire fuori e sopravvivere ancora umani. Ecco perché fanno un 11 settembre al giorno. I fatti non esistono da tempo su questa arena. Fuori scena loro progettano questo per quell’obiettivo: il giorno dopo i media gridano al mondo che sta per arrivare l’ennesimo video della troupe degli attori barbuti.

Cosa esiste e cosa no. Non è importante. O si afferra il meccanismo dell’inganno o (mentalmente) si muore. Capita a tutti ogni giorno: nessuno dica che si muore tutto in un colpo e una volta sola. In pratica nessuno non riesce a non morire almeno un po’: oggi la copertura è quasi totale e la frequenza degli inganni non consente la replica colpo su colpo (o la mente si sfascia).

Il movimento per la verità sull’11 settembre ha intuito queste cose e ha prodotto nel suo piccolo un bagaglio di conoscenza diversa che serve e servirà da esempio per ogni ulteriore tentativo di comprendere come stanno le cose e perché i dominanti hanno creato “i fatti”. Stare dentro questo movimento ci ha insegnato che per prima cosa, per iniziare a pensare diversamente occorre fermarsi, lasciare la crosta dei media, fare un salto mentale nell’ignoto e provare a costruire altri sentieri. Gli anticorpi che si producono saranno presi per pazzi e “nei fatti” non esisteranno. Non preoccupatevi. Andate avanti. State in cielo e fra le nuvole. Non scendete. Nel pensiero costruite il tetto prima delle fondamenta. Fatelo su tutte le questioni che vi sembrano cruciali: 11 settembre, guerra in Irak, Afghanistan, Gaza, ecc., ogni volta che incontrate un cover up globale.

Solo così potremo ricostruire la speranza. Poi discuteremo delle forme di partecipazione: in rete e fuori.

Oggi è l’11 settembre 2008 e queste sono le parole che vengono per far sì che chissà quando non ci sia più un 11 settembre al giorno. Ma intanto domani è già un altro 11 settembre.