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Che cosa vuole veramente Soros?

di Nicoletta Forcheri - 22/09/2008

 

 

            Martedì 16 settembre, al primo vertice UE sui Rom, a perorare la causa dei Rom, dettando alla Commissione europea le linee di condotta da seguire e criticando pesantemente l’Italia per la proposta schedatura, c’era niente po’ po’ di meno che il miliardario G. Soros, quello che con l’ex Quantum Fund, destabilizzò pesantemente il paese nel 1992 attaccando la Lira (ma anche il marco tedesco e la sterlina inglese) e che si arricchì, e fece arricchire i suoi amici (che pur di trarre le castagne dal fuoco del crack attuale sono capaci di provocare un pandemonio), intermediando o acquistando interi pezzi del nostro ex comparto produttivo statale a prezzi scontati del trenta per cento minimo.

 

Fu una vera e propria opera di destabilizzazione, parallela o simile alle migliori strategie della tensione, solo a un altro livello, quello finanziario economico invece che a quello di “terrorismo”.

 

Il miliardario di origine ungherese, che finanzia i Rom attraverso diverse fondazioni  - sarebbe interessante capire con quali importi e attraverso quali canali - ha dichiarato: “Numerose comunità Rom vivono in condizioni subumane spesso associate a stereotipi negativi che non fanno che aggravare la loro situazione”. E certamente non gli si può dare torto su questo punto. Numerosi altri partecipanti hanno duramente criticato il governo italiano per la schedatura dei Rom, tra i quali Soros, che riferendosi esplicitamente all’Italia si è detto particolarmente preoccupato: “La schedatura etnica dovrebbe essere illegale e spero che la Corte europea di giustizia stabilirà questo fatto”.

 

Davanti a tanto “valore” – che cosa rappresenta Soros esattamente nel panorama e nelle istituzioni europee? - e alle manifestazioni di alcuni Rom in sala, tutti si sono schierati in coro con Soros e i gitani, in particolare il presidente della Commissione Barroso, per bocciare qualsiasi “discriminazione e stigmatizzazione dei Rom nell’UE”, e ciò facendo sono riusciti forse nel loro intento d’impedire qualsiasi dialogo, a priori, con il governo italiano, rappresentato nella fattispecie da Eugenia Maria Roccella, Sotto Segretario di stato per l’Occupazione e le Politiche sociali, “fischiata” più volte quando ha tentato di parlare.

 

Nel periodo 2000-2006, sono stati investiti dall’UE 275 milioni di euro per progetti specificatamente destinati ai Rom, che annoverano una popolazione di 10-12 milioni, equivalente alla popolazione della Grecia o del Belgio, mentre un miliardo è stato speso per l’insieme delle categorie svantaggiate, compresi i nomadi non Rom – che per onor del vero siamo tutti noi, o lo saremo presto…Una categoria in massima espansione.

 

Sorprende tanta veemenza per quello che è considerato – senza possibilità di scampo o di distinguo - come un provvedimento razzista antirom, e senza possibilità di fare valere gli argomenti del nostro governo, in una Europa sempre più a favore dell’impronta digitale non solo per gli immigranti clandestini, ma per tutti in genere (o il microchip): del resto nessuno al vertice ha parlato, o tanto meno criticato, le impronte digitali – non si trattava di quelle - perché quel che ha sollevato il massimo orrore sembrerebbe essere stata la parola “schedatura” maliziosamente abbinata alla parola “etnica”.

 

E’ questo un uso alquanto strumentale delle parole, in un continente dove la libertà di circolazione per il normale cittadino europeo non esiste senza un lavoro, senza un reddito da sostentamento e apposita schedatura fiscale/comunale – tranne il permesso da turista, la cui durata varia da paese a paese; dove, nella maggior parte dei paesi europei, prima di potere usufruire delle prestazioni della mutua, della previdenza sociale e di potervi risiedere stabilmente – diritto di voto, diritto di residenza -  bisogna provare di disporre o di un lavoro a durata indeterminata (in via di scomparsa grazie proprio alle politiche europee), o di una rendita abbastanza generosa da non rischiare poi di pesare sulle spalle della collettività ospitante (con l’onere di produrne la prova in comune).

 

L’Italia è l’unico paese in Europa dove si ha diritto all’assistenza medica gratuita sulla base della semplice residenza – totalmente libera dai contributi da lavoro – il che vuol dire che qualunque europeo può venire a risiedere nel nostro paese, senza dovere provare di avere un lavoro, o redditi da sostentamento, contrariamente agli altri paesi UE. E questo ci sembra normale, ma non è poco in una Europa  assicurativa che rimborsa le spese mediche, o che offre sussidi sociali solamente a chi ha già contribuito, e pertanto già lavorato, nel paese oste. Solo allora avrà diritto al “permesso di residenza”.

 

Quel che viene da chiedersi spontaneamente in un continente dove diventa impossibile sfuggire alle molteplici schedature cui è assoggettato il cittadino nazionale (automobilistiche, fiscali, sanitarie, bancarie, comunali, statali, professionali, IVA): perché noi si, mille schedature, e loro neanche una? Vien da chiedersi: i Rom nei loro campi, sono iscritti nei registri comunali? E la legge non dovrebbe essere uguale per tutti? Insomma sembrerebbe che Soros, facendo leva su emozioni antirazziste e vestendosi di buone intenzioni, riesca ad inserire la nozione di etnia nell’applicazione diversificata della legge…

 

Se un gruppo di “gente del viaggio” – come dicono i francesi – si sposta, s’insedia, si allaccia all’elettricità, al gas, all’acqua comunali, scroccandoli, sporca i fiumi o si allaccia alle fognature (SENZA PAGARLE), cose negate ai normali cittadini, non è il minimo chiederne l’iscrizione sui registri, o “schedatura” che dir si voglia? E se a noi poi ricadono le bollette, o ai nostri comuni sull’orlo del fallimento, tutti trovano normale – in primis Soros – bollare il nostro governo di razzista perché vuole schedare magari chi non ha il permesso di soggiorno, o non è iscritto sui registri, o identificare chi si insedia sul nostro territorio, soprattutto a frotte, per controllarne quei fatti sui bambini – mendicità, assenza di scolarizzazione – per i quali il normale cittadino sarebbe considerato reo e pertanto sanzionabile anche con l’affidamento a terzi dei suoi minori..

 

Si ricordi che il “problema” dei Rom è nato con il tandem Prodi/Bonino che, contrariamente a tutti i paesi limitrofi che hanno imposto un periodo transitorio, ha voluto aprire le frontiere direttamente ai rumeni, luogo di origine dei Rom, al momento dell’adesione della Romania all’UE, il 1 gennaio 2007. Sarebbe stato per lo meno prudente… ma forse in cambio dell’apertura Prodi voleva compiacere a certi imprenditori nostrani  che vanno a “investire” senza scrupoli - o sfruttare - la forza lavoro in Romania…

 

Quel che è peggio è che sul normale cittadino incombono mille obblighi, non solo mille schedature, ad esse associati come oboli, gabelle e pagamenti vari: la “schedatura” scolastica, la “schedatura” del vaccino, la “schedatura” al comune, la “schedatura” del passaporto se vogliamo viaggiare, la “schedatura” della dichiarazione dei redditi, la “schedatura” della tassa per i rifiuti, la “schedatura” del bollo, la “schedatura” al PRA, la “schedatura” per il canone RAI, le “schedature” delle bollette, la “schedatura” assicurativa, la “schedatura” bancaria…. Mentre tutta un’etnia, proprio in virtù di tale etnia, può essere esonerata d’ufficio? E chi è che fa le discriminazioni etniche?  

 

Ma, con quest’aria di crisi che tira, ho tanta voglia darmi alla macchia, di scomparire fiscalmente, dai registri sanitari, dalle schede bancarie, dai registri comunali, professionali, statali, polizieschi, dagli elenchi telefonici, di eliminare tutti i miei indirizzi mail, tutti i miei nickname e di scomparire fisicamente, per svolazzare libera di borgo in borgo, approfittando del generoso senso dell’ospitalità della nostra magnifica gente… E i miei bambini, qualora avessi il lusso di farne, farli scorazzare di strada in strada, liberi dal vaccino e dalla scuola, farli crescere e imparare dall’esperienza, insegnargli quel che mi hanno tramandato i nonni, e i nonni dei miei nonni, senza discontinuità della sorta né indottrinamenti ingessati, dove porre le domande disturba.

 

Che cosa succederebbe, se io lo facessi? A meno di andarmi a insediare in un'isola paradiso con tanti soldi, che non è da tutti, o appunto darmi veramente alla "macchia" con la sua connotazione di clandestinità, vi lascio immaginare la risposta...

 

E di due cose l’una: o tutti dovrebbero essere esentati o nessuno. Meglio sarebbe tutti. Una singola schedatura-documento per ciascuno, per praticità di Stato, dovrebbe bastare….

Ma allora io chiedo: che cosa vuole, veramente, Soros? E anche qua, c’entrano i suoi amici dell’élite finanziaria?