Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Questione Iran: una lettera a Sergio Romano*

Questione Iran: una lettera a Sergio Romano*

di Franco Cardini - 30/09/2008

 

 

Caro dottor Romano,

siccome in quanto medievista mi occupo dei rapporti tra Europa e mondo musulmano, negli ultimi anni sono stato costretto, volente o nolente, ad ampliare i miei interessi e a tentar di costruirmi una qualche modesta competenza anche nelle questioni attuali. Dirigo altresi una rivista, “La Porta d’Oriente”: e cio aumenta le mie responsabilita.

Recentemente, ho cercato con letture e viaggi di rendermi conto di qualle sia la vera situazione dell’Iran, un paese sul quale orientarsi e davvero difficile anche perche al riguardo le informazioni che passano attraverso i mass media non ci aiutano un granche. Frutto di questo interesse e stata anche la pubblicazione, in una collana diretta da me e da altri colleghi, del libro di un iranista, Alessandro Cancian, dal titolo L’Iran e il tempo. Una societa complessa (edizioni Jouvence, 2008).

Le dico tutto cio perche non vorrei che Lei pensasse a una lettera avventata. Gliela scrivo anzi con molti dubbi e con qualche timore di come verra accolta dal pubblico, se Lei mi rispondera.

Il fatto e che in piu occasioni, e in particolare nell’intervento alla recente Assemblea Generale dell’ONU, non ho rilevato nelle dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad ne quei toni, ne quei contenuti che tutti i mas media hanno piu o meno concordi denunziato. E si che ho cercato di documentarmi con attenzione e con l’aiuto di osservatori competenti.

Ahmadinejad e certo una figura ambigua e inquietante: come presidente, gli avrei preferito di gran lunga un Khatami. Pero – anche consultando traduzioni ufficiali e attendibili dei suoi discorsi, che hanno peraltro sempre un risvolto demagogico “ad uso interno” -, ho riscontrato nei suoi discorsi certo il ricorrere di pareri avventati e talora ripugnanti sulla questione della shoah; senza dubbio l’uso di un tono violento molto sgradevole; mai ho pero trovato da parte sua minacce alla sicurezza dello stato d’Israele. Quel ch’egli pensi in cuor suo non lo so, e non mi meraviglierei se si trattasse di cattivi e magari orribili pensieri: ma quando si parla di un politico e delle sue dichiarazioni, bisogna stare aderenti ad esse e non fare il processo alle intenzioni.

Ahmadinejad contesta certo la legittimita istituzionale dello stato d’Israele (ma in cio non e purtroppo il solo: lo fanno perfino stati arabi alleatissimi degli Stati Uniti d’America, anche se cio non viene in genere rilevato); egli e un violento antisionista e ripete che Israele non potra sostenersi e sopravvivere nel mondo mediorientale se continuera il tipo di politica finora perseguita nei confronti dei palestinesi e del mondo arabo circostante. Ma non ha mai invocato la sua distruzione ne tantomeno ha minacciato di provocarla o sostenuto di possedere o di essere sul punto di conseguire i messi per farlo. Del resto, sarebbe stato davvero non solo folle e criminale, ma anche irresponsabile e contraddittorio se mai si fosse abbandonato a dichiarazioni del genere. Come potrebbe mai, il capo di un paese che e ancora arrivato neppure a disporre del nucleare civile, minacciare sul serio di distruzione un altro che invece detiene da tempo un forte potere nucleare militare, e portar avanti tale criminale minaccia nel momento stesso in cui chiede alla comunita internazionale di poter proseguire il suo programma diretto, appunto, al civile? E come puo l’opinione pubblica occidentale prestar compoatta fede a una sciocchezza del genere? Che Ahmadinejad abbia pessime intenzioni, e probabile: ma che le proclami, e impensabile, e di cio dobbiamo parlare. Per tacer il fatto che egli e un musulmano sciita a quanto pare fin troppo osservante e devoto: a parte altre considerazioni, si puo mai ipotizzare che un musulmano devoto possa anche solo un istante pensare a commettere un crimine che comporterebbe la distruzione di Gerusalemme, al-Quds, citta santa amatissima e venerata da tutto l’Islam?

Alla luce di queste considerazioni non mi meraviglio affatto, purtroppo, che le dichiarazioni di Ahmadinejad vengano regolarmente riferite dai mass media in modo grottesco e spesso disonesto, aggravandone con molta leggerezza il sia pur scostante e ripugnante tono: questa e politica, sia pur di basso livello e di pessima qualita. Mi meraviglio pero che molti s’illudano di favorire in tal modo la causa d’Israele: a me pare esattamente il contrario, come sempre accade quando si soffia sul fuoco. E mi meraviglio che ad esempio un capo di governo, il nostro, dimostri di accettare alla leggera quelle informazioni caricaturali, parli del leader iraniano come di un “nuovo Hitler” eccetera (mi pare che negli ultimi anni i pretesi sosia politici di Hitler si siano fatti un po’ troppo numerosi per esser credibili). E mi meraviglio che il nostro Ministero degli Esteri non abbia con la dovuta prudenza, ma anche con una qualche piu appropriata e decisa precisazione, cercato di ricondurre le intemperanze del premier a un ambito politicamente e diplomaticamente meno scorretto e piu responsabile.

Cordiali saluti.

*CON RICHIESTA DI PUBBLICAZIONE E DI RISPOSTA SUL “CORRIERE DELLA SERA”.