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Iran da vicino/1

di Mauro Maggiora - 03/10/2008

 
 

 
Mentre il quotidiano inglese “Guardian” svela il piano israeliano che prevedeva il bombardamento di alcuni presunti siti nucleari iraniani, poi bloccato in extremis da Bush per timore di un contraccolpo del mercato finanziario ed economico (mortale per le esangui condizioni dello zio Sam) e mentre il tronfio Frattini in feluca pontifica da New York su possibili sanzioni settoriali, la demonizzazione strumentale contro l'Iran non conosce sosta.
L'iconografia mediatica è rozzamente minimale: Iran, paese di mozzateste, di fanatici integralisti pronti ad incenerire ebrei dopo aver cavato l'oro dai loro denti. Addirittura paese arabo, dove stranamente prosperò la civiltà persiana.
Un'immagine un po' più seria del paese iraniano ce la fornisce Antonello Sacchetti, autore de “I ragazzi di Teheran”, descrizione della gioventù iraniana inconsueta per i nostri standard minimali di approfondimento.
Un paese in cui  emerge prepotentemente un dualismo, la  linea governativa e la società civile. Una società curiosa, colta, aperta, soprattutto nelle grandi città.
Una repressione governativa reale, certo, ma schizofrenica e a corrente alternata, così la definisce Sacchetti. Che lascia ampi margini alla libertà d'informazione e di espressione anche attraverso il web e le tv satellitari fino al limite impensabile: la messa in discussione del principio base della Repubblica Islamica, il velayat e-faqih, “governo del giureconsulto”. Per poi, improvvisamente, chiudersi come una trappola per topi con reazioni d'indubbia ferocia.
Un paese che "stranamente" conosce aspetti di degrado tipicamente occidentali come la diffusione di eroina e crack, che sembrerebbero impensabili nel Paese dei guardiani della rivoluzione islamista.
Un paese dove  il 65% degli studenti universitari è di sesso femminile.
Ma, soprattutto e sorprendentemente, un paese dove vige la libertà di culto, una vera eresia per i nostri stereotipi più incancreniti.
Libertà di culto garantita dalla Costituzione, con la piu' grande comunità ebraica del Medio Oriente (dopo Israele, ovviamente): 30.000 persone.
Poi cattolici, cristiani di varia confessione e zoroastriani. A Teheran si contano ben 4 chiese cattoliche .
A Eshafan il ministero dei Beni culturali iraniano, in collaborazione con il Vaticano e un'associazione culturale, sta provvedendo al restauro di una bellissima chiesa armena.
Anche questo è l'Iran, nemico dell'umanità, sordido e levantino produttore di uranio arricchito.
Un plauso a tutti coloro che provvedono alla distruzione del nemico ideale, impersonale e all'ombra dalla ragione.
Il miglior antidoto all'export di civiltà e democrazia.