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Sementi mutanti (ossia manipolate geneticamente) per la Mesopotamia

di Andrew Bosworth, Ph.D. - 21/10/2008

 

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Vietato coltivare generi alimentari non di nostra proprieta’



20 ottobre 2008

Si potrebbe pensare che gli agricoltori iracheni, dato che ormai prosperano sotto la liberta’ » e la democrazia, possano piantare semi di loro scelta. Invece, ai sensi della poco nota Ordinanza 81 che attualmente ha in Irak forza di legge, questa scelta e’ divenuta illegale.  

 

 

Ma prima di ogni altra cosa e’ importante mettere in chiaro il contenuto di questa Ordinanza.

 

Molta gente non ha mai sentito parlare delle infami "100 Ordinanze" del "proconsole" americano Bremer, le quali pero’ giovano anch’esse a spiegare perche’ la maggioranza degli iracheni non cessi di avversare l’occupazione americana. Queste 100 Ordinanze consentono a grosse compagnie multinazionali di privatizzare in sostanza un’intera nazione, e tale grado di controllo da parte di stranieri e di privati non si era mai piu’ visto dai tempi della British East India Company e dei suoi trattati extraterritoriali. 

 

Alcuni esempi di queste cento Ordinanze sono rivelatori:

 

·         L’Ordinanza 39 consente il trasferimento senza tasse di tutti i profitti delle compagnie.

 

·         L’Ordinanza 17 concede agli imprenditori stranieri, comprese le cosiddette "compagnie di sicurezza" private, la non assoggettabilita’ alle leggi irachene.

 

·         Le Ordinanze 57 e 77 dispongono che a tutte le Ordinanze venga data esecuzione attraverso controllori e ispettori generali di nomina americana piazzati all’interno di tutti i ministeri del governo iracheno, con incarichi quinquennali e con poteri decisionali totali in merito a contratti, programmi, impiegati e regolamenti. (1)

 

Ma torniamo alla piu’ sfacciata di tutte queste Ordinanze: l’Ordinanza 81. Secondo questa disposizione, adesso gli agricoltori iracheni che intendono commercializzare i loro prodotti devono acquistare "sementi registrate", che vengono normalmente importate dalla Monsanto, dalla Cargill, e dalla World Wide Wheat Company. Ma queste "sementi registrate" sono – purtroppo - sementi "terminali", ossia "sterili", non atte alla riproduzione. Immaginate che si rendessero sterili tutti gli uomini, e che le donne che volessero avere dei figli dovessero andarsi a comperare gli spermatozoi alle banche dello sperma. In termini agricoli, le sementi "terminali" rappresentano lo stesso tipo di sterilita’.      

 

Le sementi "terminali", non potendo essere riseminate, dopo raccolte  non hanno piu’ alcun valore agricolo; servono solo a creare delle associazioni di monopolii. Il Sierra Club – un’organizzazione appartenente piu’ alla corrente principale "conservativa" che a quella radicale ambientalista – dice esattamente la stessa cosa:

 

  "Questa tecnologia mira a proteggere la proprieta’ intellettuale delle compagnie produttrici di sementi col rendere geneticamente sterili e non atti alla germinazione i semi provenienti da una piantagione geneticamente elaborata. Le sementi "terminali" renderanno impossibile per gli agricoltori conservare la semente di un raccolto per piantarla l’anno appresso, e li obbligheranno a comprare ogni volta la semente dal produttore. Nel terzo mondo questa impossibilita’ di conservare il seme potrebbe costituire il piu’ grave – e forse fatale - onere per gli agricoltori poveri". (2)

 

Ma cio’ che rende questa Ordinanza 81 ancora piu’ oltraggiosa e’ che gli agricoltori iracheni hanno sempre conservato e riseminato le loro sementi del grano e dell’orzo da almeno 4000 anni Avanti Cristo, quando comparve la prima agricoltura irrigata, e probabilmente anche da circa 8000 anni Avanti Cristo, quando il grano venne per la prima volta messo a cultura. E ora i poveri agricoltori della Mesopotamia sono stati giocati dai bio-ingegneri in camice bianco di grosse compagnie della Florida che si danno da fare per sostituire centinaia di varieta’ di piante naturali con un pugno di piante ibridi geneticamente manipolate.      

 

Donde proviene tutta questa arroganza? Proviene dall’intero programma che ha circondato l’invasione dell’Irak, il quale programma – come appare da piu’ approfondite indagini – era stato progettato con anni di anticipo da una fazione dei cosiddetti "neo-cons" che aveva adottato la teoria di Leone Trozky della "glorificazione dello stato", la sua teoria della "rivoluzione permanente", e il suo intento di esportare la rivoluzione in tutto il mondo. L’odierna rivoluzione dei "neo-cons" mira a scalzare le fondamenta economiche, politiche e culturali delle nazioni dell’altra parte del pianeta rigettando i loro "antiquati" concetti dell’autodeterminazione, della sovranita’ popolare, e persino dello stato-nazione come sistema politico. Di questo programma fanno anche parte la trasformazione dell’agricoltura e l’istituzione del "controllo alimentare" sulle popolazioni locali.

 

L’Ordinanza 81 dell’Irak rientra appunto in questo programma rivoluzionario, il quale, visto da vicino, si rivela assolutamente diabolico. Prima obbliga gli agricoltori iracheni che intendono vendere i loro prodotti ad acquistare sementi "terminali" (le "varieta’ protette"), e poi definisce illegali ("varieta’ in contravvenzione") le sementi naturali, in un giro di parole di classico sapore orwelliano.

 

Si tratta di una cosa talmente incredibile che e’ bene ripeterla ancora: le sementi esotiche e geneticamente pasticciate sono "le varieta’ protette", e le sementi del posto sono "le varieta’ in contravvenzione".

 

Cosi’ spiega Jeffrey Smith, autore della suddetta Ordinanza 81 che reca il titolo: Ristrutturazione dell’agricoltura irachena:  

 

          "Per venire qualificati come PVP [Plant Variety Protection], i semi devono rispondere ai requisiti seguenti: devono essere 'nuovi, ben definiti, nonche’ uniformi e stabili….’   ed e’ impossibile che i semi prodotti dai popoli dell’Irak rispondano a tali requisiti. Essi non sono 'nuovi’ perche’ sono il risultato di millenni di sviluppo. Non sono 'ben definiti´perche’ il libero scambio di sementi praticato per secoli ha fatto si’ che le loro caratteristiche si siano sparse e scambiate con quelle delle varieta’ locali. Inoltre, a causa della natura stessa della loro biodiversita’, essi sono l’opposto di sementi 'uniformi’ e 'stabili’. (3)

 

L’Ordinanza 81 si apre col titolo orwelliano di "Plant Variety Protection" (Protezione della varieta’ delle piante). Ora, qualsiasi scienziato che si rispetti sa benissimo che l’imposizione di una standardizzazione biologica raggiunge esattamente il fine contrario, perche’ riduce la biodiversita’ e nel fare cio’ minaccia le speci. L’Ordinanza 81, pertanto, inizia con un titolo orwelliano e consta di operazioni orwelliane.     

 

Jeffrey Smith spazza via quanto di deteriore si cela dietro l’Ordinanza 81 col trovare assurdo che per l’Irak siano state previste sei varieta’ di grano:

 

          "Tre di esse verranno usate dagli agricoltori per coltivare il grano [duro] da destinare alla pasta, e tre di esse [grano tenero] saranno destinate alla "panificazione".

 

La pasta?? Ma secondo quanto risulta dal "World Food Programme report on Iraq" (rapporto riguardante l’Irak del Programma Alimentare Mondiale) del 2001, "le abitudini e preferenze alimentari di questo paese si basano sul consumo di grandi quantita’ e varieta’ di carne e pollame, nonche’ di legumi, granaglie, verdure, frutta e latticini". Di… "lasagne" non si parla. Del pari, un rapido controllo sui libri di cucina del Medio Oriente in possesso di chi scrive – e che non riguardano, quindi, soltanto l’Irak – mostra la completa assenza di pietanze a base di pasta.

 

Pertanto, i motivi per i quali si vuole che in Irak il 50 per cento del grano venga destinato alla pasta possono essere soltanto due. O gli Stati Uniti intendono mantenere in Irak tanti soldati e uomini d’affari americani da orientare in tal modo l’agricoltura del paese non per dar da mangiare ai "poveri iracheni che muoiono di fame" ma bensi’ ai "supernutriti americani", oppure (come e’ piu’ probabile) perche’ in realta’ questo alimento non e’ mai stato per niente destinato ad essere consumato all’interno dell’Irak… "(4)  

 

Per il caso, poi, che l’agricoltore iracheno non sappia leggere, l’Ordinanza 81 sottolinea il nuovo monopolio sulle sementi facendo risuonare i suoi stivali, con un giro di vite che - in un paragrafo a caratteri minuti sepolto alla fine del testo - mette bene in chiaro quanto segue:

 

          "Il Tribunale puo’ ordinare la confisca della varieta’ di semente in contravvenzione, e dei mezzi di produzione effettivamente usati per commettere il reato riguardante la varieta’ protetta. Il tribunale puo’ altresi’ disporre la distruzione della varieta’ in infrazione e dei materiali e attrezzature ad essa relativi, ovvero puo’ disfarsene in qualsivoglia modo non avente finalita’ commerciali." (5)

 

L’Ordinanza 81 riguarda in realta’ il potere e il profitto, ma si traveste da legislazione umanitaria. E come tocco finale, l’intero documento assume arie piuttosto autoritarie. Esso venne sottoscritto, di proprio pugno, da L. Paul Bremer in persona, probabilmente con la sua stilografica personale:

 

"Avvalendomi della mia facolta’ di Amministratore dell’Autorita’ Provvisoria della Coalizione… "   

 

Come i Proconsoli romani, anche Paul Bremer trascorse un anno in quelle province, governando i cosiddetti barbari…

 

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Quanto sopra e’ tratto dal nuovo libro di Andrew Bosworth "Biotech Empire: The Untold Future of Food, Pills, and Sex", in vendita presso Amazon.

 

Andrew Bosworth, Ph. D., e’ un professore-coadiutore governativo presso la Universita’ del Texas a Brownsville.  

 

 

Note:

1. Uruknet Report, "Have You Ever Heard of Bremer's 100 Orders?" 11 April 2008.

2. Institutional Report, Genetic Engineering at a Historic Crossroads," The Sierra Club Genetic Engineering Committee Report, March 2001.

3. Jeffrey Smith. "ORDER 81: Re-Engineering Iraqi Agriculture - The Ultimate War Crime: Breaking the Agricultural Cycle." Global Research and The Ecologist, 27 August 2005, Vol 35, No. 1.

4. Jeffrey Smith. "ORDER 81: Re-Engineering Iraqi Agriculture - The Ultimate War Crime: Breaking the Agricultural Cycle." Global Research and The Ecologist, 27 August 2005, Vol 35, No. 1.

5 CPA/ORD/26 April 2004/81, p. 27.

Articolo originale:
http://www.uruknet.info/?p=47991

traduzione di Albasrah.nettraduzione di Albasrah.net