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Palestina, la raccolta delle olive più violenta di sempre

di Carlo M. Miele - 21/10/2008



Gli attacchi dei coloni israeliani contro gli agricoltori palestinesi della Cisgiordania costituiscono la regola, ma quest’anno sono aumentati come mai in passato.

Le aggressioni subite dai palestinesi da quando il periodo della raccolta ha avuto inizio, circa una settimana fa, sarebbero almeno venti.

Uno degli episodi più gravi, avvenuto sabato nei pressi di Hebron, è stato ripreso dalla Associated Press. Nel filmato si vedono dei coloni israeliani che prendono a pugni un fotografo palestinese e una donna britannica prima dell’intervento dell’esercito di Tel Aviv.

Oggi, invece, il Movimento di solidarietà internazionale ha reso noto che oltre un centinaio di coloni ha bloccato le strade che portano a Qalqilya in Cisgiordania, lanciando pietre ai palestinesi. Quattro attivisti, tra cui tre stranieri e un cittadino israeliano che si trovavano sul posto per aiutare gli agricoltori palestinesi nella raccolta, sono stati arrestati "dopo essere stati attaccati dai coloni".

La gravità della situazione ha spinto il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ad accusare lo Stato ebraico di inerzia, e a parlare di una "pericolosa escalation".

"Condanniamo gli attacchi contro il nostro popolo e le vessazioni commesse dai coloni e dall’esercito durante la raccolta delle olive in molti luoghi della Cisgiordania", ha dichiarato Abbas, ripreso oggi dalla stampa israeliana.

Le accuse del leader palestinese sono state respinte dal ministro della Difesa israeliano Ehud Barak, secondo cui l’esercito sta facendo un grosso sforzo per proteggere i raccoglitori palestinesi.

L’esercito  di Tel Aviv ha accusato gli agricoltori di non “coordinarsi” con i militari al momento della raccolta e di non rispettare la “tabella oraria” stabilita insieme alla autorità israeliane e palestinesi.

I coloni, dal canto loro, affermano che sono gli stessi palestinesi a dare fuoco alle piante di ulivo per poter poi accusare gli israeliani, mentre lo Yesha Council, che rappresenta i coloni della Cisgiordania, ha dichiarato che gli attacchi coinvolgono solo un numero "piccolo" di persone e che i danni sono lievi in confronto ai "vandalismi e ai furti compiuti ovunque contro gli agricoltori ebrei ".

La versione dei palestinesi e di Abbas, tuttavia, trova sostegno anche tra le fila israeliane. “Un alto ufficiale delle Forze armate israeliane”, citato ieri dal Jerusalem Post,
ha dichiarato che gli incidenti avvenuti quest’anno durante la raccolta delle olive sono tra i più violenti di sempre.

Di fatto, nelle ultime settimana le aggressioni di vario tipo commesse dai coloni in Cisgiordania
sono aumentate e l’inizio del periodo della raccolta ha reso semplicemente il fenomeno più evidente.

Nei Territori occupati si trovano circa 10 milioni di alberi di ulivo, e la raccolta, cui partecipano migliaia di palestinesi, contribuisce all’economia palestinese per un valore pari a 100 milioni di dollari Usa, concorrendo al reddito di circa 100mila famiglie.

Negli ultimi anni - a causa delle limitazioni sempre maggiori poste dallo Stato ebraico al movimento dei palestinesi, oltre che in virtù della costruzione della “barriera di sicurezza” e dell’espansione degli insediamenti illegali e delle relative aree off-limits - la raccolta è diventata un attività sempre più difficile e pericolosa.