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Teikei - Il cibo ha una faccia

di biodiversita.info - 10/02/2006

Fonte: biodiversita.info


 


  A Kobe, in Giappone, nei primi anni '70, un gruppo di donne che desideravano cibo non contaminato da sostanze chimiche e che vedevano l'aumento sostanziale delle importazioni di prodotti alimentari dall'estero e la conseguente chiusura delle fattorie locali, diede impulso alla costituzione di una associazione che unisse ricercatori agrari, contadini e clienti per creare una distribuzione che dalle campagne rifornisse direttamente chi abitava in città. Questo movimento prese inizialmente il nome di Teikei, una parola che in giapponese significa pressapoco "il cibo che porta la faccia dell'agricoltore", ma il successo fu tale che in pochi anni l'iniziativa associò oltre 1.300 persone. Oggi questo movimento che ha preso il nome di JOAA (Japanese Organic Agricolture Association) rimane l'associazione per la vendita diretta fra le più estese nel mondo meritando anche l'ambìto premio nobel alternativo per l'ecologia. Ma non è rimasta la sola e unica organizzazione che crea un legame fra il cibo e la mano, o la faccia, del contadino che lo coltiva. Negli Stati Uniti una simile organizzazione si chiama CSA (Community Supported Agriculture) che ha come scopo di connettere gli agricoltori con i locali consumatori per sviluppare una economia locale e mantenere un senso di comunità. Facendo ciò incoraggia l'economia delle piccole e medie aziende agricole dove il lavoro manuale e l'esperienza prevale sull'investimento nelle macchine agricole e nel numero degli ettari.
Il principio di attività di CSA è basato su una intensa partecipazione del cliente finale, che arriva a anticipare le spese di coltivazione per ricevere poi indietro una parte delle coltivazioni alla stagione di raccolta. Il contadino infatti redige un piano di coltivazione che comprende un accurato rendiconto delle spese vive e del lavoro manuale richiesto: salari, costi di confezionamento e distribuzione, investimenti per semi e attrezzi, costi di affitto dei terreni, manutenzioni, ecc. Il costo totale è poi suddiviso per i clienti finali che si dividono il prodotto del raccolto. Spesso l'agricoltore si prende esso stesso il carico di passare ogni settimana a lasciare i suoi prodotti alla famiglia committente, rifornendola di un'assortimento di prodotti stagionali disponibili.
Ciò è qualcosa di molto simile all'esperienza sempre più vitale dei GAS italiani (Gruppi di Acquisto Solidali) che stanno mano a mano estendendosi a macchia d'olio in una struttura di rete. Notizie e informazioni sulle idee e funzionamento dei GAS si possono trovare in rete sul sito 
www.retegas.org
Il Teikei, esperienza pilota e pioniera, si basa su alcuni principi cardine, che sono tuttora punti cardinali anche per altre esperienze come i GAS:

per costruire una amichevole e creativa relazione, non una mera società commerciale;

per produrre secondo un piano concordato vicendevolmente fra produttori e consumatori;

per accettare tutta la produzione disponibile del contadino;

per fissare un prezzo in uno spirito di vicendevole beneficio;

per approfondire una reciproca conoscenza fondata sul reciproco rispetto e fiducia;

per amministrare una auto-distribuzione, con la partecipazione sia del produttore sia del consumatore;

per essere democratici nei gruppi di attività;

per prendere interesse alle tematiche correlate alle tecniche di agricoltura naturale;

per mantenere appropriato il numero dei rispettivi gruppi di produzione e di clienti;

per portare avanti il progresso dell'agricoltura biologica e di uno stile di vita ecologico.


La parola "solidale" utilizzata in Italia per descrivere i gruppi di acquisto riassume in gran parte i 10 principi elencati nel movimento Teikei.  La solidarietà era uno spirito molto diffuso nella passata civiltà contadina, dove i lavori e la vita comunitaria ne erano permeati. Oggi è un valore che tende a mancare in una società come la nostra dove gli individui sono sempre più distanti fra di loro e soli, messi in concorrenza dal lavoro e dalla lotta per la quotidiana resistenza.
La nostra associazione promuoverà anch'essa in Italia la diffusione di dinamiche del "cibo con la faccia del contadino" con principi simili a quelli di questo movimento che sta allargandosi a livello mondiale, sia nel senso di favorire una produzione locale di cibi sia nel produrre a partire dalla biodiversità locale di ogni regione.