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Georgia. E' finita?

di Giulietto Chiesa - 31/10/2008



Signor Ministro,
Le scrivo dopo una visita in Ossetia del Sud, effettuata nei giorni 25 e 26 di questo mese.
Per segnalarle l'alto livello di pericolosità da me rilevato lungo la
linea di demarcazione tra Ossetia del Sud e Georgia, risultante degli
effetti prodotti dall'aggressione della Georgia contro l'Ossetia,
scatenata nella notte tra il 7 e l'8 Agosto.

Il sopralluogo mi permette di rilevare:

•  L'assenza (o non visibilità) degli osservatori europei in quel
giorno, nel determinato punto di osservazione da me visitato, a sud est
di Tzkhinval.
•  Assenza delle forze russe nelle immediate vicinanze della linea di
demarcazione.
•  Come conseguenza le forze militari georgiane e sud-ossetine si
trovano ora a diretto contatto, con possibilità, in ogni momento, della
ripresa di scontri armati e di altre azioni di provocazione.

In effetti, secondo le testimonianze di fonte ossetina da me raccolte,
duelli di arma da fuoco sono molto frequenti. Non solo: ho potuto
raccogliere la documentazione di undici persone, tutti uomini, in gran
parte giovani e giovanissimi, che risultano essere state rapite da
gruppi armati non identificati e portati in territorio georgiano. Di
questi undici sequestrati posso fornire, all'occorrenza, le generalità.
Che comunque trasmetterò alle organizzazioni per la difesa dei diritti
umani. E' da notare che tutto ciò sta avvenendo dopo il cessate il fuoco
che ha fatto seguito al conflitto di Agosto e che è stato siglato a nome
dell'Unione Europea dal presidente francese Sarkozy. Gli ultimi
rapimenti risalgono alle ultime due settimane. Di queste persone non c'è
più traccia. Il governo di Tzkhinval denuncia il ripetersi di azioni
terroristiche sul suo territorio.

Sottolineo queste circostanze perché è evidente che l'Unione Europea ha
ora la diretta responsabilità politica e morale di impedire che quella
precaria frontiera sia penetrabile a piacimento da gruppi di
provocatori, o semplicemente da criminali in cerca di ostaggi da vendere.

Rilevo che, nelle presenti circostanze, e nel formato attuale, l'Unione
Europea non è in grado di garantire l'impenetrabilità di quella frontiera.

Rilevo che, dopo avere insistito per il ritiro delle forze russe
all'interno dell'Ossetia del Sud (ed avendo la Russia rispettato i
patti) , non sarà possibile riversare su di essa la responsabilità per
ciò che è altamente probabile accada.

L'Italia ha inviato un gruppo di osservatori a far parte del contingente
europeo e dunque condivide in toto questa responsabilità. Vorrei quindi
sapere da lei qual è il mandato entro cui agiscono i nostri osservatori,
quali le istruzioni impartite dal nostro governo, le modalità della loro
selezione, e cosa intenda fare il governo italiano per fare fronte alla
situazione sul campo. Situazione che, ripeto – anche alla luce delle
gravi dichiarazioni del presidente Saakashvili, che annunciano la
ripresa delle ostilità – minaccia un rapido peggioramento.

Distinti saluti