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La nostra storia non è la loro

di Giulietto Chiesa - 12/02/2006

Fonte: megachip.it

 
Mentre infuriano le proteste nel mondo islamico per le “vignette sataniche”, molti sostengono che Bush e i suoi in questi giorni stanno gettando acqua sul fuoco. A me non sembra affatto. Come si vede il fuoco divampa e io credo che siano stati loro a farlo divampare. Molti cercano una consolazione e si immaginano un impero sulla difensiva. Io lo vedo in pieno attacco. Ogni esasperazione produce in occidente un'indignazione, vuoi illuministica, vuoi fanatica a sua volta, mossa dalla comune idea della nostra superiorità rispetto ai fanatici di ogni genere e tipo. Al parlamento europeo, tra i miei colleghi deputati, ho misurato il livello dell'isteria pro americana, pro occidentale, anti islamica. È un segnale per molto indicativo.

Molti usano, in questi giorni anche più che in altri, la definizione di "islamo-fascisti". E' uno schema che, se possibile, raggiunge il massimo della semplificazione, a scapito della verità. Dobbiamo fare i conti con il fanatismo religioso? Sicuramente. Il problema è come. Quelle vignette  il problema lo hanno ingigantito, hanno accresciuto l'incomprensione reciproca, hanno inquinato lo stagno. La insulsa campagna dei media e dei politicanti occidentali promossa per farle pubblicare da tutti (in segno di disprezzo per i fanatici) è una dichiarazione di guerra e un incoraggiamento del loro fanatismo. Anzi la prova che noi ce lo meritiamo. E' come se avessimo dimenticato che loro hanno accumulato contro di noi alcuni secoli di odio. O vogliamo cominciare a tirare le somme dall'altro ieri? Dal momento cioè in cui un oscuro giornale danese, di estrema destra, antisemita, pubblica vignette al livello degli antisemiti, né più né meno. Altri giornali, stranamente, le riprendono e le agitano come drappi rossi davanti al toro che si vuole fare infuriare. 

Io non penso di salvarmi l'anima dicendo che sono contro la censura. Lo sono e basta. Ma non cesso di chiedermi se la libertà dalla censura significhi la volgarità di colpire i sentimenti profondi della gente che non è allenata a questo tipo di esercizio per altro piuttosto volgare. 

Trovo del tutto inopportuno fare confronti tra realtà inconfrontabili. L'Italia, l'Europa, non sono Damasco o Kabul. Chi può essere così cieco da non rendersi conto della diversità e della complessità del mondo? Se il mio amico Vauro avesse disegnato alcune delle sue vignette negli Stati Uniti, avrebbe dovuto chiedere la protezione della polizia. Non occorre andare nel mondo musulmano per trovare stupidi e fanatici. Ciò che è segno di libertà da noi non lo è altrove, come ad esempio in Cisgiordania. Ed è inutile chiedere loro di percorrere il nostro tragitto: non lo faranno e ci odieranno ancora di più. Sono fascisti? Io non penso che sappiano nemmeno cosa è il fascismo. Sono religiosi e arrabbiati. Non hanno avuto altro in sorte. Io mi chiedo (ed è una domanda molto pratica): che cosa serve, a noi laici, illuministi, storicistti, marxisti, desiderosi di pace, offenderli a freddo, in base alle nostre idee (superiori?) di libertà e democrazia? E quanto  noi  dimostriamo di essere superiori a loro se non riusciamo nemmeno a capire che la nostra storia non è la loro e che ogni tentativo di pretendere da loro che la facciano propria finirà nel sangue?