«Dalle sale di Montezuma alle spiagge di Tripoli»: così inizia l'inno dei marines, riferendosi alle battaglie combattute nell'Ottocento non solo in Messico ma anche in Nord Africa, dove nel 1805, nella prima guerra contro i barbareschi, conquistarono Derna, sostenuti dai cannoni della U.S. Navy. Lo ha ricordato pochi giorni fa il generale Tracy Garrett, comandante delle forze del corpo dei marines in Europa (Marforeur), alla cerimonia di costituzione di un nuovo comando, quello delle forze del corpo dei marines Africa (Marforaf), capeggiato dallo stesso generale. La costituzione del Marforaf - ha sottolineato il gen. William Ward, responsabile del Comando Africa - «apre un nuovo capitolo nel libro di storia del positivo coinvolgimento del corpo dei marines nel continente africano».
Compito del Marforaf, dipendente dall'appena costituito Comando Africa, sarà quello di contribuire alla «cooperazione per la sicurezza», addestrando forze armate africane, e allo stesso tempo quello di «migliorare le capacità di peacekeeping e anti-terrorismo per ridurre la minaccia proveniente da organizzazioni impegnate nell'estremismo violento». I marines, ha spiegato Ward, opereranno in Africa in «piccoli gruppi». Un piccolo gruppo di marines si occuperà, in Liberia, della «riforma della sicurezza». Un altro, a partire da gennaio, addestrerà gli eserciti di sei paesi dell'Africa occidentale. Un altro ancora parteciperà al programma Acota, addestrando soldati e istruttori africani. Molti altri gruppi di marines saranno impiegati in programmi analoghi e parteciperanno nel 2009 alla African Lion, l'esercitazione condotta in Marocco dalla 173a brigata aviotrasportata (di stanza a Vicenza), e alla Shared Accord, condotta in Ghana e altri paesi dell'Africa occidentale. Piccoli gruppi di marines saranno anche a bordo delle navi da guerra, dislocate lungo le coste dell'Africa occidentale nel quadro dell'operazione «Africa Partnership Station». Altri parteciperanno alla Joint Task Force Aztec Silence, la forza speciale che da Sigonella conduce in Africa missioni di intelligence e sorveglianza e operazioni segrete nel quadro della «guerra globale al terrorismo». La strategia dei piccoli gruppi, assicura Ward, avrà un «grosso impatto sul continente africano».
Inizialmente, il comando del Marforaf resterà a Boeblingen, in Germania, presso il quartier generale dei marines in Europa, vicino a Stoccarda dove ha sede quello del Comando Africa. In seguito però sarà spostato, se non in Africa, in posizione avanzata nell'Europa meridionale. Una delle possibili sedi potrebbe essere Napoli, dove è il quartier generale delle forze navali Usa in Europa, il cui comandante è ora responsabile anche delle operazioni navali in Africa. Comunque, le forze del corpo dei marines Africa saranno supportate dai comandi e dalle basi statunitensi in Italia, da Vicenza ad Aviano, da Camp Darby a Sigonella.
Quale sarà il futuro del Comando Africa sotto la nuova amministrazione? Se lo chiede il quotidiano Stars and Stripes, ricordando però quanto dichiarato da Obama riferendosi al Darfur: «Quando avviene un genocidio in qualche parte del mondo e restiamo inerti, ciò ci sminuisce. Fa parte dei nostri interessi nazionali intervenire ove possibile». È quindi probabile che la nuova amministrazione confermi i compiti del Comando Africa. |