"L'unica democrazia del Medio Oriente": sapevate che gli italiani vengono trattati così?
di redazionale - 21/11/2008
Abbiamo intervistato Vittorio Arrigoni, attivista dell'International Solidarity Movement, rapito ieri dalle forze israeliane mentre si trovava in mare con i pescatori di Gaza, anch'essi sequestrati e poi liberati questa mattina.Al momento, Vittorio è rinchiuso nel carcere di Ramle. Si sente un gran frastuono: i suoi compagni di cella, rifugiati eritrei fuggiti dalla guerra, stanno guardando una partita.Come stai?Eh, ora che ho ripreso contatto con il mondo esterno, meglio... La notizia della liberazione dei 15 pescatori mi ha tirato su di morale. Ieri avevamo iniziato uno sciopero della fame, proprio per ottenerne la scarcerazione...Ci racconti cos'è successo ieri mattina? Sai, un importante quotidiano italiano, che oggi ha riportato un trafiletto sul vostro sequestro, ha parlato di pescatori e attivisti "prelevati" dai militari israeliani... Per il resto, tg e testate più importanti hanno osservato il silenzio assoluto.Altro che "prelevati"! Si è trattato di un rapimento, di un sequestro di persona in piena regola! Eravamo in mare, a 6 miglia nautiche al largo delle coste di Gaza (per il diritto internazionale si tratta di acque gazesi, ndr), con tre pescherecci, quando ci siamo di trovati di fronte una scena incredibile: navi da guerra, e gommoni Zodiac, da cui sono spuntate teste di cuoio, militari incappucciati e armatissimi. Un attacco bellico in piena regola contro pescatori e pacifisti, da non crederci! Due pescherecci sono stati subito bloccati e le persone a bordo sequestrate. Poi, hanno circondato il nostro. Io mi sono arrampicato sul tetto della barca e ho cercato di parlare al capitano: "Che problema vi creano dei pescatori? Problemi di sicurezza? Di che avete paura?", ho chiesto. Ma non ne ho ottenuto risposte. Da dietro le maschere, quegli uomini, giovanissimi, ci guardavano con occhi che sprizzavano odio. Un odio animalesco. Li educano all'odio e al disprezzo verso i palestinesi.Poi, com'è andata a finire?Sono saltati a bordo, all'arrembaggio. Ho detto loro, mentre mi puntavano le loro armi contro la testa: "Allora, uccidetemi!". Mi hanno sparato contro con una pistola elettrica, la Taser, made in Usa, che scarica scosse elettriche ad alto voltaggio, molto pericolose. Poi, hanno cercato di buttarmi giù dal tetto, temendo di cadere e rompermi la spina dorsale, mi sono gettato in mare e ho iniziato a nuotare verso riva, inseguito dagli spari di proiettili veri. Dopo mezz'ora non avevo più fiato e mi sono arreso. Mi hanno portato insieme agli altri nella prigione di Ashkelon, dove ho assistito a scene allucinanti, da campo di concentramento: i pescatori sono stati costretti a spogliarsi e sono stati ammanettati come criminali e portati via. Dico, dei pescatori! Io sono finito nella prigione dove tre anni fa fui rinchiuso e picchiato dai soldati israeliani. Che brutti ricordi. Ci hanno accolto con pesanti insulti, ingiurie, risate di scherno... Sono stato rinchiuso con un altro in un cesso, sì, in un cesso, un posto schifoso e angusto. Per spregio, ovviamente. E sono stato tenuto incatenato alle caviglie.L'ambasciata italiana si sta occupando del tuo caso....Sì, ho ricevuto la visita del Console. Pensa che si è rivolto alla direzione carceraria dicendo loro che avevo il diritto di telefonargli, "secondo il diritto internazionale". Ha usato questa espressione, con loro, che del diritto internazionale e umanitario se ne fanno un baffo...E ora, ti manderanno via...Stiamo aspettando la sentenza di espulsione... Ho lasciato tutto nel mio appartamento di Gaza - passaporto, documenti... E sono molto dispiaciuto per il buon lavoro che stavamo portando avanti con contadini e pescatori, che con la nostra espulsione verrà interrotto.Che è esattamente ciò che vogliono...Già... Cercano di intimidirci. Sono preoccupato anche per i pescatori, a cui hanno sequestrato le tre barche... Esse danno lavoro e sostentamento a circa 50 famiglie. Ma almeno sono liberi... Altri, prima di loro, hanno passato mesi in carcere, nel Negev...Se vi mandano via, tornerete?Vorrei tornare con il prossimo viaggio di Dignity, a dicembre. Certo, faranno di tutto per impedircelo. --------------- |
Attivisti sequestrati iniziano sciopero della fame in Israele.
Comunicato stampa del Free Gaza movement
Attivisti per i diritti umani iniziano sciopero della fame in Israele
For More Information, Please Contact:
Neta Golan (ISM Palestine) +972 (0)598 184 169 / +972 (0)22 971 824
Fida Qishta (ISM Gaza) +972 (0)599 681 1669
Donna Wallach (ISM Gaza) +972 (0)598 836 420
Massiyahu Prison, Lida, Israel (20 November, 2008) - Tre osservatori per i Diritti umani dell'International Solidarity Movement domani inizieranno uno sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione illegale da parte di Israele.
I tre osservatori, Darlene Wallach, Usa, Vittorio Arrigoni, Italia, e Andrew Muncie, Scozia, martedì sono stati rapiti con la forza dalla Marina israeliana, mentre accompagnavano pescatori palestinesi
disarmati al largo delle coste della Striscia di Gaza.
Secondo Wallach, "Stavamo pescando a circa 7 miglia al largo di Gaza. I soldati israeliani sono arrivati a bordo di tre navi e di quattro Zodiacs. Uomini-rana sono saliti su ogni peschereccio. Hanno usato una pistola elettrica, laser, contro Vik mentre era ancora sulla barca, poi, hanno cercato di spingerlo all'indietro, contro un pezzo di legno tagliente. Lui si è buttato in mare per evitare di essere ferito ulteriormente ed è rimasto in acqua per un po'. Poi lo hanno raggiunto e costretto a salire sullo Zodiac puntandogli contro i fucili. Lo hanno rapito, insieme a Andrew e a Darlene e a tutti i pescatori palestinesi".
Israele ha sequestrato e poi rilasciato 15 pescatori palestinesi e confiscato le loro imbarcazioni. Gli osservatori rifiutano di essere deportati e rifiutano di mangiare finché i pescherecci non verranno
restituiti- intatti- ai loro legittimi proprietari a Gaza.
In tribunale, oggi, Andrew Muncie ha chiesto al giudice in base a quale legge sono stati arrestati. Secondo il giudice, la loro detenzione è autorizzata dagli Accordi di Oslo in quanto "la legge
militare ti proibisce di pescare a 7 miglia e mezzo dalla costa. Quella non è zona di pesca". Tuttavia, gli Accordi di Oslo garantiscono ai palestinesi il diritto di pescare a 20 miglia al largo dalle coste gazesi. Quando l'avvocato di Andrew ha presentato al giudice una copia dell'Accordo di Oslo relativo a questo argomento, ella non ha fatto commenti.
Il 23 agosto del 2008, Wallach, Muncie e Arrigoni erano tra i 44 membri del Free Gaza Movement, a bordo della prima imbarcazione entrata a Gaza via mare in 41 anni, per rompere l'assedio israeliano. Essi sono rimasti a Gaza per partecipare alle attività per i diritti umani dell'International Solidarity Movement. Hanno vissuto e lavorato a Gaza dall'estate, accompagnando i pescatori e i contadini palestinesi, e documentando gli abusi israeliani nella Striscia di Gaza.
I tre inizieranno il digiuno domani mattina finché i pescherecci confiscati non verranno riconsegnati nelle stesse condizioni in cui si trovavano al momento del sequestro da parte degli uomini-rana e
finché ogni danno non verrà riparato.
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Tutti e tre gli attivisti sono disponibili per interviste. Contattate l'ISM per ulteriori informazioni e per i loro numeri di telefono.
Greta Berlin
Media Team
Free Gaza Movement
357 99 08 17 67
www.freegaza.org
www.flickr.com/photos/29205195@N02/
di corrente elettrica'.
21-11-2008 Gaza
Gaza - Infopal. Il direttore della Compagnia per la distribuzione di
energia elettrica di Gaza, l'ing. Suhail Skek, ieri ha lanciato
l'allarme "catastrofe umanitaria" nella Striscia come esito della
riduzione nel rifornimento di corrente elettrica.
Durante una conferenza stampa nella città di Gaza, Shek ha spiegato
che la compagnia sta attraversando una pericolosa crisi a causa della
mancanaza di pezzi di ricambio degli impianti della centrale e
dell’esaurimento del carburante industriale, bloccato
dall’occupazione israeliana. E ha aggiunto che la crisi energetica
peggiora di giorno in giorno: la Striscia riceve soltanto il 40-50%
del suo fabbisogno elettrico giornaliero. L'erogazione di corrente
viene sospesa tra le 8 e le 12 ore al giorno. Il problema si è
aggravato a seguito della mancanza di gas da cucina: le famiglie
stanno usando l'elettricità per accendere i fornelli.
Per quanto riguarda gli ospedali, essi funzionano grazie a generatori
che lavorano, tuttavia, solo per 8 ore. In caso di guasto o blocco
totale, molti malati saranno a rischio di morte.
Il direttore della compagnia elettrica ha sollecitato le
organizzazioni umanitarie e giuridiche a intervenire subito per
esercitare pressioni su Israele prima che la Striscia precipiti in un
disastro umanitario.