Media e potere. La politica da evitare
di Ralph Nader - 29/11/2008
La "politica da evitare" riceve un grande trattamento dall'attenzione dei media in questo periodo delle convenzioni politiche nazionali.
Sfortunatamente, i giornali e i programmi televisivi non usano la frase: "la politica da evitare".
Insieme a John McCain e Barack Obama, i membri della stampa sono divenuti abili nell'uso della "politica da evitare" quotidiana sia non chiedendo, parlando o scrivendo del centro essenziale che riguarda le politiche - il potere!
Il Potere! Chi l'ha? Chi non lo ha? Chi potrebbe averne meno e chi potrebbe averne di più?
Che cosa fa il potere concentrato alla vita quotidiana della gente, lavoratori, pazienti, consumatori, contribuenti, elettori, azionisti e cittadini?
Usa proprio questi ed altri metri di paragone e guarda come diviene sottile e superficiale la cronaca politica quotidiana, persino quella della stampa migliore.
Nell'edizione del 25 agosto del The New York Times, una lunga analizi di Michael powell è intitolata "Tracing the Disparate Threads (fili) in Obama's Political Philosophy".
Non menziona il comportamento scorretto e corporativo - ossia il crimine corporativo, la corruzione e il dominio corporativo, la responsabilità corporativa, o il giro di vite sugli abusi corporativi dai fornitori in Iraq agli speculatori di Wall Street.
Tenete in mente, The New York Times e altri giornali spesso scrivono del crimine corporativo e dei misfatti.
Talvolta i giornalisti fanno un lavoro tanto buono che gli fa vincere il Pultzer e altri premi.
Ancora, stranamente, questi giornalisti, non riportano le inchieste dei loro giornali nei questionari da porre ai candidati presidenziali.
Perciò non c'è sfida ai candidati da parte della stampa su cosa loro faranno contro l'onda continua del crimine corporativo e per i minuscoli bilanci dell'accusa, o per un qualche rafforzamento degli sforzi di regolamentare, i candidati possono restare zitti, molto zitti.
Nell'articolo di Powell le scelte economiche di Obama sono descritte come "un liberalismo redistribuzionista ma egli è anche scettico di molte riparazioni governative. La gran parte dei suoi consiglieri influenti viene dall'Università di Chicago, un bastione del libero - mercato".
Questo è il modo di Obama per dire alle corporazioni che lui è una scommessa sicura e non per turbarli con la sua recente esperienza nelle comunità nelle periferie che sono contro i tanti predatori corporativi, incluse le banche esclusive e le assicurazioni, i supermercati che scaricano alimenti contaminati, i proprietari che affittano appartamenti con amianto e contaminati da piombo e stabiliscono i pagamenti quotidiani o prestiti usurari.
Lo stesso giorno - il 25 agosto 2008, il Wall Street Journal aveva un'intera sezione speciale dedicata al "Dibattito sui temi" descritti come 'Cura della salute', 'Energia & sviluppo', 'L'economia e il commercio'.
Il tema sanitario è sotto titolato: "How Involved (complesso) Should the government be?"
Ancora una volta lo stesso paradosso. Il Journal stampa alcune delle migliori descrizioni del potere e dell'avidità corporativa di tutto il giornalismo dominante. Ancora si cerca di scoprire qualche analisi del potere quando ha la copertura politica sui giornali o caratterizza la campagna.
Il giornalismo politico convenzionale da solo descrizioni palliative, la questione dell'impegno governativo in primo luogo come un distributore di dollari per i recipienti delle necessità presunte. Guarda i sintomi, raramente le cause, e anche meno spesso del necessario per frenare o rimuovere il controllo corporativo.
Quasi il 75% del popolo americano pensa che le corporazioni abbiamo troppo controllo sulle loro vite. Tuttavia la riduzione di tale controllo o il ritenerle responsabili non fa parte di un discorso politico od elettorale. Una maggioranza di americani, e il 59% dei medici secondo un sondaggio di aprile, sono a favore della piena assicurazione sanitaria governativa (assistenza sanitaria per tutti) con libera scelta d'ospedale e dottore, compito privato della cura, e meno spese amministrative e frodi sulle fatture. Le compagnie d'assicurazione sanitaria vanno rimosse.
J. McCain e B. Obama non hanno mai dovuto dibattere questa preferenza maggioritaria insieme ai loro piani sanitari concessivi e saltuari che favoriscono queste solite compagnie assicurative.
I sondaggisti incorporano, sono saturati e anche riflettono queste politiche da evitare.
Essi non fanno sondaggi sui vari impatti del potere corporativo concentrato sui vari ruoli che la gente gioca sul posto di lavoro, sul mercato e nelle loro comunità. Il sondaggio informativo del New York Times/CBS fra i delegati alla Convenzione Democratica chiese della condizione dell'economia, sanità, missione in Iraq, energia, aborto e matrimonio gay. Nessuna domanda fu fatta sul potere che predomina sul governo, le elezioni, le politiche, il bilancio operativo federale, e sulla nostra economia politica. Chiunque faccia le domande, chiunque controlli la pietra di paragone controlla l'agenda del dialogo pubblico.
La politica da evitare è destinata ad evitare la politica del potere corporativo.
I presidenti, Jefferson, Lincoln, Theodore Roosevelt, e Franklin Delano Roosevelt e i grandi giudici della Supreme Court Justices, Louis Brandeis e William Douglas compresero e dettero l'allarme contro la minaccia di una dominazione corporativa sfrenata.
Oggi le corporazioni multinazionale sono più potenti che mai, specialmente nei confronti dei lavoratori e sul governo. E la politica sta evitando questo tema centrale in modo maggiore rispetto al passato. Le discussioni sul potere corporativo sono fuori dal tavolo.
Forse troppo per il Preambolo della nostra Costituzione che recita, "Noi il popolo …"
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Tradotto il 27 /11/2008 da F. Allegri per Futuroieri