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Home / Articoli / Rupert Murdoch, il Berlusconi planetario. E c'è chi lo difende... (incredibile, ma vero!)

Rupert Murdoch, il Berlusconi planetario. E c'è chi lo difende... (incredibile, ma vero!)

di Miguel Martinez - 02/12/2008

 
Sul suo blog, Upuaut ci segnala un caso interessante di autentica opposizione politica in Italia.

Il vero protagonista è Rupert Murdoch; in secondo piano, recita il centrosinistra.

Rupert Murdoch, ricordiamo, è il proprietario di 175 quotidiani in tutto il mondo, nonché di Sky TV e della Fox News: sta insomma al pianeta come Silvio Berlusconi sta all'Italia, o come le cose serie stanno alle cialtronate. E infatti, Murdoch e Berlusconi hanno fatto spesso e volentieri affari insieme.

Rupert Murdoch, ricordiamo, non è solo l'oscuro signore delle
anime affatturate dal calcio. E' anche stato il più potente promotore dell'attacco statunitense contro l'Iraq; il principale generatore mondiale dell'islamofobia e dello scontro di civiltà; i suoi media hanno sempre appoggiato Israele; sono stati i fondi di Rupert Murdoch a mettere in piedi il movimento neocon negli Stati Uniti;  e oggi i suoi media promuovono l'ipotesi di un attacco americano all'Iran.

Aggiungiamo le infinite tragedie e miserie indotte dal neoliberismo di cui  Murdoch si è fatto ovunque sostenitore. E le morti
provocate direttamente dalla macchina dello scandalo murdochiana.

Sempre pronto a scommettere sul cavallo vincente, Rupert Murdoch oggi
elogia Obama, pur criticandone la politica economica come troppo "di sinistra".

Bene, Upuaut ci racconta che Silvio Berlusconi, che a suo tempo regalò a Sky TV una clamorosa e ingiustificata riduzione dell'IVA, oggi ci ripensa e decide di far pagare le tasse a Murdoch.

Il centrosinistra non ci sta.

Sì, avete capito bene. Il centrosinistra dice che il magnate australiano deve continuare a non pagare le tasse sui soldi che guadagna.

Il nuovo avvocato fiscalista di Murdoch in Italia è il nostro vecchio conoscente,
Roberto Cuillo, responsabile Industria Culturale del PD. Se vi chiedevate cosa vuol dire "Industria culturale", adesso lo sapete. Dice infatti Roberto Cuillo:
“Il presidente del consiglio Berlusconi sbaglia quando dice che colpendo Sky si colpisce un privilegio [...]. In poche parole, Sky si è affermata anche come industria culturale di primo piano per questo Paese. E la cultura non è mai un privilegio ma un diritto di tutti. Con questi provvedimenti il governo umilia una delle industrie più vitali e dinamiche in Italia. [1] [...] Il governo colpisce al cuore l'industria culturale italiana: quella dell’intero sistema televisivo. Sembra un paradosso ma è la realtà. Berlusconi spegne le tv italiane”.
Insomma, se un'industria è "vitale e dinamica", non va tassata. Lo diceva Bush e lo ripete Cuillo.

Non so se Roberto Cuillo sia emiliano, ma chi è vissuto in Emilia-Romagna riconoscerà subito quel particolarissimo linguaggio [2] che si è sedimentato nel lento slittamento dal culto dell'Unione Sovietica al culto dell'impresa, mentre è restato immutato l'animo del funzionario stalinista. Solo che una volta il "diritto di tutti" era quello di partecipare; mentre oggi è quello di consumare.

Nessun giudizio moralistico da parte mia. Berlusconi ha capito per primo che la politica è  ormai un sottoprodotto dell'industria culturale, una branca della mediologia; e adesso ci è arrivato anche il Partito Democratico.

Il compito del Partito Democratico è di mettere la propria gente al governo e mandare a casa quella degli altri; e quindi fanno benissimo a cercare i voti di milioni di Murdoch-dipendenti arrabbiati. E come Forza Italia dipende dai soldi Mediaset, al PD potrebbero fare comodo i soldi del miliardario mediatico australiano.

Però, nella malaugurata ipotesi che ci sia qualche abbonato a Sky TV tra i lettori di questo blog, ricordo che
non è troppo tardi per salvarsi:
“È Natale e c’è una buona notizia per i consumatori: recedere in qualsiasi momento da Sky costa al massimo 10,48 [euro]”: comincia così una nota di Adiconsum, che esprime tutta la soddisfazione dell’associazione dei consumatori per la conclusione di “una vicenda iniziata nel 2007 da una denuncia di Adiconsum all’Agcom che chiedeva la corretta applicazione della Legge Bersani da parte di Sky. Dopo la delibera n. 484/08/CONS, pubblicata il 29 luglio 2008 dall’Autorità delle Comunicazioni, Sky si oppose al Tar del Lazio chiedendo la sospensione della decisione che imponeva alla tv di ridurre, considerevolmente,  i costi di recesso”.

Ora il Tar ha respinto l’opposizione di Sky e quindi ecco i consigli di Adiconsum per recedere dal contratto senza problemi. "
P.S.

Ultime notizie... pare che a Rupert Murdoch gli daranno tre anni di tempo per arrivare a pagare la stessa IVA che paga
Miguel Martínez, traduttore di manuali tecnici, dal giorno in cui ha aperto la partita IVA.

Nota:

[1] Va dato atto a Cuillo di ammettere che la cultura italiana attuale è la televisione, altro che Manzoni o Boccaccio. E che la televisione è un'industria. Però le industrie non si umiliano: fanno i soldi o li perdono. Comunque Cuillo dice una sciocchezza. Rupert Murdoch minaccia di far ricadere l'aumento delle tasse sui propri consumatori. E i propri consumatori ovviamente pagheranno: il calcio-spettacolo, come l'eroina, è una merce a consumo fisso, a prescindere dal prezzo.

[2] Un linguaggio divertentissimo per noi traduttori. Che quando siamo di cattivo umore, traduciamo letteralmente.